28 giugno 2024

Guardo il mondo socchiudendo gli occhi, il cuore si smarrisce in questi screzi d’estate che m’incantano l’anima. Anche questa mattina torna l’avvenimento del sole, un nuovo giorno fatto di giostre d’ore troppo uguali su cui scivoleranno le consuete illusioni. Il passato mi ricompare tutto in un punto turbato da una allegrezza solitaria. La Natura fulmina le sue creature ,le stelle seguitano il loro giro, un mondo indeciso è avvolto da questa ora afosa ,la luce s’è fatta abissale : sono in cammino per il viaggio finale ,pianto e riso sgorgano gemelli, intorno a me il Nulla e un girasole che si schiude. Una folata di vento alza l’amaro aroma del mare , mi sporgo sulla voragine della esistenza , si spegne la furia ubriaca della vita che mi culla in voli senza ali. Il Tempo configura i suoi grani che non mi lasciano scampo, per essi brucerò in un lampo. Il mondo esiste? Sgorgano vaganti incubi, mi attedio di crepuscoli, la ruota del Tempo dispiega la sua ombra infinita.

27 giugno 2024

Vivo un genere di solitudine abbastanza feroce, sento d’essere pressoché vuoto e di non avere alcuna seria ragione per esistere, mi basta il mio nulla individuale vicinissimo alla non esistenza. Sprofondo in una dolciastra e spaventevole catastrofe spirituale ,soltanto le distrazioni mi possono impedire davvero di morire. Ogni giorno è una monotonia gonfia di selciati, sono soffocato da centomila menzogne farneticanti. L’umanità è un ammasso di materia , filosofeggio e non è che un modo per avere paura, la vita è solo un lungo rifiuto, un lungo delirio. Bagno di illusioni i miei tanti giorni d’ombra la grande marmellata degli uomini mi fa semplicemente schifo. Spingo giorno e notte la vita davanti a me ,nel rumore che fa non sento niente ,essa include cautela, crudeltà e malizia. Contemplo me stesso scrupolosamente per vedere ciò che sono diventato in fatto di schifezza: niente più mistero, niente più ingenuità, mi sono mangiato tutta la poesia,la vita è fatta di rintronate verità, è ubriacarsi di qualsiasi cosa , sono finalmente diventato libero d’essere infelice.

24 giugno 2024

L’ondata della vita porta con se un frullo di ricordi, un eterno commuovermi m’abita l’anima: amo ciò che non c’è, ciò che non si vede, amo il Tutto inghiottito dall’azzurro dell’aria che quasi non si muove e di cui ascolto il sussurro. Ho imparato a staccarmi da terra ,piove nel cuore una dolcezza inquieta ,il silenzio  sembra tradire il segreto della felicità, un silenzio che mi mette nel centro della Verità. La mente dilaga in questo giorno che languisce ,vedo in ogni uomo un’ombra che si allontana. L’azzurro del cielo si mostra a pezzi ,s’affolla il tedio della pioggia ,la luce si fa avara,il vento che suona violento gela il cuore ,l’orizzonte si fa di rame ,il cielo rimbomba e s’annera, di me resterà un fiotto di cenere proteso all’avventura che ha il Nulla come meta. Ogni domani è un dubbio, il tempo è fatto d’attimi che mi insidiano  e che incidono il profilo della mia anima . Tra vetrate d’afa trapungo ore vuote, mi si inumidiscono gli occhi così vedo un mondo che trema opaco, sfuma e poi riappare: il mio cuore si smarrisce tra le lastre di questa estate.

23 giugno 2024

Nel mio passato non si muovono più cose e persone , mi smarrisco nelle cripte del tempo ,anche un’ombra mi confonde. Il sole che illumina il mio mondo è di una smisurata inutilità, sprofondo in una apoplessia pomeridiana nella quale ricordo che mia madre non rinunciò a farmi credere che il mondo è benevolo e che aveva fatto bene a concepirmi. Passo il mio tempo in attesa di una febbre che mi nasconda la vita: fidarsi degli uomini è già un farsi uccidere un pò. Non cerco più di riconoscere il reale , nuvole si ingolfano sotto la spinta del vento ,sono una vera provocazione alla felicità, è dormire che desidero irrestibilmente. Tento di familiarizzare con questa penombra , queste ore verticali aggiungono smarrimento a smarrimento. Agguanto un briciolo di sonno per uscire da necessità opprimenti e allontanarmi da un destino invincibile. L’età sopraggiunta non ha più molta musica in sè per far ballare la vita. Non ho più dentro di me una sufficiente quantità di delirio per sopportare la vita ma abito una agonia che non finisce mai: l’unica verità di questo mondo è la morte. Tutto ciò che la vita può fare sbocciare di più pericoloso sono divine e profonde armonie ,sogni affiorano nella notte per andare ad incendiarsi nel miraggio di una luce che si muove frenetica , mi ingozzo di illusioni per poter attraversare la vita e le atrocità degli uomini.

19 giugno 2024

Parlo come uno che ha finito il suo tempo, un tempo fradicio e cadente. Il divenire danza davanti a me , mi compiaccio del mio beato contraddirmi. Il tempo è una assurda irrisione di attimi ,divento ,allora, qualcosa che deve essere superato: sono un ponte non uno scopo. Tutto è frammento ed enigma , tutto è orrida casualità. Sono un tramonto che ricolma il mare d’oro, salto d’un balzo me stesso , non voglio avere nulla e meno di tutto una vita eterna ,mi amo autenticamente quando non voglio conservare me stesso , sono vero quando aspiro al mio tramonto. Assedio me stesso ascoltandomi , genero verità con la diffidenza e la crudeltà. Tutto si sta fermando, l’acqua è il mio più solido appiglio. Il Bene ed il Male sono folli illusioni, c’è solo una limpida libertà. Non c’è nessun avvenire da seminare , vivere è bruciare se stessi senza riscaldarsi, il mio cuore penzola sul mondo,la nausea del mondo mi dà una strana energia ,non sono un devoto abitante del mondo, lascio che il mondo vada come vuole non solleverò un dito contro di esso ma strozzo la ragione che lo governa.

12 giugno 2024

La vita diventa tollerabile solo quando cade la notte, quando la notte è dappertutto, è tutta tagliuzzata e la realtà si sgretola diventando una polvere pepata. Mi adagio in una immonda rassegnazione , ogni giorno maturo la mia marcescenza ,il vento fa calare le nuvole e fa sparire i giorni, nell’aria non c’è che una scintillante agonia e vapori danzanti. Mi impegno in disperanti occupazioni, sono seduto a forza in un pezzo di sole appena cascato giù. Guardo al mondo intero come a una specie di luna , vivo con formidabile rassegnazione , non mi chiedo perché sopporto il mondo, semplicemente lo odio. Raduno le mie incoerenze , spio il susseguirsi dei giorni che si offrono in pieno in una una luce senza scampo, entro troppo nel vivo dell’esistenza invece di scivolarci sopra. Sciabordo contro il destino con il rumore di un cicaleccio. Pezzi di notte diventano isterici, il cielo si pavoneggia di uno scarlatto delirante , il tramonto è un mostruoso assassino di sole i cui colori ricadono a brandelli.

07 giugno 2024

Ogni mia parola suona estranea , sembra lo scarabocchio di un folle. Mi nutro di cose innocenti, parlo solo per le mie orecchie. Insegno agli uomini a volare , mi rivolgo a tutti coloro per cui è pesante la terra e la vita: solo chi vuol divenire leggero ama se stesso!  Sopporto di rimanere presso me stesso, scavo una miniera dentro la mia anima, spero di venire perdonato se vivo che è ciò che mi è stato assegnato. Carico su di me parole e valori estranei così la vita mi sembra un deserto e un grave fardello. Per esistere imparo ad avere un guscio e una cecità intelligente; spesso la ragione mente a proposito dell’anima , sono nemico di tutto quanto è sangue e carne , non voglio abitare dove gli uomini sbavano e sputano, dove gli uomini si trasformano in bestie malvagie o cattivi domatori. Ho imparato l’arte di attendere me stesso, i miei occhi dilagano in remote lontananze, chiedo malvolentieri la strada preferisco perdermi da solo: ogni mio cammino è un interrogativo e alla fine mi accorgo che la strada per raggiungere la meta che mi sono prefisso non esiste.

05 giugno 2024

Torno a piangere in questi luoghi allora mi sforzo di allontanare la verità anche se non credo più alle parole ,non credo più a quello che provo. Ho chiuso ogni lato della mia esistenza , i muri di questa stanza sono delle bare, non mi resta che il passato. Il mio ruolo sulla terra è patire ,il mio è un pessimismo rassegnato e tragico, non ho che da espiare la mia indegnità. Anche morire è un lavoro, la terra dove mi metteranno a marcire è la stessa da cui viene il pane. Sono assorbito dai fanghi tenaci della vita, sono avvolto da tenebre indomabili. Mi arresto ai bordi dell’esistenza ,sono affascinato da solitudini inviolate e invaso da ogni tipo di marciume .Ho la incosciente pretesa di respirare eppure ne ho abbastanza della vita. La luce sfrigolante di questo tramonto mi abbaglia ,non faccio che ripetermi: fai in fretta a marcire! Ogni giorno sono punito perché oso esistere, ogni mattino mi avvolge lo sdegno per l’ennesimo risveglio. Pensare è assolutamente troppo per me ,la paura è la sola cosa di cui ho bisogno per cavarmi d’impiccio nella vita. Affogo in una nebbia pastosa ,sono un creatore di disillusioni, anelo ad una madida agonia. Contemplo la parte più spessa della notte così avverto tutte le complicità del silenzio.

31 maggio 2024

Abito in una pace ringhiosa, cerco a tentoni la felicità, il mondo intero mi insidia, faccio la manutenzione delle mie illusioni. Nella mia vita non c’è nessuno spazio per il dubbio ,tutta la mia anima è invasa di verità. Cerco di rallentare il tempo, la sua frenesia. Sto davanti alla mia esistenza come davanti a un mostro, non mi resta nessuna consolazione. Sono collocato nel fondo dell’ineffabile, la menzogna diventa la mia ragione d’essere. Ho perso la gioventù a colpi di goffaggini,sono diventato brado come un animale. Penso all’avvenire come ad una sorta di delirio, chioccia nella profondità del mondo l’angosciante futilità degli esseri umani. Mi sono fatto la mia provvista d’indifferenza ,ho gli occhi gonfi di tenebre. Il normale delirio del mondo non fa che crescere, la morte mi bracca quotidianamente ad essa mi avvicino con balzi inutili e sconnessi. Distruggo quel pò di fiato che mi resta, navigo in un ozio piscioso, nella mia carcassa rinsecchita non esiste un solo animo che non sia cattivo. Per vivere l’intelligenza è superflua ,è di disturbo, bastano le verità del cuore.

30 maggio 2024

Solitudine torno a te colmo di lacrime, ascolto un vento impetuoso, imparo il silenzio, galoppo verso la Verità. Mi infrango contro il silenzio così diventa tutto chiaro.L’Essere si dischiude e vuol diventare parola ma ogni discorso è vano: la miglior saggezza è tacere e passare oltre. Non sopporto più di respirare, solo mi consola stare in ascolto di questo beato silenzio. Tutto è logorato a forza di parole , il più grande pericolo è riempire il cuore di compassione ,per poter sopportare gli uomini devo misconoscere me stesso. Non riesco a redimermi da tutto ciò che è umano, attorno ai miei pensieri voglio alzare recinti, tutto proclama : tu devi scomparire ,allora sarei spregevole se continuassi a respirare. La saggezza fiorisce dal buio, essa non fa che sospirare: tutto è vano, vivendo non fai altro che ingoiare sputi velenosi, per questo sono stanco del mondo.