Rufo

14marzo2020


Stritolato nell'ingranaggio della tristezza,sferzo a sangue il tempo,ogni giorno la vita è confutata,mi abbandono all'attimo.Pongo su un piatto la luce verso cui tende una rosa,il senso del qui e ora si perde nelle nebbie del tempo.Cerco dentro gli occhi le lacrime che non ho pianto,ciò che sono perdona a ciò che fui,ciò che chiamo vita è un lento suicidio.Il profumo di mari silenziosi irrora la mia esistenza,tutto il resto è superfluo.Porto il lutto dell'ora appassita,ho bevuto dai miei occhi schiumando dolore,fuggo nella mia solitudine perchè ciò che è verità è menzogna e nullità.Il pendolo del tempo oscilla tra sempre e mai e spinge la mia esistenza verso le lune del cuore,dono,morendo,alla terra il cielo.Il mio pensiero annerito dai sogni mi spira incontro ciò che esalai.Intimamente è sepolto nel mio cuore il tempo che ho vissuto,sono stato solo padrone dell'attimo,questa è la verità che sta a fianco dell'assoluto.Fuggo là dove l'aria spira forte ed è inclemente,la notte farà germinare un cuore che conta le ore,i giorni e gli anni.Ogni parvenza schiuma come l'onda,io so la più serale di tutte le verità:il cruccio d'esistere sventola la sua grande bandiera.La terra mi da il benvenuto,sono sfiorato dallo stelo di un fiore che mi accarezza:bevo dai miei occhi lacrime di verità.