BUONGIORNO! LEGGE 9 luglio 1990, n. 185 - Normattiva Al link potete leggere la versione integrale della legge che regola la vendita, la cessione e l'esportazione delle armi; bene: nel Draghistan, pur menzionandola, e dichiarando di averne presa visione, e nel rispetto della stessa si attesta la legittimità della cessione delle armi all'Ucraina. Invece, il governo contravviene alla legge menzionata, per quanto disposto dal comma 5 dell'articolo 1 della legge tuttora in vigore, e che riportiamo qui:
((5. L'esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario
e l'intermediazione di materiali di armamento, nonche' la cessione
delle relative licenze di produzione e la delocalizzazione
produttiva, sono vietati quando sono in contrasto con la
Costituzione, con gli impegni internazionali dell'Italia, con gli
accordi concernenti la non proliferazione e con i fondamentali
interessi della sicurezza dello Stato, della lotta contro il
terrorismo e del mantenimento di buone relazioni con altri Paesi,
nonche' quando mancano adeguate garanzie sulla definitiva
destinazione dei materiali di armamento.))
e che recita testualmente in coda allo stesso e lo ripetiamo ..."quando mancano adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali di armamento". Come è risaputo e noto, anche l'interpol ed altre polizie hanno lanciato l'allarme, sull'incerta destinazione delle armi destinate a Kiev, ma che in realtà finiscono in maggior parte nelle mani di trafficanti d'armi, e che hanno base particolarmente in Albania e Kosovo, come abbiamo più volte pubblicato nel blog. Quindi la "dittatura" in atto in questo nostro paese, esegue solo gli ordini e tutela solo gli interessi degli USA...fottendosene della costituzione e delle leggi di questo stato che di sovrano non ha più niente"! Come al solito gli organi di controllo e la magistratura, se non dormono sonni profondi...si girano dall'altra parte! La fantapandemia e la guerra sono parti di un unico disegno che non prevede popoli liberi, ma solo docili e mansuete pecorelle ubbidienti e terrorizzate... qui di seguito, un paio di articoli su come non si vuole la pace fra i belligeranti, ma anzi USA Nato ed UE, per i loro interessi, brigano per allargare il conflitto a qualcosa che sarà catastrofico per l'Europa e per noi! ricordate bene: se la guerra degenera, non moriranno a Miami o New York...ma a Berlino, Roma e Parigi!...I nostri "criminali" al governo, lo sanno bene.
Il blocco di Kaliningrad e le possibili risposte della Russia
- Fabrizio Verde per "l'Antidiplomatico" 21 Giugno 2022 18:33A seguito delle sanzioni dell'Unione Europea contro la Russia, la Lituania ha deciso di bloccare parzialmente il transito di materiali e merci dirette a Kaliningrad. La decisione lituana ha provocato le proteste di Mosca e sta alimentando le tensioni tra la Russia e la NATO in una fase già molto delicata vista la situazione in Ucraina.Oltre a definire tale decisione una violazione del diritto internazionale, la Russia lamenta che i carichi bloccati costituiscono fino al 50 per cento delle importazioni effettuate da Kaliningrad. Un territorio russo che confina con Polonia e Lituania, due paesi della NATO. Parliamo innanzitutto di prodotti siderurgici e poi di beni come caviale, alcool, fertilizzanti, legnami, vetro e prodotti in legno. Dal 10 agosto saranno bloccati anche petrolio e prodotti petroliferi.L’importanza geopolitica di KaliningradFino alla fine della seconda guerra mondiale (1939-1945), Kaliningrad era territorio tedesco e si chiamava Könisberg. Dopo l’annessione all'Unione Sovietica in base agli accordi di pace di Potsdam, ha acquisito il nome di Kaliningrad in onore del rivoluzionario Mikhail Kalinin.Con una superficie di 15.100 km², Kaliningrad ha una popolazione di 482.443 abitanti al 2019. Questa città portuale si trova alla foce del fiume Pregel, che sfocia nel lago Vistola, che a sua volta comunica con il Mar Baltico attraverso il Stretto di Baltijsk.Questa rotta consente l'uscita marittima ai porti di Baltiysk e Kaliningrad in Russia, nonché ai porti polacchi di Elbl?g, Braniewo, Tolkmicko, Frombork, Sztutowo, Krynica Morska e Nowa Pas??ka.Grazie alla sua posizione strategica, Kaliningrad era una delle principali basi navali dell'Unione Sovietica nel Mar Baltico, insieme a Riga e all'isola di Kronstadt. Dopo l'indipendenza della Lituania nel 1991, Kaliningrad passò sotto la sovranità russa ma fu geograficamente separata dal resto della Russia.
Da quando è partita l’operazione militare in Ucraina il 24 febbraio, l'importanza geopolitica di Kaliningrad è diventata molto più evidente poiché consentirebbe alla Russia di proteggere le sue difese contro qualsiasi atto ostile proveniente dai paesi della NATO.
Il blocco viola gli accordi
Secondo il governatore della regione di Kaliningrad Anton Alikhanov, le azioni intraprese dall’autorità di Vilnius potrebbero portare allo strangolamento economico della regione.
Nel 2021, il 50% delle merci ha raggiunto la regione via treno, il 40% via mare e il 10% su gomma e in aereo. Il quinto pacchetto di sanzioni europee, introdotto contro la Russia nell'aprile 2022, ha interessato il trasporto merci, ma Kaliningrad non era stata interessata.
Presumibilmente perché ci sono accordi firmati all'inizio degli anni 2000, secondo i quali la Lituania si impegnava a non interferire con le forniture all'exclave russa per poter entrare nell'Unione Europea.
Il vicepresidente della Camera Alta del parlamento di Mosca, Konstantin Kosachev, ha affermato che la Lituania ha violato gli atti legali internazionali quando ha vietato il transito delle merci.
Oltre agli accordi tra la Russia e l'UE, ha menzionato l'accordo commerciale e tariffario dell'OMC e le convenzioni sui trasporti internazionali. Il politico non ha escluso che in futuro l'Occidente possa violare anche la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, grazie alla quale le navi giungono nella regione di Kaliningrad attraverso acque neutrali. È probabile che gli oppositori della Russia faranno lo stesso con lo spazio aereo, aggiunge il senatore e diplomatico russo.
Andrei Klimov, esponente del Consiglio della Federazione, ha definito il blocco un'aggressione diretta e ha suggerito di ricorrere all'autodifesa. Il suo collega Andrei Klishas ritiene le restrizioni lituane una violazione della sovranità russa e considera possibile una risposta "molto dura". "Lasciate che guardino all'Ucraina e pensino a quali altri metodi possono essere dalla nostra parte", ha affermato il senatore Sergei Tsekov.
Il ministero degli Esteri russo ha chiesto alle autorità lituane di revocare immediatamente tutte le restrizioni che Mosca considera "apertamente ostili". In caso contrario, la Russia si riserva il diritto di rispondere.
Come risponderà la Russia?
La Russia ha un ventaglio di possibili mosse per rispondere all’atto ostile delle autorità di Vilnius.
Innanzitutto potrebbe revocare il riconoscimento dell’indipendenza lituana. Una vecchia idea che di tanto in tanto riaffiora in quel di Mosca. Si ritiene che il Consiglio di Stato di Gorbaciov non avesse il diritto nel 1991 di revisionare i confini dell’Unione Sovietica. A tal proposito il deputato della Duma Yevgeny Fedorov ha recentemente presentato un disegno di legge.
Il deputato evidenziava che la Lituania non ha tenuto un referendum sull'indipendenza né ha stabilito un periodo di transizione, mentre ci fu un referendum dove la popolazione a stragrande maggioranza votava a favore del mantenimento dell'Unione Sovietica con tutti i suoi territori.
La Russia potrebbe anche decidere di uscire dagli accordi con la UE sulla Lituania. Come ricorda Dmitry Rogozin, che nel 2002-2003 condusse i negoziati in merito tra Mosca e Bruxelles, la Russia riconobbe i confini della Repubblica di Lituania in cambio di garanzie di transito ininterrotto di cittadini russi e merci russe da e verso Kaliningrad. Grazie a questo riconoscimento, la Lituania ha potuto entrare a far parte dell'UE e della NATO.
C’è poi un’altra possibile risposta, forte, gravida di conseguenze che potrebbero sfociare in uno scontro aperto con la NATO. Parliamo della realizzazione del cosiddetto ‘corridoio Suwalki’. Introducendo un blocco virtuale dei trasporti nella regione di Kaliningrad, Vilnius "ha eliminato la sedia" su cui è stata seduta per tutti questi anni come Stato membro dell'UE, ha affermato Andrey Klimov. Il comportamento inaccettabile della Lituania, che ha limitato il transito nella regione di Kaliningrad, avverte, mette a rischio la NATO. “L'Unione Europea, se non correggerà immediatamente l'impudente uscita di Vilnius”, ritiene il parlamentare russo della Duma, “rinnegherà essa stessa per noi la legittimità di tutti i documenti sull'adesione della Lituania all'UE e questo scioglierà le nostre mani per risolvere il problema di transito a Kaliningrad creato dalla Lituania con qualsiasi mezzo noi dovessimo scegliere”.
La creazione del ‘corridoio Suwalki’, un passaggio terrestre tra Lituania e Polonia della lunghezza di circa 100 km, che potrebbe collegare il territorio della Bielorussia con la regione russa di Kaliningrad, ha però un’implicazione: significherebbe scontro con la NATO.
Infine, la Lituania potrebbe essere scollegata dal sistema energetico. Questa sarebbe l’opzione economica più dolorosa che Mosca potrebbe scegliere come risposta a l’atto ostile di Vilnius. La Lituania è attualmente collegata all’anello energetico BRELL che unisce Bielorussia, Russia, Estonia, Lettonia e Lituania. I baltici dichiarano da tempo il loro desiderio di abbandonare questo sistema, fondendosi completamente nei sistemi energetici dell'UE. Tuttavia, la transizione energetica verso l'Europa - prevista per il 2025 - deve superare ancora notevoli difficoltà, quindi i paesi baltici sono tutt’ora fortemente dipendenti dall'elettricità russa. Scollegare la Lituania da BRELL prima del previsto creerà problemi molto seri per l’economia di Vilnius e la vita della popolazione.
Dopo l’Ucraina anche la Lituania è pronta ad immolarsi per servire gli interessi euro-atlantici?
Biden intanto ha annunciato che nei tempi prossimi non andrà in Ucraina.
Colpite le piattaforme di gas in Crimea: l'Ucraina punta all'escalation del conflitto
- Marinella Mondaini per "l'Antidiplomatico"
L'attacco di Kiev alle piattaforme di trivellazione della società di gas Chernomorneftegaz nel Mar Nero, in Crimea, ha sciolto le mani alla Russia, nel più breve tempo verrà data la risposta. "La Russia colpirà i centri decisionali dell'Ucraina", ha annunciato il deputato della Duma di Stato Mikhail Sheremet.
L'attacco degli ucraini alle piattaforme, dove erano presenti 109 persone, ha provocato 3 feriti, che si trovano nel reparto grandi ustionati dell'ospedale di Sebastopoli, inoltre 7 persone sono disperse, evacuate 94 persone.
Ora in Russia aspettano con ansia la tanto attesa risposta della Russia, la gente è stanca delle azioni sfacciate e continue di Kiev. Da sottolineare che i satelliti commerciali americani Worldview-1, Worldview-2 e Worldview-3 hanno fotografato l'area del Mar Nero, dove si trovano le piattaforme di perforazione di Chornomorneftegaz, una settimana prima che le truppe ucraine le colpissero.
Il Ministero della Difesa russo ha confermato di aver colpito con i missili "Kalibr2 il centro direzionale dell'esercito ucraino nella regione di Dnepropetrovsk e di aver eliminato oltre 50 generali e ufficiali ucraini.
Alcune divisioni dell'esercito ucraino hanno abbandonato i combattimenti nella zona di Lisicjansk a causa della "bassa condizione morale e psicologica e mancanza di proiettili".
Alcuni nazisti ucraini dalla fabbrica "Azot" cominciano a chiedere le trattative e hanno alzato le bandiere bianche... la terra sta letteralmente bruciando loro sotto i piedi.
La Russia ha dato l'ultimatum alla Lituania, la quale ha posto il blocco al transito delle merci tra Kaliningrad ed il resto della Federazione Russa. Se la Lituania non revocherà immediatamente il blocco commerciale, la Russia si riserva il diritto di intraprendere le azioni necessarie per difendere i propri interessi nazionali.
L'azione provocatoria della Lituania che infrange i propri obblighi internazionali, è considerata dalla Russia come un atto ostile. In sostanza è un casus belli ... cercano disperatamente la terza guerra mondiale.
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