Macchine mortali

Film di Febbraio: Macchine mortali, un flop che non è così flop

Macchine mortali è un film fantasy/fantascientifico diretto da Christian Rivers, in casa Universal Pictures.

Ambientato in un futuro post-apocalittico dove le città sono dei giganteschi macchinari (sarà per questo il titolo) improntati sullo stile steampunk, così come tutto il resto dell’ambientazione. La trama è molto scontata: c’è il “leader” della città Londra che appare come buono ma in realtà è cattivo, i protagonisti maschile e femminile sanno/scoprono la verità e si alleano con le perone considerate fuorilegge, in realtà buoni, per combattere il cattivo.

Gli attori sono quasi tutti sconosciuti, alcuni già visti da qualche parte, come il protagonista maschile, ma comunque di poco spicco. Celebrità della pellicola è Hugo Weaving, visto nella saga di Matrix e de Il signore degli anelli.

Sebbene sia stato giudicato come uno dei più grandi flop del 2018, a me è piaciuto! Poteva essere fatto meglio, certo, ma sinceramente lo riguarderei molto volentieri.

Essendo un flop, non ci sarà  mai un sequel, peccato. Tuttavia, la pellicola è basata sull’omonimo romanzo di Philip Reeve, primo di una serie di 7 volumi.

X-men: Dark Phoenix

Film di Febbraio: X-men Dark Phoenix

Dopo aver impiegato qualche tempo per capire bene in quale linea temporale ubicare il film, con tutta la faccenda del passato riscritto…

Storia centrale è quella di Jean Grey/Fenice, completamente diversa dalla Jean Grey/Fenice di X-men 3: conflitto finale (non solo per l’età del personaggio, proprio la storia è completamente diversa, compresa l’indole del personaggio). Dopo aver assorbito una certa quantità di energia, i poteri di Jean Grey vengono amplificati tanto da non riuscire a controllarli. Intanto sbarca sul pianeta Vuk, la leader di un popolo alieno, che vuole prendere questa enorme energia. Combattimento, ricongiungimento, combattimento, tutti felici. Finale molto “meh, va beh”.

Allora. Non posso dire che mi abbia fatto cacare, infatti non è tra i “flop di febbraio”, però non posso nemmeno dire che mi sia piaciuto tantissimo. Banale, mi è sembrato banale. Potevano farlo, come non potevano farlo.

Scena preferita: l’incontro tra Charles Xavier e Magneto nel tavolo di un bar, per giocare a scacchi. In assoluto una scena iconica nei film degli X-men.

Sophie Turner mi è piaciuta molto come attrice, non avevo mai avuto occasione di apprezzarla. Nulla da togliere a James McAvoy o Michael Fassbender (sempre bello lui, matura con l’età).

Scena post-credit: NON c’è.

Cosa ne sarà del futuro degli X-men, a questo punto? Dark Phoenix è l’ultimo capitolo della saga X-men che conosciamo. Ora che la Walt Disney Company ha comprato sia casa Fox che casa Marvel (ma quanto si è espansa l’anno scorso?), la saga degli X-men può finalmente rientrare sotto la targa Marvel. Ci si può benissimo aspettare che ricomincino l’intera saga, ma per il momento non ci sono progetti imminenti al riguardo.

Dolittle

Film di Febbraio: Dolittle. Una recensione modestissima di Mister D.

Dolittle, un film scelto da Mister D. E’ piaciuto, non da dire che sia diventato il suo film preferito, ma gli è piaciuto molto. Io ne ho dormito una mezzora, ma son dettagli.

Il film ha un cast d’eccezione, tutti attori conosciutissimi. Tra questi: Robert Downey Jr., Michael Sheen, Antonio Banderas e il professor Lumacorno di Harry Potter. Ce ne sono tantissimi altri, più o ugualmente famosi, ma doppiano le voci degli animali.

Parentesi aperta per Antonio Banderas: VA BEH BELLISSIMO, l’ho adorato. Specialmente nella versione in lingua originale, ha una voce che mamma mia. E la barba grigia nemmeno lo invecchia, anzi.

Di analogie con il vecchio dottor Dolittle di Eddie Murphy ce ne sono poche, ad esempio il fatto che il protagonista possa parlare con gli animali o che il nome della tigre sia sempre Barry (mi pare di ricordare che la tigre operata da Eddie Murphy si chiamasse Barry anch’essa, ma non ne sono sicura), per il resto è una storia completamente diversa.

Questo nuovo Dolittle è  uno studioso esperto di zoosemiotica, inizialmente recluso nella propria abitazione con la sola compagnia degli animali, che si trova costretto ad intraprendere un viaggio per salvare la vita della regina inglese. In questo viaggio è accompagnato dagli amici animali e da un ragazzino che diventa suo apprendista.

Ah, c’è anche un drago, alla fine. A voi la decisione se apprezzare questo elemento o meno, potrebbe essere leggermente eccessivo.

Una differenza che abbiamo molto apprezzato è che nel Dolittle di Eddie Murphy il protagonista semplicemente capisce cosa dicono gli animali, come se parlassero la sua lingua, ma di punto in bianco, mentre nel Dolittle di Robert Downey Jr. il protagonista capisce gli animale perché ha studiato il loro linguaggio ed è lui stesso a parlare come loro, quindi a fare il verso del gorilla, dell’oca, eccetera. Ha decisamente più senso.