Rufo

10\03\2019


Gli immortali sanno la strada della cappa del camino.Dormivo contro un tronco e mi svegliai sotto la luna  e la vidi che mi guardava con occhi obliqui,fermi e trasparenti,grandi dentro.Ero preso nel cerchio dei suoi occhi,mi salutò con un sorriso chiuso e dentro sbibottivo e rimase tra noi quello stupore;le venne poi un sorriso incredibile ,mortale.Lei era fiera e non aveva che quegli occhi;tu non dovrai svegliarti mai ,mi disse,lascia che tutto rimanga un sogno,verrò io a prenderti.Seguii la luna in tutte le forre ,nelle macchie,sulle vette.Tesi l'orecchio a quella voce un poco rauca,fredda e materna.Ogni brusio e ogni ombra mi arrestava ,poi venne la luce ,iniziammo la strada ma ero fatto per attendere la notte.Nel mio cervello passeggiava un gatto che miagolava con un timbro tenero e discreto.Una voce stillava nel mio intimo più tenebroso ,mi riempiva come un verso ritmato,mi rallegrava e addormentava i miei mali più crudeli,conteneva tutte le estasi ,per dire le più lunghe frasi non aveva bisogno di parole.Non tutto è perduto,la premurosa eccedenza del tempo va intesa come norma di natura:un cenno promette un dono desiderato.Sapere e non agire,agire anche sapendo,sapendo senza più voler sapere.Quante volte ci avvertono e non prestiamo orecchio andando verso il boia sorridendo.C'è questa pigrizia ,questa accidia ,un manto di neve che copre il primo germogliare della coscienza.Si mettono sul capo i veli della notte ma si cerca la luce del giorno;tutto è da schivare come una carogna guasta e c'è da nascodersi tra storpi e mendicanti in qualche angolo buio di lamenti.Siamo schiacciati dal peso di mille bestemmie .E' sempre troppo presto o troppo tardi per quello che si vuole fare.Un sole freddo imbiancava la polvere dei vetri ,il cielo è pallido e velato di bianco,i rigagnoli sono gelati stamane.So già che la giornata è perduta ,non concluderò nulla di buono salvo,forse,a notte fatta.Il sole indora indora vagamente sudice brume biancastre sospese nell'aria,poi cola nella mia stanza pallidissimo e distende sul mio tavolo riflessi sbiaditi e falsi.Con un sole così la cosa migliore sarebbe andare a coricarsi.Mi piaceva tanto il cielo di ieri,un cielo chiuso,nero di pioggia che si spingeva contro i vetri.Oggi su tutto quello che mi piace cade una luce avara e ragionevole ma è un giorno perfetto per un ritorno in se stessi:questi freddi chiarori che il sole proietta  come un giudizio senza indulgenza entrano in me attraverso gli occhi,mi sento rischiarato dentro da una luce avvilente e raggiungo il supremo disgusto di me stesso.