Rufo

19 gennaio 2023


Un' idea traluce dalla mia mente: chiudermi nel silenzio che solo mi protegge. Il balbettio trafelato della mia anima mi accompagna verso la lacerazione della morte nella quale mi perdo nel nebbioso e radioso inesplicabile capace di trasformare l'ombra in una luce quasi nitida e consente di inoltrarmi nel soprareale. Ora, qui, battuto dall'ala del vento precipito senza fine ; la fine è la meta di tutto l'universo nel quale mi perdo. Reggo la forza del vento, gareggio con l'immenso e l'infinito, fronteggio le onde , la luce è una bella lama che incide la mia pelle , non c'è che assenza e vuoto. Contemplando le vicissitudini di una fiamma scopro che l'universo è intriso di luce infinita che non finisce di gemmare. Esisto nel regno sconosciuto della vita quotidiana, l'infinito si confonde con il limite della mia vita alla quale non sono mai corso dietro. Sono sconfitto davanti al tremendo , mi fido solo dell'impossibile ; la luce è tenebra, la tenebra è luce : tutto non è mai ciò che è , la luce è un'ombra oscura e impenetrabile , è un'ombra luminosa. La luce radiosa e terribile di quest'alba è di un blu intenso e zuccherino, è la radicale intensità di una presenza /assenza . Per non morire totalmente imparo a smarrirmi tra le nuvole prima di perdere il dono di respirare. Il silenzio supremo di questo tramonto è terribile e sconvolgente, poi, ad ogni nuovo mattino aspiro a poter vivere solo di vento, sole e acqua.