Rufo

26 dicembre 2020


Ho abolito l'imbarco sperato, ho cancellato ogni segno di transito, non è certo un risveglio il tremolio di questa luce in questo scialbo mattino con un sole che si alza incerto e illumina tutto ciò che si perde. Sono giunto nel punto esatto della mia estrema solitudine , ora la vita scotta di sangue. Un rosso tramonto arrazza la terra  e un gracile futuro che non sa reggersi ritto. Un raggio d'0mbra penetra i miei disfatti pensieri e nasconde lo spettro della mia esistenza. Gridi spenti appannano questa quiete, mi sovrasta un eterno rombo di stelle che non trovano requie nell'assurdo delirio del loro moto. Il rumore delle tenebre mi ferma in petto il battito del cuore, il sangue si schianta inutilmente nelle tempie e mi fa vivere ancora: ogni nebulosa si sfa , io con esse. Penetro fin dove finisce il suo orlo la vita con lievi stritolii di lucido ghiaccio. Nel silenzio, accecato di luce, entro nel denso fantasma dell'esistenza , assaporo una vita prosciugata di sangue che vampe lunari fanno spettrale. Vago nel profondo di un'esistenza tramata da scheletri di luce aggredito dal fruscio del mio cuore.