Rufo

15 luglio 2024


Il filo dei giorni scorre appiccicoso e precario, dopo ogni aurora inizia a sgocciolare la mia esistenza , ogni ricordo è in grado di annientarmi. Sono un barbaro mancato, mi adeguo a guardare nel vuoto entro ,così, nel cuore della vita. Inciampo per un nonnulla ,sogno troppo, scivolo su tutte le parole , affogo in intenzioni ed apparenze, la morte mi corre dietro, quel che resta del giorno è sempre un errore.  Attraverso con allegria la polvere dell'universo, mi nascondo nel ripostiglio dell'anima . Rimpiango d'essere passato attraverso la vita, attraverso le sue trame d'angoscia. Devo sbrigarmi a trovare una buona ragione per essere infelice ,devo imparare a trovare la strada della mia morte anche se cerco di trattenere con me,d'istinto,la giovinezza anche se non sono più ispirato dalla vita. Ripiego i miei istinti come un ombrello, ridotti a se stessi non sono niente, se gli dò importanza divento una bestia senza governo. Iniziano i velluti grigi della sera poi s'aprono le grandi porte della notte : inizio a rinunciare a tutto, cerco di dimenticare che bisogna vivere.