Rufo

14 febbraio 2023


La morte trapela ogni giorno colta nei suoi gesti abituali: la mano di un cadavere è un pettine le cui dita superano la vita pettinandola. Lo zelo della morte per l'assente è un dono postumo, le labbra senza più desiderio sono come lenzuola stese ad asciugare, ora solo il vento le sfiora come stendardi di malinconia. Le labbra non più popolate di baci sono rami spessi che proiettano ombre pesanti. Il Tempo scrive usando come penna il nostro corpo, questa calligrafia va persa con un atroce incuria; il poema della vita è perennemente disperso : la vita rimane come il calco di un racconto. Le parole che raccontano la vita costeggiano il pensiero o lo attraversano dolcemente oblique come lacrime. Le parole si aggirano nella mente come ospiti dimenticati e abitano segrete stanze : il loro andare sembra l'offerta di un frutto della terra.