Fisco, ecco l’effetto proroga sulle rate scadute della cartella di pagamento

Via libera. Il Governo ha spianato la strada alla proroga fino al prossimo 21 aprile per presentare le domande di rottamazione. Cosa curiosa, l’operazione avviene con decreto “a perdere”, nel senso che non verrà mai convertito in legge.
Attraverso questo spostamento viene data l’opportunità di verificare meglio sia i carichi definibili sia il costo della sanatoria. Inoltre a tutto questo si aggiunge la possibilità di abbinare all’istanza la domanda di dilazione dei carichi. Questo consentirà di avere una rete di protezione da utilizzare nell’eventualità in cui il costo della definizione sia eccessivo. Vengono inoltre allungate le scadenze per pagare le rate scadute a fine 2016.

Se per la rottamazione le domande potranno essere accettate sino al 21 aprile, dal canto suo Equitalia avrà altri due mesi (15 giugno) per comunicare la liquidazione delle istanze. Non è previsto alcun cambiamento invece in relazione alla tempistica dei pagamenti.

Le novità della proroga del Fisco

Ci sono alcune novità degne di nota. Ad esempio, quella sull’ampliamento dei carichi definibili. Secondo quanto precisa la circolare 2/E/2017, nella sanatoria vengono compresi anche i ruoli che sono stati trasmessi entro la fine del 2016 e che sono stati presi in consegna da Equitalia entro il 10 gennaio 2017. Anche gli accertamenti esecutivi fruiscono dei benefici di legge se trasmessi entro fine anno 2016. I soggetti che avevano dilazioni in essere al 24 ottobre scorso, dovranno versare tutte le rate scadute a fine anno.

C’è una questione che per il momento ancora non ha trovato risposta. Riguarda la data alla quale deve sussistere il precedente piano di rientro. Equitalia (che sostiene che il piano deve esistere alla data di presentazione della domanda) ha una visione differente rispetto a Agenzie delle Entrate (per la quale si tratterebbe delle sole rateazioni vigenti al 24 ottobre 2016).