Rufo

24 aprile 2023


Aspetto ancora un po' invece di morire del tutto, in questa attesa il tempo che passa sembra rallentare. Sono un sacco di trippe tiepide e corrotte, il mio corpo fatto di molecole convulse e banali si ribella contro la farsa atroce del durare, le mie molecole vogliono andare a perdersi il più in fretta possibile nell'universo ,soffrirebbero d'essere me all'infinito. Non è una ignominia biologica il fatto che decado di giorno in giorno ma è piuttosto il senso del mio stare al mondo. Soffio negli interstizi delle parole , la vita è una scheggia di luce che finisce nella notte , dentro quella luce non c'è niente, l'eco di quella luce non rimanda a niente: la notte prende tutto anche gli sguardi, la notte mi svuota. Per difendermi dal destino non posso fare altro che rigirarmi da un fianco all'altro, scivolo nell'ignoto come in un grande tunnel senza fine , il Nulla mi sta sempre addosso, i morti sono una folla che mi attende. Non posso ritrovarmi fin tanto che sto nella vita ci sono troppi colori che mi distraggono, posso ritrovarmi solo nel silenzio ,continuo la vita attraversando ombre. Scappo davanti al vento, faccio del Nulla il mio principale alleato, la luce mi spoglia ,non posso che regalare parole, acchiappo al volo piccoli spazi di sopravvivenza: è così l'esistenza. Ogni secondo della mia vita si sfracella nell'infinito, viaggio nella vita in punta di piedi senza farmi notare, senza scali dritto verso la meta.