Non so che cosa possa essere meno traumatico, se lo svegliarsi alle 3.13 della notte per l’irrompere di un forte boato di un tuono, dopo che ci si era faticosamente addormentati,
oppure lo svegliarsi e trovarsi come prima cosa  a fissare l’immagine di copertina qui di seguito riportata, con il viso serio di C. Jung  (dimenticarlo sul comodino accanto al letto, non è stata una buona idea…)IMG_20240721_070759

O ancora, aver affrontato la lettura di un testo di  Harold Pinter  “La serra”,

assurdo in molte delle sue battute e con dei personaggi che si “muovevano” internati in uno ospedale… ! Je_est_un_autre, è stato un testo di  lettura che mi hai consigliato tu…Ed è  stato divertente leggerlo, quindi ti ringrazio. A tutti: una buona domenica. pincher

Che cosa ti tiene compagnia in questo momento: un libro? Un ricordo? Una storia? …O che altro ?

Ho letto la parola Adonai, poco fa, sfogliando un libro che tratta il tema della “numerologia”,  la traduzione di questo termine è letteralmente: Signore. Sono certa che saranno innumerevoli le persone che avranno tradotto subito nel modo giusto la parola, ancora prima che lo scrivessi..
Leggendo questa parola la mia mente ha fatto un subitaneo collegamento con la Bibbia e il successivo pensiero mio, è stata la constatazione del fatto di aver letto la Bibbia solo in sue poche parti e in momenti diversi nel tempo. Ovvero: non ho mai affrontato una vera e proprio lettura della Bibbia,
completa, approfondita. Ricordo che ad una lezione di storia dell’arte al mio primo anno di università un professione
ci disse che studiare storia dell’arte non era un semplice studio della materia in sè, ma che dovevamo,
per analizzare il quadro/ l’opera, conoscere la sua storia completa:  il periodo storico e gli avvenimenti storici raffigurati, la storia politica e sociale del tempo ritratto e nel caso di certe opere dovevamo conoscere
anche i personaggi e le storie narrate in certi testi sacri, come la Bibbia.
L’opera che stavamo analizzando insieme in quel pomeriggio trattava di Giobbe, e delle sventure che il suo Dio non gli aveva risparmiato. Dovevamo citare anche il testo della Bibbia, per l’esame universitario.
Ricordo ancora la penombra di quella stanza, il viso pressappoco di quel professore e le depositive osservate.
Quante cose è in grado di contenere la memoria, immagino che se volessi concentrarmi di più su quel momento mi ricorderei più dettagli.
Ma in verità non è di questo che vorrei parlare e scrivere, ma di me da bambina. Di com’ero da bambina?
Perchè non lo ricordo molto bene, so che non ero una di quelle bambine e bambini (in questo caso non c’è differenza
tra maschi e femmine )
che si affezionano o meglio che si attaccano immediatamente alle figure che incontrano al di là della
loro famiglia d’appartenenza: ovvero le maestre, gli altri bambini, le “tate” -baby sitter, o altri tipi
di estranei alla famiglia che hanno la possibilità di entrare in relazione con loro, vuoi per motivi
di vicinanza fisica (vicini di casa) o di insegnamento(maestre), o di cura e assistenza (come tate, colf ecc).
E questo probabilmente non mi è mai successo un po’ per carattere personale ma in larga misura perchè
allora, da bambina, ossia sino ai miei 11 anni e mezzo di età, avevo una famiglia, che mi dava considerazione, affetto
e non avevo bisogno e necessità di cercarlo al di fuori di questa..
Dicono che i bambini che si legano facilmente ad altre persone…al di fuori del proprio nucleo parentale siano
poco amati e che siano trascurati. Questo l’ho letto in qualche manuale di pedagogia delle scuole superiori.
Chissà se è del tutto così, o magari, semplicemente ci sono bambini più bisognosi di affetto di altri? Che hanno
una fiducia totale nel loro prossimo…?
Anche, se devo dire, che ricordo di essere stata anch’io una bambina espansiva e affettuosa ma non cercavo di stringere un
legame troppo forte con degli estranei, avevo già i miei “cari” . Non avevo la necessità di cercare una famiglia che già avevo.
E che ad un certo punto, però,  fatalità ha voluto,  che si sia disgregata, improvvisamente, vuoi per la morte di mia nonna paterna
con la quale vivevo, vuoi per la separazione dei miei genitori e anche  per l’allontanamento di un altro parente che abitava
con noi. Tutto questo distacco, e vuoto mi ha “segnata”. Non sono riuscita ad accettare bene tutto questo vuoto
improvviso e al secondo anno delle scuole medie ho iniziato a soffrirne…nell’avere avere una casa  per me così “vuota”. Non sono mai riuscita a ri-crearmi una famiglia, anzi ormai ritengo che la mia solitudine esistenziale sia il mio sistema di vita definitivo.
Mi sono abituata in questo modo, all’età dei miei 12 anni, a fare affidamento su di me soprattutto, non so se questo sia stato un bene o no, ma è stato, semplicemente.

Qual è una medicazione istantanea per l’anima?
Alcuni risponderebbero, immagino, il loro cibo preferito, tipo una brioche con il cioccolato?
Altri ,invece, direbbero la voce della persona amata sentita al telefono, dopo la conclusione di una giornata di lavoro, trascorsa quindi distanti (sono romantica?)
Altri lo scodinzolare del loro cagnolino, le fusa del proprio gatto
O ancora (e qui sono pratica) le luci dorate di alcune candele profumate dentro la camera da bagno, insieme ad una doccia fresca?
Etc etc
Per me, lo sarebbe anche iniziare la lettura di un libro ricercato e poi finalmente trovato,
ma questa mattina una vera medicazione istantanea per la mia anima
è stata l’ascolto della musica, e di alcune canzoni in particolare.
Lo so, che una delle considerazioni più ovvie o delle corrispondenze più naturali alla risposta:
quale sia una immediata consolazione per l’anima non poteva che essere una preghiera, o una meditazione
rivolta ad un’entità superiore, questo però presuppone una vera e propria fede. E in questo momento, mi sento di affidare questa mia speranza di ripresa e resurrezione dell’anima alla musica,
sarò blasfema? Chissà se esiste anche qualche divinità amante della musica? Siddharta Gautama?
Forse è meglio che mi interrompa qui, sulla dissertazione filosofica sopra gli dei e la musica, prima di sembrare particolarmente sprovveduta, e poco preparata.
Ma tornando alla sola musica, ci sono delle canzoni che sembrano rimanere sulla cresta dell’onda
per un periodo di tempo piuttosto lungo, o comunque sono ricordate e cantate da più generazioni,
come la prima canzone che ho ascoltato questa mattina, appena sveglia, la quale sosteneva:
“Mi sono innamorato di te, perchè non avevo niente da fare, la notte cercavo qualcosa da sognare, il giorno volevo qualcuno da incontrare ecc …
Forse non sarà la canzone preferita di qualsiasi teenager contemporaneo, ma probabilmente tanti ne conoscono il testo
e le note, d’altronde non è nemmeno una delle mie canzoni predilette, poichè, secondo me, si spaccia per romantica, ma non mi sembra per nulla cosi…dato il significato delle parole.
Avrei preferito: in mezzo a diverse situazioni da sistemare e sogni da realizzare ti sei presentato/a tu
e mi hai fatto dimenticare la mia realtà…
adesso come faccio? a ritornare dov’ero prima?
E a che punto ero?
Io vorrei provare te

(ma lo so che non mi ami, e non mi amerai mai)
Fine

Ps: So anche, che dovrei recarmi da uno psicologo?? Magari (ahahah ahah) Sono un’anima che soffre per amore…!

Bye

 

(Nemmeno io lo so… perchè sono qui… non ho voglia di scrivere)

Fai emergere alla luce quanto hai visto nella tua notte ” una frase- richiesta  o auspicio ? di – Caspar David Friedrich, che forse soltanto maestri dell’analisi della mente come Freud e Jung potrebbero far avverare. Tra l’altro preferirei senz’altro l’interpretazione del secondo perchè aveva una visione più ampia dell’individuo basandosi su archetipi collettivi inconsci, mentre il primo sarà stato si, un “genio” pioniere della psiche umana, ma  riduceva tantissime valutazioni a simbologie sessuali.  E l’essere umano, è molto di più, dato tutte le scoperte fatte su stesso e sul proprio habitat d’appartenenza, e la voglia infinita di imparare, di capire. Ma non volevo fare un elogio al genere umano, o a Jung, bensì mi piacerebbe comprendere che cosa mi succede di notte, quando mi addormento, perchè sogno e soprattutto perchè sogno quello che sogno?

Per esempio, perchè nella mia ultima visione onirica incontravo un maiale vivo, un tavolo e delle fotografie di antichi dei? E provavo paura in entrambe le situazioni nella quali mi trovavo.? anche se alla fine sceglievo il maiale…che avevo già conosciuto in precedenza mentre degli antichi dei…non avevo mai fatto esperienza prima, e non sapevo quale scegliere, e  che cosa fare al loro cospetto??

Descrizione del sogno:  mi trovavo in una grande casa di campagna, all’esterno, in una grande corte, da qui entravo in un luogo chiuso, un magazzino? Un garage? C’era un tavolo lungo in mezzo alla stanza, la stanza era spartana. Mi ero rifugiata qui perchè i proprietari di questa casa, amici miei, volevano farmi rivedere un maiale che era un loro animale quasi d’affezione, questo lo avevo già visto e conosciuto anch’io quando era più piccolo, ma era passato diverso tempo. Ora era cresciuto e io ne avevo un po’ paura, perchè pensavo potesse essere aggressivo alla stregua di un grosso cane da guardia o di un cinghiale, ma queste persone non lo capivano. Perciò mi nascondevo nella stanza descritta sopra, e sopra il tavolo lungo, trovavo delle grandi fotografie…le immagini mi erano note, capiì presto che rappresentavano degli dei antichi, vedevo alcune divinità greche…Apollo, Artemide etc. Queste immagini avevano la capacità di animarsi e in questo modo questi dèi comunicavo con chi li interpellava. La cosa mi aveva sorpreso e alquanto impaurita, difatti pensavo: come si stava davanti a degli dèi? E cosa dovevo chiedere?

Sceglievo di uscire, di vedere il maiale, che non era aggressivo, lo accarezzavo e facevo amicizia con lui, ma pensavo agli dèi dentro quella stanza, dovevo tornarci?

 

Che cosa si può fare per riprendere il sonno dopo un incubo?
A) Bere una tazza di camomilla
b) Guardare G. Marzullo che intervista qualcuno in tv facendogli domande incalzanti e filosofiche (alle 2.00 della notte)
c) Fotografare un cappello panama (appena comprato o nuovo di zecca)
d) Leggere le poesie di Sully Prudhomme

Altro?
….

(Ho un inconscio turbato da un mese all’incirca…, vorrà andare al mare??)

Ho comprato un cappello…un capello a falde larghe…di paglia? Sembra un Panama…?

Potrei anche scriverci una poesia su questo cappello? L’argomento di un cappello acquistato meriterebbe una poesia?
Forse no, ma certamente ne ho letta una di poesia, questa notte, dopo essermi svegliata a seguito di un incubo. Ero un po’ sconvolta e ho pensato bene di leggere un paio di poesie di S. Prudhomme. Siccome hanno funzionato abbastanza celermente per riprendere il mio sonno, ne trascrivo qua sotto una dal titolo: Gli occhi

-Gli occhi –

Azzurri o neri, tutti amati e belli,
occhi infiniti hanno visto l’aurora
Ora dormono al fondo delle tombe
e il sole sorge ancora

Le notti, più soavi della luce
occhi infiniti hanno affascinato.
La stella inesauribile riluce
ma quello sguardo d’ombra s’è colmato.

Per sempre la visione avranno perso?
Oh, questo certo no, non è possibile!
Guardano altrove, fissano introverso
ciò che usiamo chiamare l’invisibile.

E similmente alle stelle cadenti
ci lasciano, ma il ciel non le può sciogliere;
le pupille conoscono i tramonti
ma non è vero che diventin polvere.

Azzurri o neri, tutti amati e belli,
aperti a qualche immensa aurora,
dall’altro lato della tomba
gli occhi ormai chiusi vedono ancora.

(sperando che insonni con l’inconscio disturbato come il mio, al momento, possano beneficiarne…)

 

etciù etciù!  ecc ecc… e via discorrendo….

La mia domenica continua insieme alla lettura del giornale comprato, innumerevoli starnuti da allergia a qualcosa che attualmente cade dagli alberi, zanzare e una domanda  sopra tutte: in Danimarca c’è l’estate? Porgendo il quesito a google ho scoperto che a Luglio e ad Agosto in questo Paese ci sono 20 gradi più o meno costantemente, quindi si, c’è il tepore tipico dell’estate anche in Danimarca. ( ma mai come in Sicilia!) Alcuni argomenti sulla prima pagina del Corriere della sera di oggi: si parla delle votazioni in Francia, tra varie tensioni. Marine Le Pen sull’Ucraina  sostiene: non potrà usare le nostre armi per colpire in Russia.  In Italia: via all’obbligo ai vaccini. A chiederlo è la Lega, contraria all’obbligo di vaccinarsi per la varicella, morbillo, rosolia e parotite per i bambini sotto i 16 anni. Iran: Il presidente medico moderato?  Masoud Pezeshkian, ex cardiochirurgo, eletto presidente dell’Iran con il 53, 6 % dei consensi

Amici? Ciao!

proseguo con la lettura del mio quotidiano acquistato per caso o per necessità…?

Ps: odio l’estate

 

 

Fischer  (Paul G. Fischer – pittore danese)

Cose estive   

Appena sveglia, mentre ho ancora nella mente l’elenco delle cose da fare nel corso della giornata, mi accorgo di avere nella stanza una zanzara che mi rimira, contenta della mia presenza lì accanto a lei,  non chiedetemi come faccio ad intuire questo suo stato di felicità nel trovarmi, è una cosa che sento così…a pelle, come i più indistruttibili amori e le avversioni spontanee.
Decido di uscire di casa, a questo punto, per comprarmi qualcosa di buono da mangiare, ma prima che possa raggiungere il supermercato inizia a piovere, poco, una pioggerellina fastidiosa e discontinua…nell’ipotesi di un imminente diluvio mi premunisco di qualcosa di valido per riparami: mi fermo davanti all’edicola e compro il Corriere della sera. Nel tragitto per ritornare a casa, passo di fronte ad una ben nota a me, vetrina di negozio, dove vedo al suo interno un bel cappello di paglia che mi impegno solennemente di acquistare quando la boutique riaprirà. Giunta finalmente all’appartamento mostro tutto quello che ho comprato a mia mamma compreso il quotidiano, che non era in programma come spesa, le dico allora che l’ho preso per cercare di non bagnarmi almeno la testa, e di rimando ho la seguente risposta: eh, una volta i giornali (oltre alla loro lettura) si usavano per altre cose…ovvero al posto della carta igienica, dopo averli letti: questo si che era uno scopo nobile, come doppio scopo! Mia mamma è degli anni cinquanta, cinquantadue..e ai suoi tempi non voglio nemmeno immaginare i mezzi utilizzati nei bagni per la detersione delle parti intime. Ma visto la grana delle carta stampata più che la faccia tosta, serviva il s…. e tosto! Per fortuna noi abbiamo tutta la morbidezza di tenderly. E io che non ho nemmeno la faccia tosta…ne altre parti altrettanto dure, come il cuore, voglio sperare…, cercherò di rendermi un po’ più elastica la mente, leggendomi le notizie del mondo, dal quotidiano che ho qui con me. Bye, buona domenica mondo e buona domenica a tutti.

La ricerca

Uno degli ultimi libri che, durante il mese di giugno, ho avuto il piacere di rileggere si intitolava: la ricerca. Il personaggio principale del libro si trova, nel corso della trama, a dover rintracciare il padre, mai conosciuto finora. E al contempo si ritrova anche a dover fare luce sulla sua vita sentimentale…
Mi sono chiesta, guardando più volte la copertina del libro, con quel suo titolo così esplicito , se pure io fossi alla reale ricerca di qualcosa in questo momento. E la risposta che mi sono data, è che la mia volontà ora sia semplicemente quella di vivere in modo sereno, senza provocare danni alla vita altrui (seppure involontariamente) e neppure subirne, ma di essere in armonia e serenità nel mio ambiente di vita quotidiano…
Un’altra cosa che vorrei ardentemente è il riuscire a decifrare i miei sogni notturni, ho constatato leggendo i suoi libri, che ho una cosa in comune con C.G.Jung, mi giro e mi rigiro nel letto spesso…prima di riuscire ad addormentarmi, e poi una volta riuscita in questa impresa, ecco che arriva un brutto sogno, un sogno concitato e angoscioso a svegliarmi, nel cuore della notte.

Nell’ultima visione onirica di un paio di notte addietro, scappavo da un mostro..il quale si era abituato a venir nutrito da me, perciò si ripresentava per mangiare alla medesima ora di ogni giorno. In questo sogno c’era anche l’attore Bruce Willis ed eravamo a San Francisco. La scena si presentava più o meno così: stavo camminando in mezzo ad una di queste strade tipiche di San Francisco in discesa…era un bel pomeriggio, ma ad un certo punto veniva funestato da una mia solitaria constatazione: erano quasi le 17 e sapevo che da lì a poco sarebbe pervenuto nelle mie vicinanze questo mostro (che doveva essere un gorilla enorme, ossia King kong) perchè lo avevo abituato a fargli trovare del cibo. Questa preoccupazione poi la esternavo al sopra citato attore (Bruce Willis), dicendogli che nelle giornate precedenti avevo sfamato King Kong con un numero notevole di pizze prelevate da una pizzeria e oggi non sapevo cosa dargli.
Di seguito dicevo che ero stanca, di dovergli sempre trovare il cibo,
e mentre parlavamo sentivo un frastuono immenso, come un boato terrificante e temevo che stesse per materializzarsi di fronte a noi, per questo dicevo a Bruce Willis di entrare in un Bar, e in questo bar, una volta entrati trovavamo dei delinquenti della peggiore specie, accompagnati da due leoni, i quali sedevano ai tavoli dello stesso locale. A quel punto sostenevo che sarebbe stato bello se King Kong fosse arrivato per salvarci da quella situazione e mangiarsi quei malviventi con i loro leoni. Nel frattempo, scappavamo dal bar inseguiti da questi e da King Kong. Bruce Willis guidava una automobile super veloce e cercavamo di seminare tutti questi “pericoli” entrando in vicoli e strade laterali, io tenevo una scimitarra tra le mani, mentre l’attore guidava, per tagliare e fare a pezzi gli ostacoli che trovavamo nelle viuzze in cui ci facevamo strada, come in una giungla…, ma con segnali stradali… e lampioni vari..