Aziende e fallimenti, nel 2021 le pratiche aperte sono cresciute dell’8%

La situazione per le aziende italiane è senza dubbio migliorata rispetto al primo anno della pandemia, il 2020, ma ci sono ancora gravi problemi da affrontare. Lo evidenzia il fatto che nel corso del 2021, le richieste delle procedure per fallimenti sono salite del 8%.

I dati sulle procedure a carico di aziende

Un’analisi condotta sull’andamento delle procedure nei 140 Tribunali fallimentari che ci sono sul nostro territorio, evidenzia che le pratiche aperte nel corso del 2021 sono state poco più di 8000. Un numero in netta crescita rispetto all’anno precedente, anche se inferiore rispetto al’era pre-Covid, quando le richieste di fallimento per le aziende erano circa 11.000.
La notizia positiva riguarda l’alleggerimento del lavoro per i tribunali che si occupano di queste procedure. Infatti lo stock di arretrati è sceso del 6%, continuando un trend che già si verifica da alcuni anni.

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I tribunali più attivi

A livello territoriale le procedure di fallimento a carico delle aziende si concentrano soprattutto in una ventina di Tribunali (su 140). Come era lecito aspettarsi, si tratta di quelli delle grandi città.
Roma, ad esempio, ha raddoppiato il numero delle procedure, ma progressioni importanti si registrano anche a Bari e Milano, che rimane il foro più attivo d’Italia.
Un calo del numero di procedure a carico di aziende riguarda i tribunali di Busto Arsizio, Padova e Bergamo.

Velocità ed efficienza

Questi ultimi tre fori, sono anche tra quelli che si distinguono per velocità ed efficienza. Ma ci sono anche altri Tribunali che sono stati capaci di aprire meno procedimenti rispetto a quelli che venivano chiusi: Napoli, Treviso, Venezia e Vicenza. anche in questi fori, per ogni procedimento aperto ne venivano chiusi 2.

In termini assoluti, è Milano il tribunale che ha chiuso più procedimenti in Italia: 1288 quasi la metà in più rispetto al 2020. La maglia nera dei Tribunali aspetta a Roma, il foro più lento e con i maggiori arretrati. SI parla di oltre 5000 pratiche pendenti. Sotto questo punto di vista, le regioni più “scariche” sono Molise, Trentino Alto Adige e Basilicata.