Rufo

1febbraio2020


La differenza tra campi di senso è ontologicamente costitutiva dell'esistenza di qualunque cosa:niente può esistere che non avrebbe potuto essere altrimenti. Non appena verità necesarie esistono queste sono contingenti in un ordine di senso superiore. Ci sarà sempre un campo di senso determinato entro il quale appariranno cmpi di senso indeterminati e questo determina che non possiamo stabilire la necessità della contingenza,ma al contempo non si può stabilire nè la contingenza di una contingenza,nè la necessità di una necessità. Un campo di senso ultimo non può esistere perchè per esistere dovrebbe comparire all'interno di un campo di senso e così via all'infinito;allo stesso modo le modalità di un campo di senso ultimo è indecidibile:il campo dei campi non può essere presupposto come esistente. Non si può dire che tutto è contingente perchè non esiste un cosa come il Tutto. Se fossimo in grado di definire un campo di senso escludente qualsiasi sua alternativa saremmo riusciti  a raggiungere il fondo ultimo di una necessità assoluta ossia ci muoveremmo all'interno di un campo di senso onnicomprensivo (cioè che comprende se stesso),mentre per ogni campo di senso che non comprende se stesso si ha sempre una alternativa cioè si può sempre definire un senso altro. Non c'è enunciato senza contesto. Incensiamo l'esistenza dicendo che l'Essere è l'unico valore,ma l'Essere è privo di valore. L'affermazione che tutto è senza comporta che anche l'affermazone stessa non ha senso quindi del senso non si può dire nulla. L'Assoluto presuppone se stesso nel nostro presupposto. L'Essere è presupposto come necessario punto di partenza di ogni particolare pensiero,eppure esso è disponibile esclusivamente nella transfinita moltiplicazione dei campi di senso. L'apparizione in un campo di senso identifica l'esistenza.