Rufo

13 aprile 2024


Vivo l'oscurità dell'attimo, la sua opacità, non colgo il presente in quanto tale ma lo attraverso come zona d'ombra che esperisco solo nell'attesa e nel ricordo. Fuori dal tempo dell'attimo comunico con l'eternità; vivo un tempo granulare : solo il Nulla è continuo. L'attimo che mi è appena sfuggito è la morte stessa così appartengo a mondi aboliti, a firmamenti spenti. Mi annicchilisco nell'istante dell'assenza da me ma non riesco a sottrarmi alla distruzione del tempo, sono sconfitto dalla sua opacità che mi circonda. Una parte di me continua a morire con il mio passato, non mi resta che contemplare la nostalgia; insofferente ad ogni sosta il divenire è la mia regola. Ammiro scorci inquietanti di solidificazione del tempo, l'eternità traluce attraverso l'istante , si spalanca davanti a me il vuoto di abissi sempre più bui, sono trasportato dal tempo verso il grande istante di un improvviso silenzio, la mia vita rotola senza meta , sono una monade fatta schizzare fuori dal continuum del mondo. Ho dentro di me il tempo come in verme che banchetta col mio corpo, mi sforzo di solidificare l'attimo ma rimango una monade insoddisfatta del suo isolamento ,gravida del non-ancora. Mi slancio verso l'incompiuto, ogni stato del mio essere precipita , si cristallizza : non posso che prepararmi all'improvviso fermarsi del tempo.