Mercato petrolifero, nuova pressione sui prezzi a causa del Covid
Il peggio sembrava alle spalle per il mercato petrolifero, e invece è venuta fuori un’altra fase di debolezza. Gli investitori sono preoccupati dalle possibili ripercussioni che la “variante inglese” del Covid potrebbe avere sulla ripresa economica, e di conseguenza sulla domanda di oro nero. Del resto già adesso sono stati sospesi i traffici aerei con il Regno Unito da parte di molti paesi. Se questo nuovo ceppo dovesse diffondersi, il timore di altri lockdown si farebbe molto concreto.
Lo status della mercato petrolifero
La situazione per il mercato petrolifero s’è fatta ancora più pesante dopo che i dati API hanno mostrato una crescita a sorpresa delle scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti. Sono infatti aumentate di 2,7 milioni di barili la scorsa settimana, segnando il sesto guadagno settimanale consecutivo. Anche l’aumento del dollaro ha il suo peso (guardate i dati dei siti Forex trading gratis)
Mercoledì i futures sul greggio WTI stanno estendendo le perdite per la terza sessione, scambiando al di sotto di $ 47 al barile. Il Brent invece scende è sceso sotto i 50 dollari al barile.
Il cambio di scenario
Eppure dalla fine di ottobre fino a pochi giorni fa, per il mercato petrolifero le cose sembravano indirizzarsi in tutt’altro modo. I prezzi del petrolio sono infatti cresciuti di oltre il 30%, grazie soprattutto alle novità dal fronte vaccini. Questo aveva alimentato la speranza che potesse presto esserci un ritorno alla normalità, e quindi un aumento della domanda sul mercato petrolifero. Il mercato intendeva così posizionarsi per un recupero della domanda nel 2021, ed anche i segnali opzioni binarie gratis puntavano sul rialzo dei prezzi.
Ma il ceppo inglese del virus ha nuovamente rovinato i piani. La minaccia di ulteriori lockdown, con tutte le ripercussioni del caso, hanno intimorito gli operatori di settore, generando pressione sui prezzi del barile.
Nell’ultimo periodo ci sonno ulteriori pressioni sulle quotazioni, per via del fatto che la Russia si è dichiarata apertamente favorevole ad un ulteriore aumento della produzione di petrolio da parte della OPEC+.
