Fischer  (Paul G. Fischer – pittore danese)

Cose estive   

Appena sveglia, mentre ho ancora nella mente l’elenco delle cose da fare nel corso della giornata, mi accorgo di avere nella stanza una zanzara che mi rimira, contenta della mia presenza lì accanto a lei,  non chiedetemi come faccio ad intuire questo suo stato di felicità nel trovarmi, è una cosa che sento così…a pelle, come i più indistruttibili amori e le avversioni spontanee.
Decido di uscire di casa, a questo punto, per comprarmi qualcosa di buono da mangiare, ma prima che possa raggiungere il supermercato inizia a piovere, poco, una pioggerellina fastidiosa e discontinua…nell’ipotesi di un imminente diluvio mi premunisco di qualcosa di valido per riparami: mi fermo davanti all’edicola e compro il Corriere della sera. Nel tragitto per ritornare a casa, passo di fronte ad una ben nota a me, vetrina di negozio, dove vedo al suo interno un bel cappello di paglia che mi impegno solennemente di acquistare quando la boutique riaprirà. Giunta finalmente all’appartamento mostro tutto quello che ho comprato a mia mamma compreso il quotidiano, che non era in programma come spesa, le dico allora che l’ho preso per cercare di non bagnarmi almeno la testa, e di rimando ho la seguente risposta: eh, una volta i giornali (oltre alla loro lettura) si usavano per altre cose…ovvero al posto della carta igienica, dopo averli letti: questo si che era uno scopo nobile, come doppio scopo! Mia mamma è degli anni cinquanta, cinquantadue..e ai suoi tempi non voglio nemmeno immaginare i mezzi utilizzati nei bagni per la detersione delle parti intime. Ma visto la grana delle carta stampata più che la faccia tosta, serviva il s…. e tosto! Per fortuna noi abbiamo tutta la morbidezza di tenderly. E io che non ho nemmeno la faccia tosta…ne altre parti altrettanto dure, come il cuore, voglio sperare…, cercherò di rendermi un po’ più elastica la mente, leggendomi le notizie del mondo, dal quotidiano che ho qui con me. Bye, buona domenica mondo e buona domenica a tutti.

La ricerca

Uno degli ultimi libri che, durante il mese di giugno, ho avuto il piacere di rileggere si intitolava: la ricerca. Il personaggio principale del libro si trova, nel corso della trama, a dover rintracciare il padre, mai conosciuto finora. E al contempo si ritrova anche a dover fare luce sulla sua vita sentimentale…
Mi sono chiesta, guardando più volte la copertina del libro, con quel suo titolo così esplicito , se pure io fossi alla reale ricerca di qualcosa in questo momento. E la risposta che mi sono data, è che la mia volontà ora sia semplicemente quella di vivere in modo sereno, senza provocare danni alla vita altrui (seppure involontariamente) e neppure subirne, ma di essere in armonia e serenità nel mio ambiente di vita quotidiano…
Un’altra cosa che vorrei ardentemente è il riuscire a decifrare i miei sogni notturni, ho constatato leggendo i suoi libri, che ho una cosa in comune con C.G.Jung, mi giro e mi rigiro nel letto spesso…prima di riuscire ad addormentarmi, e poi una volta riuscita in questa impresa, ecco che arriva un brutto sogno, un sogno concitato e angoscioso a svegliarmi, nel cuore della notte.

Nell’ultima visione onirica di un paio di notte addietro, scappavo da un mostro..il quale si era abituato a venir nutrito da me, perciò si ripresentava per mangiare alla medesima ora di ogni giorno. In questo sogno c’era anche l’attore Bruce Willis ed eravamo a San Francisco. La scena si presentava più o meno così: stavo camminando in mezzo ad una di queste strade tipiche di San Francisco in discesa…era un bel pomeriggio, ma ad un certo punto veniva funestato da una mia solitaria constatazione: erano quasi le 17 e sapevo che da lì a poco sarebbe pervenuto nelle mie vicinanze questo mostro (che doveva essere un gorilla enorme, ossia King kong) perchè lo avevo abituato a fargli trovare del cibo. Questa preoccupazione poi la esternavo al sopra citato attore (Bruce Willis), dicendogli che nelle giornate precedenti avevo sfamato King Kong con un numero notevole di pizze prelevate da una pizzeria e oggi non sapevo cosa dargli.
Di seguito dicevo che ero stanca, di dovergli sempre trovare il cibo,
e mentre parlavamo sentivo un frastuono immenso, come un boato terrificante e temevo che stesse per materializzarsi di fronte a noi, per questo dicevo a Bruce Willis di entrare in un Bar, e in questo bar, una volta entrati trovavamo dei delinquenti della peggiore specie, accompagnati da due leoni, i quali sedevano ai tavoli dello stesso locale. A quel punto sostenevo che sarebbe stato bello se King Kong fosse arrivato per salvarci da quella situazione e mangiarsi quei malviventi con i loro leoni. Nel frattempo, scappavamo dal bar inseguiti da questi e da King Kong. Bruce Willis guidava una automobile super veloce e cercavamo di seminare tutti questi “pericoli” entrando in vicoli e strade laterali, io tenevo una scimitarra tra le mani, mentre l’attore guidava, per tagliare e fare a pezzi gli ostacoli che trovavamo nelle viuzze in cui ci facevamo strada, come in una giungla…, ma con segnali stradali… e lampioni vari..

“La nascita di un’autentica autonomia interiore è un lungo e doloroso processo: è la presa di coscienza che per te non esiste alcun aiuto o appoggio o rifugio presso altri, mai. Che gli altri sono altrettanto insicuri, deboli e indifesi. Che tu dovrai essere sempre la persona più forte.”
Sono parole che stavo cercando e le ho trovate all’interno del libro/diario di Etty Hillesum, parole che mi servivano e che ora mi ripeto: sono affidata a me stessa.
Ancora una volta ho letto parole che mi sono state di aiuto, e altresì uno sprone per comprendere come le più gravose situazioni richiedono la presenza di una mente salda e pronta, anche quelle quotidiane, più lievi e scorrevoli necessitano di un impegno nel voler vivere appieno, senza tante esitazioni e insicurezze, le quali sempre assecondate, adombrerebbero le esperienze personali, limitando la vita stessa.
A proposito, ci sono delle azioni che dovrei mettere in pratica più spesso, in autonomia, senza aspettare la vicinanza e la compagnia di qualcun altro.
Ad esempio, dovrei essere indipendente anche nelle scelte sul mio divertimento, aspetto sempre di aggregarmi a qualcuno per andare in un luogo da visitare, per un programma piacevole da effettuare…
Non posso sperimentare delle esperienze interessanti da sola?
Credo di si!
Ovvero, potrei concretamente andare da sola al cinema, per vedere un film
Oppure entrare in un museo per visitare le sue collezioni
Sedermi nel gazebo di un cafè e leggermi in tranquillità un libro/giornale, sorseggiando un cappuccino (sembra tanto un’abitudine francese, vero?? Ma può essere anche italiana…)
Recarmi in un mercatino a tema…o senza tema…
Fare un giro in un centro commerciale per lo shopping…in solitaria
Avventurarmi in un’altra città per visitarne qualche giardino comunale o qualche cattedrale
etc ecc
Ma la cosa che assolutamente voglio fare, anche adesso, in solitaria è…ridere!
Dato che è da molto tempo che non rido più, e sul serio. Sorrido, questo si, sorrido molto spesso, anche perchè me lo richiede la regola sociale o anche perchè mi sovviene spontaneamente, ma ridere, ridere di cuore, ad alto volume e con le cosiddette “lacrime agli occhi” non mi succede da svariato tempo.
Ho deciso che adesso lo faccio.
Pronta,
partenza
via.

Postilla: dopo averlo fatto oggi, lo devo rifare, almeno una volta al mese… come regola di vita. Fa’ bene all’umore, come l’attività fisica, e il cioccolato…

” – Come v’è venuta l’idea di scrivere? – chiesi
– Ho sempre amato la carta stampata: quando ero ragazzo, fabbricavo un giornale incollando ritagli di stampa su quaderni.
– Ma ci saranno altre ragioni?
– Riflettè:- Conosco una quantità di persone diverse, e ho voglia di mostrare a ciascuno, per davvero, come sono gli altri. Si raccontano tante menzogne – Tacque un istante – A vent’anni ho capito che tutti mentivano: mi venne una gran collera; dev’essere per questo che ho cominciato a scrivere, e che continuo…
– Siete sempre in collera?
– Più o meno, – disse con un piccolo sorriso reticente .”
(Tratto da “I mandarini” di S. De Beauvoir)

Ho letto diverse frasi e vari pensieri tra le pagine di questo libro di Simone De Beauvoir, una parola
o meglio un’espressione mi è rimasta ben fissata nella memoria, ed è il termine: lo spirito del tempo.
Ora, utilizzando queste parole, probabilmente, si vuole delineare il clima culturale e ideale di un determinato periodo storico. La stessa scrittrice del libro appena sopra citato, ovvero I Mandarini, affermava di aver scritto questo libro con l’intenzione di descrivere l’entusiasmo e la speranza che aleggiava nel 1945- 1950… La vita culturale, sociale e politica era in fermento, le persone avevano ideali in cui sperare, da costruire o da promulgare. E se noi, oggi, dovessimo parlare del -nostro spirito di questo secolo – di che cosa parleremmo? Di quali ideali?
Questa sera, in realtà, ho iniziato a scrivere sul blog per cercare di chiarirmi un po’ le idee e i pensieri. Scrivere qui sopra mi permette di fare un po’ di ordine, tra tutte le riflessioni che ho in mente, quelle più nitide e quelle ancora nelle retrovie…

“Ho dovuto capire che ciò che prima consideravo la mia anima, non era affatto la mia anima, bensì un’inerte costruzione dottrinale. Ho dovuto quindi parlare all’anima come se fosse qualcosa di distante e ignoto, che non esisteva grazie a me, ma grazie alla quale io stesso esistevo.
Giunge al luogo dell’anima chi distoglie il proprio desiderio dalle cose esteriori.
Se non la trova, viene sopraffatto dall’orrore del vuoto. E, agitando più volte il suo flagello, l’angoscia lo spronerà a una ricerca disperata e a una cieca brama delle cose vacue di questo mondo.
Diverrà folle per la sua insaziabile cupidigia e si allontanerà dalla sua anima, per non ritrovarla mai più. Correrà dietro a ogni cosa, se ne impadronirà, ma non ritroverà la sua anima, perchè solo dentro di sé la potrebbe trovare. Essa si trovava certo nelle cose e negli uomini, tuttavia, colui che è cieco coglie le cose e gli uomini, ma non la sua anima nelle cose e negli uomini. Nulla sa dell’anima sua. Come potrebbe distinguerla dagli uomini e dalle cose? La potrebbe trovare nel desiderio stesso, ma non negli oggetti del desiderio. Se lui fosse padrone del suo desiderio, e non fosse invece il suo desiderio a impadronirsi di lui, avrebbe toccato con mano la propria anima, perchè il suo desiderio ne è immagine e espressione. Se possediamo l’immagine di una cosa, possediamo la metà di quella cosa. L’immagine del mondo costituisce la metà del mondo. Chi possiede il mondo, ma non invece la sua immagine, possiede soltanto la metà del mondo, poichè l’anima sua è povera e indigente. La ricchezza dell’anima è fatta d’immagini. Chi possiede l’immagine del mondo, possiede la metà del mondo, anche se il suo lato umano è povero e indigente…” (C.G. Jung)

Il potere benefico del “bel tempo” sulle creature della terra, su loro animo e le loro faccende

Questa mattina ho quasi potuto realizzare un mio sogno ormai ricorrente…
Svegliandomi ho sentito un rumore d’acqua ritmico e insistente che proveniva fuori dalla mia camera, dove giacevo ancora ad occhi chiusi, semi addormentata, e per un momento ho potuto cullarmi nell’idea che al di fuori della mia finestra di casa ci fosse un mare e le sue onde che si infrangevano lungo una spiaggia, mentre era solo acqua piovana che cadeva sul balcone, e a terra, in cortile.
In queste ultime due giornate di inizio estate mi è parso quasi di tornare indietro..come se fosse Natale…Esagero? Forse un po’, ma visto che non ho nemmeno potuto festeggiare il Natale l’anno appena trascorso per vari miei malanni di salute seri, e per questi non ho potuto nemmeno sorridere di fronte ad un solo simbolo natalizio, sono ancora in tempo adesso?
Il carillon di un angelo sorridente che riproduce una musichetta classica natalizia, una volta caricato il suo ingranaggio, è un modo per riprendermi da questo inizio di giornata cupo e umido. L’estate mi ha deluso..
E anche se è appena iniziata, non nutro elevate e nel complesso buone aspettative su di essa, dato anche il palcoscenico globale che il mondo mostra tuttora di se.
Le guerre che continuano ad imperversare, imperterrite del limite umano di resistenza, senza nessun briciolo di pietà umana che intervenga a Gaza, come in Ucraina o in altri ancora ben noti luoghi purtroppo martoriati da conflitti negli stati dell’Africa per esempio, come nel medio-oriente. Per non trattare poi dei significati divari tra persone ben pagate per svolgere le loro mansioni lavorative quotidiane e altri invece sottopagati per l’attività lavorativa che svolgono o in stato di precarietà nel lavoro etc,  che sono sempre attuali.
E altre cose che ho in mente ma non menziono per non rattristarmi ulteriormente…non voglio farlo.
Proviamo ad inserire un draghetto verde, qui sotto, per spaventare o allontanare almeno il mal tempo…ah ah ah
come rito di buon auspicio.     (sono ritornata ad una mente primitiva…??)

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Un cuore perso? No…

Una noia perniciosa governava il mondo…una frase trovata in un racconto noir che non mi sento di avallare, almeno non oggi. Dato che una specie di immotivata agitazione mi accompagna dalla notte appena passata nella quale sono riuscita a dormine poco e male.
Per non parlare poi della mattina dopo, quando alzandomi dal letto per prepararmi ad uscire di casa mi sono accorta di aver perduto il ciondolo a forma di cuore che ornava la mia amata collana d’argento, così ho messo a soqquadro il letto e la camera intera senza ritrovarlo. Sono uscita con questo piccolo dramma dentro la testa e con vari dolori da “ciclo” mensile.
Fortunatamente sono riuscita a ritrovare il mio cuore ( ehm..si..il ciondolo..!)a far sparire buona parte dei dolori (grazie
all’assunzione di una bustina di antidolorifico Oki) nel pomeriggio, ma l’agitazione permane.  Sarà colpa della luna piena di questa notte, che riesce  forse ad influenzare, in piccola parte anche la mente delle persone, oltre alla crescita della vegetazione?
Si, insomma sono agitata… Ed è tutta colpa dell’astro d’argento? Non di qualcosa di più personale che mi staziona nella mente già da qualche tempo, come l’idea di andare da una psicologa, perchè forse parlare
con qualcuno che mi conosce appena, di qualche mio dilemma esistenziale può aiutarmi.
Probabilmente se mi fossi recata questa mattina in uno studio di uno psicologo, avrei chiesto, come mai,
a parer suo, David Foster Wallace si è suicidato, poiché questa è un’altra di quelle domande che mi si affaccia nella mente spesso, quando penso ad ogni libro letto di questo scrittore, che trovo un ottimo autore.
Perciò da quando ho iniziato a leggere il suo primo libro e quindi di seguito il secondo, mi sono
posta il quesito: perchè un individuo con un notevole successo nel campo letterario, che era il suo campo
prediletto, fra l’altro presumo, una moglie che lo amava, degli amici e un benessere economico notevole decida di togliersi la vita?  Soffriva di depressione da molti anni, questo è vero, però si curava con anti depressivi..
ma ciò non è stato sufficiente? Per me è impensabile che una persona di successo, amata e stimata da un ampio
pubblico, benestante e con una felice vita sentimentale, possa decidere di andarsene da solo, uccidendosi. Sarò ottusa, probabilmente
a ritenere ciò, dato la depressione che lo perseguitava da anni, e che nonostante le cure mediche, gli psicofarmaci assunti non lo ha
lasciato vivere.
Insomma, invece che di me, alla psicologa parlerei dello scrittore Wallace? Forse non sono ancora pronta per varcare la soglia di uno studio
psicoanalitico. Omertosa sono! AHahah

“E lì sparai a un leone sopra una giraffa morta…”  (pag 47, Ombre sull’erba – Karen Blixen)

Poi giusto per non farmi mancare niente in tema di legge della giungla, apro e leggo un libro di Karen Blixen, nel quale lei afferma di aver ucciso un leone, sparandogli , senza nemmeno esserne poi rammaricata. In effetti un leone non è un tenero pulcino, qui si trattava di ” mors tua, vita mea. “

Ma insomma perchè leggo così spesso: è un modo per fuggire dalla mia esistenza precaria? Oppure è solo svago? Perchè non sono ancora stata invitata nel salotto di Gigi Marzullo??

(Tratto da – Tipi psicologici – Jung)

“[…]Egli vede il cupo sfondo sul quale è dipinto l’aureo e sereno mondo dell’Olimpo:

I Greci dovettero creare questi dèi, per poter vivere, spinti dalla più profonda necessità…

Il Greco conosceva e sentiva i terrori e gli orrori dell’esistenza:

per poter semplicemente vivere egli dovette contrapporvi la splendida creazione di sogno degli Olimpici. L’immensa diffidenza nei riguardi delle forze titaniche della natura, la Moira che troneggia spietata al di sopra di ogni conoscenza, l’avvoltoio del grande amico degli uomini Prometeo, la sorte tremenda del saggio Edipo, la maledizione che pesò su tutta la stirpe degli Atridi e che portò Oreste al matricidio…furono dai Greci continuamente superati, in ogni caso velati e sottratti alla vista mediante l’artistico ed equilibrato mondo degli Olimpici.

***

Dopo questo stralcio di brano estrapolato da un libro di Jung, io oso scrivere qualcosa…che potrebbe essere in tema?  Beh, voglio in effetti trascrivere qui sopra, di un sogno che ho fatto stanotte, che ha avuto connotati orridi per me! Sogno: Sul luogo di lavoro che avevo volevano darmi la seguente mansione: nutrire dei piccoli pulcini, e  sul momento ne ero contenta, dato la loro tenerezza,  ma sentendo il seguito della mansione ne sono stata atterrita, dovevo anche ucciderli, riporli in una scatola e inviarli in varie destinazioni. Il mio “capo-ufficio” vedendo l’aria dubbiosa dipinta sulla mia faccia, dopo la descrizione di tutto il “lavoro” che mi aspettava per intero, ha esclamato: pensavi che nutrissimo i pulcini per farli diventare animali da compagnia?? E’ ovvio che qui debbano essere uccisi, si allevano per questo! ..Se ne è andato via ridendo. Che brutto ceffo e sogno!  E questo sogno posso inserirlo tranquillamente in quei sogni crudeli e senza senso…che ogni tanto il mio inconscio genera