Ho gli occhi gonfi di tenebre, il normale delirio del mondo non fa che crescere. La morte mi bracca , cerco di scappare con balzi inutili e sconnessi così mi distruggo quel pò di fiato che ancora mi resta. Nella mia carcassa rinsecchita non c'è un atomo che non sia cattivo; l'intelligenza è superflua, è un disturbo : servono solo le verità del cuore. Trasudo parole cioè trasudo menzogne allora mi sforzo di allontanare la verità e torno a piangere. I lati dell'esistenza sono chiusi, i muri di questa stanza sono già una bara: non mi resta che il passato. Patire è il mio ruolo sulla terra , l'ottimismo sfocia nel tragico, è un lavoro anche morire. La terra dove si mettono a marcire i morti è la stessa da cui viene il pane . Sono fatto di un fango tenace e indomabile , mi arresto ai bordi della vita per costeggiare la bellezza. Amo le solitudini inviolate , ho la pretesa incosciente di respirare, sono invaso dal marciume del mondo. Non ho mai abbastanza paura per affrontare il mondo nella luce sfrigolante di questo mattino ,l'unico pensiero valido è : fai in fretta a marcire! Osare esistere è la più atroce delle punizioni, sto al mondo oppresso da uno splendido sdegno. Cerco unicamente di pensare ma ciò è assolutamente troppo: è forse solo di paura che il più delle volte ho bisogno per cavarmi d'impaccio dalla vita. La nebbia pastosa di questo tramonto è creatrice d'euforia , vivo una madida agonia: ritornare nella notte è l'unica cosa che mi piace , in questa notte così spessa dietro la quale scopro tutte le complicità del silenzio.
24 marzo 2023
Ho gli occhi gonfi di tenebre, il normale delirio del mondo non fa che crescere. La morte mi bracca , cerco di scappare con balzi inutili e sconnessi così mi distruggo quel pò di fiato che ancora mi resta. Nella mia carcassa rinsecchita non c'è un atomo che non sia cattivo; l'intelligenza è superflua, è un disturbo : servono solo le verità del cuore. Trasudo parole cioè trasudo menzogne allora mi sforzo di allontanare la verità e torno a piangere. I lati dell'esistenza sono chiusi, i muri di questa stanza sono già una bara: non mi resta che il passato. Patire è il mio ruolo sulla terra , l'ottimismo sfocia nel tragico, è un lavoro anche morire. La terra dove si mettono a marcire i morti è la stessa da cui viene il pane . Sono fatto di un fango tenace e indomabile , mi arresto ai bordi della vita per costeggiare la bellezza. Amo le solitudini inviolate , ho la pretesa incosciente di respirare, sono invaso dal marciume del mondo. Non ho mai abbastanza paura per affrontare il mondo nella luce sfrigolante di questo mattino ,l'unico pensiero valido è : fai in fretta a marcire! Osare esistere è la più atroce delle punizioni, sto al mondo oppresso da uno splendido sdegno. Cerco unicamente di pensare ma ciò è assolutamente troppo: è forse solo di paura che il più delle volte ho bisogno per cavarmi d'impaccio dalla vita. La nebbia pastosa di questo tramonto è creatrice d'euforia , vivo una madida agonia: ritornare nella notte è l'unica cosa che mi piace , in questa notte così spessa dietro la quale scopro tutte le complicità del silenzio.