Rufo

11 giugno 2021


Mi indoro di un tramonto impossibile, precipito in un estatico disprezzo: sento il sublime nell'allontanamento dal mondo. La mia grandezza sta nel non essere niente,tutto mi è estraneo,ciò che mi umilia diviene la mia bandiera.Vedo strade colme di vita che non vogliono dire niente consegnate ad un indifferente destino. Non sono contemporaneo,sono il sopravvissuto di un'epoca precedente. La tristezza mi conforta,la gioia mi addolora.Tutto ciò che è azione ripugna alla mia sensibilità; mi è concesso scegliere solo cose che detesto quindi faccio ciò che posso per perdere ogni attaccamento alla vita.Poco a poco ho trovato in me il conforto di non trovare niente,la mia è una vita senza storia, è una storia senza vita. Imbevo i miei occhi nei colori del tramonto ma tutto è imperfetto: non c'è tramonto così bello da non poterlo essere di più. Il cuore se potesse pensare si fermerebbe, eppure si ostina a battere allora non resta che che diventare estraneo alla solennità del mondo,indifferente al divino e sprezzante dell'umano conservando,gelosamente, la dignità del tedio.