Dubbi

Non ho compreso un paio di cose, la prima è la seguente, che differenza intercorre tra: Precipitazioni sparse, Pioggia, Rovesci…?? (Praticamente dovrò sempre uscire con un ombrello nella borsa.., è così?)
La seconda cosa tratta della parte finale di un film guardato alla televisione… non del tutto. Come finisce “Joker”?
Lui era veramente il fratellastro di Bruce Wayne?
Troppa sofferenza sulle spalle di Arthur, non sono riuscita a sopportarla.., non aveva mai un supporto valido, qualcuno che dimostrasse gentilezza o riguardo per lui!  E’ così che si diventa “cattivi”?
J. A Grimshaw

” Meglio pensare all’avvenire e sperare nell’aiuto di Dio”   Canne al vento – Grazia Deledda

Non conosco il motivo per cui  i testi di grammatica, sia quelli di lingua italiana che di lingua francese o inglese mi affascinano, ogni tanto in modo per me irresistibile mi avvicino ad ognuno di loro.  (avrei dovuto usare il congiuntivo..per il verbo “affascinare”?) Ah ecco perchè…forse il motivo è la consapevolezza della mia carenza!

Però non lo volevo scrivere qui sopra della mia ignoranza grammaticale, ma della mia debolezza caratteriale. Ho tante paure, angosce, a volte alcune  sono addirittura “causate” dalle esperienze della vita di altre persone vicine a me, senza che loro lo sappiano. Per esempio, a tizio oppure a Caio è successa una brutta esperienza su un versante  specifico della sua esistenza?..Ebbene.. io ne assorbo in modo negativo “lo sconveniente” .

Non tutte (le vicissitudini ) comunque vengono provocate dall’ascolto di esperienze altrui, ci sono angosce che sono originate dalle mie brutte esperienze personali. Poi quando si mescolano le due cose è ancor peggio!

Evenienza/cosa.. che è proprio accaduta!

Narrare tutti i vari episodi sarebbe come “scrivere” un racconto di vita..elaborato personale.

Ho trovato un vecchio libro di grammatica, grammatica italiana (con Nozioni di linguistica) al quale sono state fatte delle “orecchie” ovvero alcuni bordi esterni delle sue pagine sono ripiegate formando una specie di triangolo sull’orlo..un segno…al posto del segnalibro.  Nelle pagine segnate compaiono due brani, il primo di Grazia Deledda che affronta il tema del “passato/rimpianto” e l’altro di Pirandello sull’argomento vita/morte -forma..!

Trascrivo qui sotto proprio il brano d Pirandello.

“Ora la mia tragedia è questa. Dico mia, ma chi sa di quanti! Chi vive, non si vede… Se uno può vedere la propria vita, è segno che non la vive più:  la subisce, la trascina. Come una cosa morta, la trascina. Perché ogni forma è una morte. Pochissimi lo sanno, i più, quasi tutti, lottano, s’affannano per farsi, come dicono, uno stato, per raggiungere una forma: raggiuntala, credono d’aver conquistato la loro vita, e cominciano invece a morire. Non lo sanno, perché non si vedono; perché non riescono più a staccarsi da quella forma moribonda che hanno raggiunta; non si conoscono per morti  e credono d’essere vivi. Solo si conosce chi riesca a veder la forma che si è data o che gli altri gli hanno data, la fortuna, i casi, le condizioni in cui ognuno è nato. Ma se possiamo vedere questa forma, è segno che la nostra vita non è più in essa:  perchè se fosse, noi non la vivremmo: la vivremmo questa forma, senza vederla, e morremmo ogni giorno di più in essa., che è già di per sé una morte, senza conoscerla. POssiamo dunque  vedere e conoscere soltanto ciò che di noi è morto. Conoscersi è morire.

La carriola – Pirandello

i luoghi che si frequentano

Entro spesso all’interno di varie librerie, e perciò trovo facilmente qualche libro che riesce a conquistarmi , come Le sorelle Bunner  di E. Wharton

“Le ore della notte trascorse lente, scandite con tediosa insistenza dall’orologio che aveva giocato un ruolo così importante nella loro vita. I singhiozzi di Evelina agitavano ancora il letto a intervalli via via sempre più lunghi, finchè Ann Eliza pensò che si fosse addormentata. Con l’alba però gli occhi delle sorelle si incontrarono, e il coraggio di Ann Eliza venne meno quando guardò Evelina in viso.  Si sedette sul letto e tese una mano supplichevole-Non piangere così, cara. Non piangere. – Oh non ce la faccio, non ce la faccio, gemette Evelina.  Ann Eliza le accarezzò la spalla tremante. – No, no -ripetè – Se prendi gli altri cento non basteranno? Ho sempre avuto intenzione di darteli. Solo che non volevo dirtelo fino al giorno del tuo matrimonio.

Il matrimonio di Evelina ebbe luogo il giorno stabilito. Fu celebrato di sera, nella cappellania della chiesa frequentata dalle sorelle, e dopo che la cerimonia  fu conclusa i pochi ospiti presenti si recarono nel seminterrato delle Sorelle Bunner, dove li attendeva una cena di nozze. Ann Eliza  aiutata dalla Signorina Mellins e dalla Signora Hawkins, nonchè sostenuta nell’animo dall’interesse sentimentale dell’intera strada, aveva prodigato ogni energia nella decorazione  del negozio, e del retrobottega. Sulla tavola, un vaso di crisantemi bianchi divideva un piatto di arance e banane dalla torta nuziale glassata ricoperta di fiori d’arancio fatti dalla sposa.  Foglie autunnali tempestate di rose di carta ornavano la scansia e la cromolitografia della Rocca Eterna, mentre una corona di perenni gialle circondava l’orologio che Evelina venerava come l’agente misterioso della sua felicità.”

Se entrassi in altri tipi di negozi, come un Caffè- o un Cocktail Bar – finirei per essere conquistata da altri articoli..

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