Lettere in Cammino

Una lettura consigliata


A chi nel tempo ha curiosato nel mio profilo non sarà certamente sfuggita la personale predilezione per le vignette di Silvia Ziche, disegnatrice Disney di talento assoluto e creatrice di un proprio personaggio, Lucrezia, talmente autoironico da essersi guadagnato la simpatia indiscussa del pubblico femminile ma anche, trasversalmente, di quello maschile. Nel tempo ho acquistato quasi tutte le raccolte di Lucrezia sia per me sia per regalarle in occasione di feste e compleanni (e sono sempre stati doni graditissimi!). Nell'ultimo suo lavoro ("La Gabbia", edizioni Feltrinelli) tuttavia non c'è Lucrezia a farla da padrona ma una ragazza che si confronta con la morte della madre appena avvenuta: attraverso con un percorso delicato, a volte surreale ma estremamente preciso nel tratteggiare gli stati d'animo della protagonista, i ricordi prendono forma e rendono il lettore partecipe della complessità di un rapporto che spesso nel momento dell'estremo saluto ci lascia con la sensazione di un confronto mai risolto, condannandoci alla presenza discontinua di uno spettro che di tanto in tanto fa tintinnare le sue catene... Non voglio naturalmente svelare nulla del finale o troppo della trama però il messaggio che ho sentito maggiormente passare da quelle vignette è che il giudizio che noi ci formiamo delle persone, soprattutto quelle più care, è vergognosamente incompleto e che per quanto potremmo lavorarci di più ci saranno sempre zone oscure volutamente impenetrabili. Confini che sono regolarmente fonte di sofferenze, incomprensioni, infelicità diffusa (la vignetta di questo articolo è tratta dal libro) e che possiamo solo sperare, a posteriori, di poter conoscere per meglio comprendere, soprattutto per chiudere un ciclo e passare oltre.