Rufo

19 novembre 2022


La pioggia pare intimidirsi, una gelida luce ha cominciato a visitare il mondo, tutto è attonito. Pensare mi dà le vertigini; passo di giorno in giorno come di stazione in stazione , mi affaccio su gesti sempre uguali, la fine del mondo è dentro di me , sono sempre e solo in me stesso, volo all'interno della sfera delle mie emozioni. La vita è quello che decido di farne , ciò che vedo non è quello che vedo ma è ciò che sono: sono un morto vivo. Osservo la vita, riesco a vederne poco, l'essenza delle cose è un marasma. In questa ora di sensi ristagnanti tutto mi sembra qualcos'altro, le mie sensazioni sono un lucido e confuso abbaglio. Tutto è vano come rimestare nella cenere, vago come l'istante in cui ancora non è l'alba , poi la luce batte serena e perfetta sulle cose indorandole di una realtà ridente e triste. Il mistero del mondo, tutto il mistero del mondo precipita in banalità, la superficie complessa di questa vita diventa di una semplicità disarmante ,l'orrore della vita si trasforma in tedio, tutto è irrimediabilmente inutile.Tutti gli ideali e tutte le ambizioni sono un delirio, l'umanità non può cambiare , rimane sempre la stessa ,non è perfettibile ,è oscillante e non progressiva, contempla invano ciò che non si realizza mai, l'unica cosa saggia ,allora, è ambire all'ozio, a non dover pensare a vivere perché è già abbastanza dover vivere.