rappresentazione del mondo come palcoscenico della follia,
Anversa, fine 1500 c.
questo non è un blog :-) narrazioni, selezioni, rappresentazioni, mappe, con la consapevolezza che siano tali; discorsi decostruiti come tentativi per arginare le affermazioni apodittiche e autoreferenziate; decostruzione dei nessi logici e e sintattici che reggono i discorsi nei tentativi di far uscire dagli spazi lasciati vuoti altri modi di organizzare i discorsi; suggerimenti; tentativi per costruire i significati in modo partecipato, come nella costruzione di un mosaico: la realtà come relazione; tante voci per suggerire che si è diventando e si diventa essendo; per svelare convinzioni e mappe e narrazioni che si pongono come "la realtà è", ovvero come descrizioni definitive e impositive; per allenare gli scambi, i confronti; per scoprire l'intimo/a sconosciuto/a altro/a dentro ognuno/a di noi; brani da letture ; "UNO SFORZO GRANDIOSO DELLA CREATIVITÀ E DELL’INTELLIGENZA PER RIUSCIRE A SUPERARE LA DISPERANTE CLAUSTROFOBIA DI UN MONDO STERMINATO, IN QUANTO SPAZIO GEOGRAFICO, MA IMPLACABILMENTE INGABBIATO DALL’IDEOLOGIA", con l'impegno a far sì che questi tentativi non diventino a loro volta ideologia
rappresentazione del mondo come palcoscenico della follia,
Anversa, fine 1500 c.