Due piccoli granchi giocano vicino ad una bancarella di monili, su una spiaggia..in Argentina

Cammino di più nei miei sogni di notte, che nella realtà, di giorno. Visto che spesso per spostarmi da una parte all’altra della mia città utilizzo Autobus o automobili, invece questa notte, dormendo e sognando ho camminato a lungo su una spiaggia, sopra la sabbia, e c’erano anche le Pampas argentine, non riesco a comprendere il come, ma essendo una visione onirica, notoriamente illogica, non chiedo di più, spiegazioni logiche.

Le pampas argentine sono vaste pianure dell’Argentina e in questo Paese, nel quale mi ritrovavo, percorrendo un lungo tragitto a piedi, tra campi e terreni sconfinati, vedevo comparire di fronte a me, una specie di bancarella, carica di oggetti vari, perlopiù erano monili. La bancarella era posizionata in un luogo un po’ scosceso, su di una spiaggia. La donna che vendeva questi monili, mi illustrava, mi faceva vedere: bracciali, ciondoli, pendenti e pietre di svariati colori e dimensioni. Dei piccoli granchi giocavano vicino a noi due, sulla sabbia. Era un bel sogno, io ero indecisa su quello che dovevo acquistare, dato che doveva essere dato in regalo, ma per chi fosse lo ignoro…lo ignoravo. Sarebbe bello essere di nuovo in quel sogno, stanotte, peccato che non si possano decidere le visioni oniriche..

Se tutto viene deciso da altri o da “altro”

Deciso dalle leggi vigenti nella società in cui si è inseriti dalla nascita..

Deciso dalle leggi di uno Stato (che può diventare “dittatoriale”, a poco a poco…da un momento all’altro)

Deciso da un virus costruito ad hoc in un laboratorio e poi rilasciato..

Deciso da multinazionali (che producono farmaci, ora) e che desiderano arricchirsi come dei nuovi Creso

La libertà sembra una strada davvero ampia, e così sconfinata da sembrare illimitata.. quando c’è, ma quando viene tolta, a poco a poco, ci si sente incollati al suolo, senza una possibilità di un movimento e all’improvviso si è solo una Volontà nulla, annientata.

Mia mamma ha 38 di febbre e tossisce in continuazione dopo il vaccino Moderna, terza dose. Mi dice: oggi chiamerò la dottoressa e le chiederò qualcosa…ma non credo che mi vorrà visitare. Quella ha paura.. Io le rispondo: – Mamma hai fatto un vaccino…non ti sei ammalata .
Immagino che per lei sia la stessa cosa, visto che ha la febbre e tossisce di continuo. Ha preso già tre Tachipirina 500. Sarà il caso di una 1000?

” A volte penso mi sia toccato il peggiore dei ruoli. Altre volte penso di aver avuto una benda sugli occhi per quasi tutto il tempo. Le notti che ultimamente ho passato in bianco non sono servite a farmi trovare una risposta”
[Bolano]

Sono arrabbiata, e agitata in questi giorni…Arrabbiata perchè da quando, ieri pomeriggio mia mamma ha assunto la somministrazione della terza dose di vaccino..Moderna non si sente molto bene. Ha la tosse,  dolore al petto e molta stanchezza. Mia mamma ha 70 anni, e ogni volta che, in vita mia, mi è accaduto(per fortuna di rado) di scorgere in lei qualche segno di debolezza mi sono preoccupata. Poi mia mamma è una delle persone più spontaneamente buone e generose che conosca, inoltre è sempre vitale e ottimista. Le voglio molto bene. Vederla soffrire mi colpisce profondamente. Provo rabbia, verso questo “mondo” così ricolmo di stupidità e avidità nel quale mi ritrovo a vivere. 

 

nebbbbb

walterLauntPalmer   ” Se ho provato momenti di entusiasmo, li devo all’arte. Eppure, che cosa vana è l’arte! Voler raffigurare l’uomo in un blocco di pietra o esprimere l’anima con parole, i sentimenti con suoni e la natura su tela dipinta..” (G. Flaubert)

” Non sono complicato, ma contengo una dozzina di anime semplici insieme.”   (Bufalino)

E’ notevole come la luce proveniente dal cielo possa cambiare un panorama, o questa sua  specifica mancanza, quando si tratta della mia città, in questo momento invernale. Piacenza è immersa nella nebbia, la mattina, il pomeriggio, mentre la sera l’aria scura è fredda. Come la presenza giornaliera della morte durante lo svolgimento della mia vita, ha mutato il mio stato psicofisico, il mio umore. Nono sono abituata a vivere con la morte, ed è quello che sto facendo da quasi due anni, da quando un virus ha preso tutto lo spazio immaginabile nel mondo che conoscevo e amavo. Perchè non mi sono rassegnata? Alcune persone si dicono ormai rassegnate all’uso di “mascherine” protettive sul viso, al distanziamento sociale, all’allarme continuo fomentato a dismisura dall’informazione. Le persone sono diverse e in modo diverso reagiscono all’ambiente circostante. Per esempio, mia nonna, nata nel 1924, mi raccontava che quando era una ragazzina e c’era la guerra, lanciavano le bombe sulla città nella quale viveva, e lei era talmente spaventata da queste “invasioni belliche” del suo territorio.. che sua madre le diceva:  figlia mia, tu sei così tanto spaventata dalle bombe che non morirai sotto una di esse, per uno scoppio, ma morirai  prima…per la paura!

Probabilmente lei correva in modo convulso e agitato  o si spaventata visibilmente di più,  di più degli altri attorno a lei, forse piangeva e tremava anche, chissà. Ad ogni modo, anche lei aveva a che fare con la morte, viveva insieme alla morte, come stiamo facendo noi. Questa cosa mi ha anestetizzato l’anima, è come se non la sentissi più in me. Rinuncio sempre di più a vivere. Ho rinunciato ad andare a teatro per il 31 Dicembre poichè immaginavo che le persone fossero sedute una accanto all’altra, senza nessuno spazio. Ho rinunciato ad iscrivermi ad un corso che avrei frequentato con molto piacere (cos’è il piacere? Non lo conosco più). Ho rinunciato a salire sopra ad un treno per fare varie passeggiate a Milano,  e Cremona . Tutte cose che avrei fatto normalmente, più volte in un mese, nella mia vita passata. Ho rinunciato ad andare in un locale una sera in particolare…perchè poteva essere (inutilmente) rischioso…

Il posto di lavoro, e uno dei pochi luoghi fisici in cui mi reco, la mia vita è una copia molto sbiadita di una vita normale e vera. Credo di avere esagerato davvero fino a qui. Sarebbe arrivato il momento di cambiare registro per la salvare quello che resta della mia sanità di mente. Labile, flebile.  Ci sono alcuni miei parenti, che nonostante i loro 65 anni d’età, si spostano, frequentano corsi in palestra, si recano a teatro, insomma non hanno smesso del tutto di frequentare la vita vera e sono più sorridenti di me.