Rufo

31 gennaio 2022


Riesco a concepire uno stato ultimo, quello in cui non c'è più nulla dopo, quello dove il tempo scorre ma non avanza; nello stato ultimo provo un senso di pienezza attraverso l'assenza, quando mi dissolvo. Lo stato ultimo è il luogo nel quale viene dimostrata la mia non-realtà ,il tempo, allora, si scolla dall'esistenza , ogni istante si dilata e non si compie, ciò che passa, che scorre è l'insignificante, il tempo si sospende ,io non sono più preda del tempo. La mia esistenza è in contraddizione con le mie idee, la mia vita sprofonda in simulacri di senso, tutto ciò che c'è è insignificante. Vivo con l'ossessione di essere mescolato con altri esseri umani, ho orrore della vita così esisto come l'uomo del frammento, l'uomo dell'istante.Ogni volta che divento consapevole di qualcosa questa perde senso, considero normalissimo considerare tutto inutile, l'eternità è senza scopo, la vita è senza scopo: bisogna abituarsi ad esistere senza scopo. Per amare l'esistenza devo convertirmi alla negazione della vita o quanto meno esserle ostile, renderla vuota. Di fronte a me c'è un intero universo che si annulla , tutto si svuota di contenuto e senso, aspiro a d essere inutilizzabile. Agisco soltanto sotto il fascino dell'impossibile, mento a me stesso per salvaguardare la mia coerenza, quando nego le cose le metto in moto, scelgo il silenzio invece di girargli attorno: è insopportabile questo brulicare di uomini.