Il tempo musicale nelle sue diverse accezioni

tempo e musica

Scandito, come sanno tutti coloro che si esercitano con uno strumento, dal ticchettio regolare e cadenzato del metronomo, il tempo è una dimensione fondamentale della musica. Si può dire anzi che la musica è l’arte del tempo per eccellenza. Ma che cosa si intende per tempo in musica? Possiamo partire dalla definizione di tempo all’interno del discorso musicale come movimento più o meno rapido a cui attenersi nell’esecuzione di un brano osservando, se ci sono, le didascalie dell’autore poste all’inizio del brano stesso (allegro, adagio, presto ecc.), ovvero nel corso di esso (rallentare, stringere, accelerare ecc.). Indicazioni del genere.

Fino al XVIII secolo, o non esistevano o erano scarse: per secoli ci si attenne al battito medio del polso umano, 75/80 battiti al minuto, per calcolare approssimativamente la durata di una nota scelta come punto di riferimento (per esempio la minima o la semiminima); criterio, questo, che variò col variare del sistema di notazione. Nel 1634 Frescobaldi pubblicò le Canzoni da sonar con indicazioni di tempi, dove però i cambiamenti di tempo corrispondono a cambiamenti di valore delle note. Solo nel secolo successivo di affermò l’esecuzione secondo le didascalie, prescindendo dal valore delle note.

Si dovrà attendere gli inizi del XIX secolo con l’invenzione di uno strumento di misurazione oggettiva come il metronomo ad opera di Mälzel che permise una misurazione del tempo musicale in modo invariabile e pressoché assoluto. Ma il tempo può indicare in musica anche la ragione metrico ritmica di un sistema di battute, costruite in tempo binario (pari) o in tempo ternario (dispari), ovvero in tempo quinario, settenario (misto pari e dispari), ognuna organizzata secondo un’alternanza di accenti forti, mezzoforti, deboli (tempo forte in battere, tempo debole in levare): per esempio, in una misura in 4/4, il primo è tempo forte in secondo tempo debole, il terzo mezzoforte, il quarto è debole.

Un’altra   accezione del tempo all’interno dell’universo musicale è costituita dalla indicazione di una parte di una composizione sinfonica o da camera: tempo di sinfonia, di sonata (I, II tempi ecc.).

Ancora in musica può darsi l’espressione tempo rubato che sta ad indicare un cedimento, una licenza, nell’interpretazione ritmica di un passo, come se una nota dovesse “rubare” sull’altra (ad esempio le sezioni virtuosistiche della toccata del Sei-Settecento espressione della fantasia allo stato puro).

Il tempo musicale nelle sue diverse accezioniultima modifica: 2020-06-20T02:36:11+02:00da gabriele.manco