Rufo

1 giugno 2020


Ascolto il digrignar di denti del destino e l'esistenza si pervade della mestizia più solitaria.  La volontà impotente contro il male assiste allo spettacolo di un mondo ignominioso. La volontà non riesce ad infrangere la voracità del tempo. Il tempo non può camminare a ritroso: ciò che fu è il rovello, il macigno che la volontà non riesce a smuovere. L'esistenza terrena è rimpianto se non è pervas dalla malinconia della meditatio mortis, così si espunge la terribilità del vivere: ogni cosa è un frammento, un enigma, una orrida casualità. Il mondo riceverebbe un nuovo ordine se la volontà riuscisse a tarsformare il " così è" in " così voglio che sia", atto indispensabile per dare un senso alla realtà, per colmare il vuoto di senso del mondo,  dando agli uomini un ideale che riempia la loro esistenza senza cadere nell'autofagia della vita cioè un'esistenza che divora se stessa per sopportare la vita. Rinunciamo ad un dono di valore più alto di quello che meritano i nostri atti, accettiamo la nostra caducità trasfigurata, accettiamo la nostra resa al tempo: è impossibile imprimere al divenire il carattere dell'essere, questa sarebbe la suprema volontà di potenza; non rinfaccio all'esistenza il suo essere cattiva e dolorosa anzi auspico che diventi più cattiva e dolorosa di quanto sia mai stata finora.