Rufo

21gennaio2020


Sovraccarichiamo di senso eventi accidentali così siamo fatalisticamente obbedienti al destino rivestito di caos.Pensare alla morte significa vivere una vita votata alla conoscenza del vero: pensare è pensare alla morte.Il segno più caratteristico della saggezza è il dubbio costante.Bisogna riservarsi nella vita un retrobottega di solitudine.Si acquista un'etica con la cognizione diretta del dolore e si raggiunge una forza serena se si accetta l'inevitabile.Tutte le cose sono sottoposte alla legge della trasformazione ,ciò che sembra costante è in realtà sottoposto a un movimento più debole.Decontestualizziamo i giorni della vita e ci renderemo conto che noi siamo la morte di noi stessi,la morte ha le nostre fattezze.Consideriamo con distacco il Bene e il Male ,allietiamo la vita utilizzando l'idea della morte come prova del fatto che non ci dobbiamo preoccupare del futuro.Gli uomini non sono in grado di rinunciare al tempo della dissipazione ,ciò è segno di una bassa potenza di esistere e dimostra l'incapacità di non affidarsi a tutto ciò che è contingente,bisogna invece affidarsi al peggio per vedere il meglio.