Rufo

29marzo2020


L'uomo è per se stesso la più difficile delle scoperte,egli vive rotolando nell'abisso impigliato in una selvatica coltre di parole,egli vive là dove ognuno sbava e sputa,ha un'unica scelta:diventare una bestia malvagia o un cattivo domatore;l'uomo ha imparato l'arte di attendere se stesso.Ogni uomo mette nella fossa le parole che disse per esser vivo,poggiate sulle palpebre forse penetreranno nell'occhio,ancora azzurro  e sarà un altro azzurro,più alieno.L'uomo in vita nutrì le pietre col suo pianto,ora vede l'oscuro rosseggiare del tramonto di un cielo che non è più cielo: morendo  fa accrescere l'eternità e si respira l'incendio del tempo.Il cammino dell'uomo è un tentativo e un interrogativo,non c'è una meta da raggiungere ma una meta da creare:l'uomo è colui che crea mete dando un senso alla terra e al suo futuro,poi si spalancano le fauci del mondo ma l'uomo non giace in nessun luogo è il mondo che giace accanto a lui,il mondo il cui sguardo s'aprì a tanti fiori di cui raccolse l'odore e questo non gli fu perdonato.Egli riempie di senso il suo pensiero dandogli ombra:dice il vero chi parla di ombre.Dal cielo penzola un filo lungo il quale vuole scendere una stella per tuffarsi nel mare,il tempo si trasforma in una beata irrisione di inutili secondi: fondiamo l'esistenza sulla luttuosa presa di congedo dal presente.