Rufo

24 settembre 2022


La mia vita scorre tra un intercalare di luce e ombra, ciò che devo sperare è che questo giorno finisca come ogni giorno alla fine del quale sarò più vecchio di qualche ora. In ciò che nasce vedo ciò che morirà, nel frattempo non posso dimenticare che esisto. Sono dietro i miei occhi e vedo fiori appassire prima di sbocciare , sono vecchio di me stesso, un solo pensiero mi riempie l'anima : l'intima volontà di morire, di non pensare e non sentire, di fermare il movimento del sole e dei giorni, di togliermi come un abito pesante la fatica involontaria di esistere. Per mille ragioni mi allontano dalla vita , il mio stoicismo è una necessità organica. La mia vita si realizza in ogni abbandono, se perdo la vita trovo me stesso. Alla vita chiedo solo di non togliermi il sole , non ho motivo di avere desideri, quello che ho trovato sarebbe stato meglio averlo perso. Esisto senza sapere perché, non ho mai avuto la volontà di essere attivamente vivo, frappongo tra la me e la vita un vetro opaco. Sono il vaneggiamento di ciò che ho voluto essere, ogni mio proposito è sempre stato una finzione , anelo alle più umili felicità. Appartengo alla soavità della mia tristezza, ricostruisco i colori del passato. Ho creato per me uno sfarzo di estinzione , dalla finestra che dà dentro di me contemplo un vago crepuscolo,la cerimonia del mio smarrimento, i fallimenti della mia incompetenza congenita di esistere. Ogni attimo riassume tutta la vita , l'assurdo trabocca inconsolabile e mi circonda l'anima ; mi separo da me ogni giorno, ogni giorno muore ciò che sono stato, rimane solo un vuoto interludio: la mia anima piange il desiderio di potersi reincarnare in un sasso.