9. punti di vista e narrazioni: “da dove vieni?”, “voi siete qui”; posizionarsi secondo convinzioni e mappe

John Cage, Silenzio, shake edizioni 2010 (prima edizione Wesleyan University Press 1961)

Una volta mi chiesero di suonare il mio Sonatas and Interludes nell’abitazione di un’anziana signora di Burnsville, nella Carolina del Nord, l’unica persona della zona che possedeva un pianoforte a coda. Appena spiegai che la preparazione del piano portava via almeno tre ore e che mi sarebbe serevita qualche ora in più per esercitarmi prima del concerto, fecero in modo che potessi cominciare a lavorare subito dopo pranzo. Dopo circa un’ora, decisi di concedermi una pausa. Accesi una sigaretta e uscii in veranda, dove trovai la padrona di casa seduta su una poltrona a dondolo. Iniziammo così a ciacchierare, e lei mi chiese da dove venissi. Le risposi        che ero nato a Los Angeles ma che ero stato cresciuto sia lì sia nel Michigan, e dopo due anni di università a Claremont, in California, avevo  trascorso diciotto mesi in Europa e Nordafrica. Tornato in California, prima mi ero trasferito da Santa Monica a Carmel, poi a New York, poi di nuovo a Los Angeles, quindi Seattle, San Francisco e Chicago. Al momento abitavo a New York in un appartamento sull’East River. Alla fine le chiesi: “E lei da dove viene?”. Indicando un distributore di benzina dall’altra parte della strada, la donna rispose: “Da là”. Poi spiegò che un figlio aveva tentato di convincerla ad andare a stare con loro, dato che adesso viveva sola a parte i domestici, ma aveva rifiutato perché non si sentiva a casa sua in un posto sconosciuto. Quando le chiesi dove abitava il figlio, rispose: “Su questa strada, qualche isolato più in là”.
(pag. 316)

Prospettive_certe_mutevolipuntodivista-1021x580images (4)Facebook-08a6c7piramida-mrezavoisietequi7 01 Cavallo-o-rana download (3) voi-siete-qui
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400px-TabulaRogerianaMuhammad al-Idrisi, Tabula Rogeriana, 1154

https://it.wikipedia.org/wiki/Tabula_Rogeriana

https://it.wikipedia.org/wiki/Muhammad_al-Idrisi

8. multiplurimondi v/s non c’è niente da vedere

John Cage, Silenzio, shake edizioni 2010 (prima edizione Wesleyan University Press 1961)

E’ stato Morris Graves a far conoscere a me e a Xenia una minuscola isoletta nel Puget Sound, a Deception Pass. Per arrivarci facemmo oltre un centinaio di chilometri verso nord da Seattle e poi proseguimmo verso ovest fino all’isola di Anacortes prima di deviare verso sud, fino al Pass, dove parcheggiammo. Da lì procedemmo a piedi lungo una spiaggia di sassi e poi su un tratto sabbioso transitabile solo con la bassa marea fino a un’altra isola, inoltrandoci in una foresta lussureggiante sino a una collina da cui ogni tanto potevamo vedere il mare attorno e le isole lontane, e poi un ponticello pedonale che ci portò alla nostra meta finale: un’isola non più grande di una casetta, cosparsa di fiori e disposta in modo che da lì fosse visibile tutto il Deception Pass, come se fossimo nelle prime file di un teatrino. Mentre eravamo sdraiati su quel letto di fiori arrivarono altre persone dal ponte e una disse a un’altra: “Tutta questa strada e poi non c’è un accidente da vedere”.
(pag. 78)

duerer-10Albrect Dürer, La grande zolla d’erba, acquerello, 1503

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D’Urville Island, Nuova Zelanda

cq5dam.web.738.462immagine dal film ‘La forma dell’acqua’

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mapa_futureworld-720x454Gordon-Michael Scallion, La mappa futura del mondo

7. al perfetto Cosmografo, che si scopra altresì Cosmopolita

Più volte e in molti modi ho scrutato le condizioni dei regni della terra, in genere essendo il mondo intero (per quanto comunemente noto ai Cristiani) studio di non grande difficoltà, ma anzi un compito rispondente in qualche misura al perfetto Cosmografo, che si scopra altresì Cosmopolita, cittadino e membro dell’intera e unica città mistica universale, e perciò di conseguenza mediti sul di lei governo cosmopolitico, sotto il Re onnipotente
EDGARDO, RE DEI SASSONI
ANNO 973 CIRCA

Io sono il mio mondo
LUDWIG WITTGENSTEIN

(James Cowan, in esergo a Il sogno di disegnare il mondo, op. cit)

https://it.wikipedia.org/wiki/Edgardo_d%27Inghilterra

http://www.treccani.it/enciclopedia/ludwig-joseph-wittgenstein/

 

centreeurope_it05cartina muta del mondo

centrepacifique_it13cartina muta del mondo con confini tra stati
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Cartina_muta_mondodal blog di Leonardo BB, 13 aprile 2017, quattordicenne
“Ho realizzato questa cartina dove si possono vedere i luoghi in cui sono ambientati i libri di Salgari che ho letto, cioè dal ciclo dei pirati della Malesia alle avventure africane, in più il libro “Le meraviglie del duemila”.”

 

6. ho scoperto molte isole, a ciascuna diedi un nome nuovo; non appena giunti alle Indie, nella prima isola che scopersi catturai con la forza alcuni di essi, perché imparassero la nostra lingua; essi non professavano credenza né idolatria di sorta: però tutti stimano che la potenza e il bene stiano nel cielo; il nostro Redentore ha dato la vittoria ai nostri illustrissimi Re e Regina

I Navigatori. La scoperta dell’America nelle lettere di Colombo de Cuneo, Vespucci, Verrazzano, a cura di Mario Farina, Loescher Editore, 1971

CRISTOFORO COLOMBO A LUIS DE SANTANGEL E A GABRIEL SANCHEZ
(al largo delle Azzorre, 15 febbraio – Lisbona, 4 marzo 1493)
Signore,
poiché so che avrete piacere della gran vittoria che Nostro Signore mi ha concesso nel mio viaggio, vi scrivo la presente, dalla quale apprenderete come in trentatré giorni passai dalle isole Canarie alle Indie con l’armata che gli illustrissimi Re e Regina nostri signori mi affidarono: dove ho scoperto molte isole popolate da gente innumerevole, e di esse ho preso possesso in nome delle Loro Altezze, con bando e bandiera reale spiegata. Alla prima che trovai posi nome “San Salvatore” a ricordo della divina Maestà, che miracolosamente ci ha concesso tutto questo: gli Indiani la chiamano “Guanahanì”; alla seconda posi nome “Isola di Santa Maria della Concezione”; alla terza “Fernandina”; alla quarta “Isabella”; alla quinta “Isola Giovanna”, e così a ciascuna diedi un nome nuovo.
[…]
Io riuscivo a capire, parlando con altri Indiani che avevo catturati, che questa terra era un’unica isola: e così ne seguii la costa verso oriente per centoe sette leghe, fin dove essa terminava.
[…]
Gli abitanti di quest’isola e di tutte le altre che ho scoperto o di cui ho avuto notizia […]
dopo che si sono rassicurati e hanno deposto questo timore, sono tanto privi di malizia e tanto liberali di quanto posseggono, che non lo può credere chi non l’ha visto. Qualunque sia la cosa in loro mano che venga ad essi richiesta, non dicono mai di no;
[…]
Essi non professavano credenza né idolatria di sorta: tutti però stimano che la potenza e il bene stiano nel cielo, e credevano fermamente che io, con queste navi e con questa gente, fossi venuto del cielo, e con tale convinzione mi ricevevano dovunque, dopo essersi scrollata di dosso la paura. E ciò non accade perché siano ignoranti, ché, anzi, sono di ingegno molto sottile, e navigatori esperti di tutti quei mari, tanto che fa meraviglia come sanno render conto di tutto, ma perché non avevano mai visto gente vestita, né navigli simili ai nostri.
Non appena giunti alle Indie, nella prima isola che scopersi catturai con la forza alcuni di essi, perché imparassero [la nostra lingua] e mi dessero notizia di quanto v’era da quelle  parti, e così avvenne che ben presto fummo in grado di capirci a vicenda, un po’ con le parole e un po’ coi gesti; e questi ci furono di grande giovamento. Ancora oggi li porto con me, e sebbene abbiano vissuto a lungo al mio fianco, sono sempre convinti che io venga dal cielo. Costoro erano i primi a dar tale annunzio dovunque io giungessi, e gli altri andavano correndo di casa in casa ai villaggi vicini, gridando ad alta voce: -Venite, venite a vedere la gente del cielo!-; così tutti, uomini e donne, dopo essersi rassicurati sul nostro conto, venivano senza lasciar indietro né grandi né piccoli, e tutti portavano qualcosa da mangiare e da bere e lo offrivano con meravigliosa amorevolezza.
[…]
E, a dire il vero, avrei fatto molto di più se i navigli mi avessero servito come ragione richiedeva.
Questo è già molto, [ e tanto che non lo si deve attribuire a ingegno o industria umana ma] all’eterno Iddio nostro Signore, il quale a tutti coloro che seguono le sue vie concede la vittoria in imprese che sembrano impossibili; e la nostra segnatamente fu una di queste, perché, sebbene di queste terre si sia parlato o scritto, tutto si basava su congetture non comprovate dall’ esperienza, e i più fra gli uditori, pur non comprendendo tutto, ascoltavano e giudicavano trattarsi non solo di cose da nulla, ma addirittura di favole. Così dunque il nostro Redentore ha dato la vittoria ai nostri illustrissimi Re e Regina e ai loro regni, che diverranno famosi per un’impresa tanto alta, di cui la Cristianità deve rallegrarsi e far grandi feste e ringraziare solennemente la Santa Trinità con molte preghiere solenni, per l’incremento che riceverà dalla conversione di tanti popoli alla nostra santa fede, e poi dai beni temporali: ché non solo la Spagna ma, tutti i cristiani troveranno qui sollievo e guadagno.
Questo, così come in breve fu compiuto, così lo riferisco in breve.
Scritta sulla Caravella, al largo delle isole Canarie, ai 15 di febbraio, l’anno 1493.
Farà quello che ordinerete
l’Ammiraglio.
(brani tratti da pag. 3 a pag. 23)

320px-1500_map_by_Juan_de_la_CosaMappamondo di Juan de la Cosa, 1500
la prima carta dove viene rappresentato il Nuovo Mondo, posto in alto
https://it.wikipedia.org/wiki/Juan_de_la_Cosa

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Mappamondo di Juan de la Cosa, orientato in modo “abituale”

map-of-world-upside-down-south-pole-on-top.900x600“Ma no, così è sbagliata!”
“Perché?”
“Devi girarla!”
“Perché?”
“E’ messa sottosopra! Non vedi? l’Europa è sotto, il Nord è sotto e il Sud è sopra! Noi siamo sopra, in alto!”
Una classe di seconda media, che è rimasta impassibile di fronte alle antiche carte che rappresentavano mostri e draghi oltre le colonne d’Ercole -ridacchiano dicendo: “guarda questi antichi quante cose strane avevano  in mente”- si agita e si stupisce di fronte a una carta del mondo rovesciata, dove “noi” siamo messi “sotto”.
“Ma non c’è sotto e sopra nello spazio”
“… … come? … …”
“No, il Nord viene disegnato sopra, ma non è sopra, non è in alto.”
“… … …”
“No, non c’è un motivo scientifico per mettere il Nord in alto. Le antiche mappe mettevano in alto l’Est, l’Oriente. Orientarsi viene proprio da lì. Poi si cambiò sistema secondo l’uso dei marinai che avevano la stella polare come riferimento più usato, la stella polare che indica sempre il Nord.”
Si parlava di immigrazionee di emigrazione, di confini, di confini che cambiano e di come si fa presto a diventare straniero quando cambia un confine. 
E di confini interiori, di convinzioni, di prospettive consuete e troppo consuete, di punti di vista, di mappe che abbiamo nella testa, di mondi che ci costruiamo ogni attimo.
Sotto e sopra, in alto e in basso; per esempio.

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Sabine Rethoré, Mediterraneo senza frontiere, 2011

MAPPA (1)

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mappa-aztecaCodex Quetzalecatzin (noto anche come Mapa de Ecatepec-Huitziltepec o ancora Codex Ehecatepec e Huitziltepec o Charles Ratton Codex);
è un manoscritto mesoamericano molto raro,
una delle più importanti testimonianze indigene
della prima storia delle Americhe.

mappa-azteca1particolare del Codes Quetzalecatzin

5. Ma l’universo nel giro di una notte ha perduto il suo centro, e la mattina dopo ne aveva un’infinità. Da un momento all’altro, guarda quanto posto c’è.

VITA DI GALILEO, di Bertold Brecht – Giulio Einaudi Editore, 1970 traduzione di Emilio Castellani

1. Galileo Galilei, docente di matematiche a Padova, crea le prove del nuovo sistema cosmico di Copernico.

Nell’anno mille seicentonove
splendé chiara la luce della scienza
in una piccola casa di Padova.
Galileo Galilei accertò coi suoi calcoli
che il sole sta fermo e la terra si muove.

Stanza di lavoro, miseramente arredata, di Galileo a Padova. È il mattino. Un ragazzetto, Andrea, figlio della governante, entra recando un bicchiere di latte e un panino.

GALILEO (si lava a torso nudo, sbuffando allegramente) Posa il latte sul tavolo, ma non chiudermi i libri.
ANDREA La mamma ha detto che c’è da pagare il lattaio. Sennò quello, tra poco, girerà al largo della nostra casa, signor Galileo.
GALILEO Di’ meglio: descriverà un cerchio intorno a noi.
ANDREA Come volete. Se non paghiamo, descriverà un cerchio intorno a noi, signor Galileo.
GALILEO E invece il signor Cambione, l’usciere giudiziario, viene qui dritto: dunque, che linea sceglie fra due punti?
ANDREA (con un ghignetto) La più corta.
GALILEO Bravo. Ho qualcosa da mostrarti. Guarda dietro quelle mappe stellari. Da dietro le mappe Andrea tira fuori un grande modello in legno del sistema tolemaico.
ANDREA Cos’è?
GALILEO Un astrolabio: un aggeggio che fa vedere come si muovono gli astri intorno alla terra, secondo l’opinione degli antichi.
ANDREA E come?
GALILEO Esaminiamolo. Cominciamo dal principio: descrizione.
ANDREA In mezzo c’è un sassolino.
GALILEO La terra.
ANDREA Tutt’intorno, una sopra l’altra, tante calotte.
GALILEO Quante?
ANDREA Otto.
GALILEO Sono le sfere di cristallo.
ANDREA Alle calotte sono attaccate delle palline…
GALILEO Le costellazioni.
ANDREA E qui ci sono dei nastri, con dipinte sopra delle parole.
GALILEO Che parole?
ANDREA I nomi degli astri.
GALILEO Per esempio?
ANDREA La pallina più in basso è la luna; c’è scritto su. Quella sopra, il sole. GALILEO Avanti, fa’ muovere il sole.
ANDREA (muovendo le calotte) Bello. Ma noi siamo come intrappolati GALILEO (asciugandosi) Già. Anche a me, la prima volta che lo vidi, fece lo stesso effetto. A certi, lo fa. (Getta la salvietta ad Andrea perché gli asciughi le spalle) Muri, calotte, ogni cosa immobile! Per duemil’anni l’umanità ha creduto che il sole e tutte le costellazioni celesti le girassero attorno. Papa, cardinali, principi, scienziati, condottieri, mercanti, pescivendole e scolaretti: tutti erano convinti di starsene immobili dentro questa calotta di cristallo. Ma ora ne stiamo uscendo fuori, Andrea: e ci attende un grande viaggio: Perché l’evo antico è finito e siamo nella nuova era. Da cent’anni è come se l’umanità si stia aspettando qualche cosa. Le città sono piccole, le teste altrettanto: piene di superstizioni e di pestilenze. Ma ora noi diciamo: visto che così è, così non deve rimanere. Perché ogni cosa si muove, amico mio. Io ho in mente che tutto sia incominciato dalle navi. Sempre, a memoria d’uomo, le navi avevano strisciato lungo le coste: ad un tratto se ne allontanarono e si slanciarono fuori, attraversando il mare. Sul nostro vecchio continente allora si sparse una voce: esistono nuovi continenti! E da quando le nostre navi vi approdano, i continenti ridendo dicono: il grande e temuto mare non è che un po’ d’acqua. E c’è una gran voglia d’investigare le cause prime di tutto: per quale ragione un sasso, lasciato andare, cade, e gettato in alto, sale. Ogni giorno si trova qualcosa di nuovo. Perfino i centenari si fanno gridare all’orecchio dai giovani le ultime scoperte. Molto è già stato trovato, ma quello che è ancora da trovare, è di più. E questo significa altro lavoro per le nuove generazioni. A Siena, quand’ero giovane, una Volta vidi alcuni muratori discutere per pochi minuti intorno al modo di spostare dei blocchi di granito: dopodiché, abbandonarono un metodo vecchio di mille anni per adottare una nuova disposizione di funi, più semplice. In quel momento capii che l’evo antico era finito e cominciava la nuova era. Presto l’umanità avrà le idee chiare sul luogo in cui vive, sul corpo celeste che costituisce la sua dimora. Non le basta più quello che è scritto negli antichi libri. Sì, perché, dove per mille anni aveva dominato la fede, ora domina il dubbio. Tutto il mondo dice: d’accordo, sta scritto nei libri, ma lasciate un po’ che vediamo noi stessi. È come se la gente si avvicinasse alle verità più solenni e battesse loro sulla spalla; quello di cui non si era mai dubitato, oggi è posto in dubbio. E il gran risucchio d’aria che s’è levato da tutto questo, non rispetta neppure le vesti trapunte d’oro dei principi e dei prelati; e mette in mostra gambe grasse e gambe magre, gambe uguali alle nostre, insomma. È risultato che i cieli sono vuoti: e a questa constatazione è scoppiata una gran risata d’allegria. Ma l’acqua della terra fa girare le nuove conocchie, e nei cantieri, nelle fabbriche di sartie e di vele, cinquecento mani si muovono insieme, secondo un nuovo sistema di lavoro. Io prevedo che noi non saremo ancora morti, quando anche sulle piazze dei mercati si discuterà di astronomia. Anche i figli delle pescivendole andranno a scuola. E gli abitanti delle nostre città, assetati di cose nuove, prenderanno gusto a una nuova astronomia che faccia muovere un po’ anche la terra. S’è sempre detto che le costellazioni sono fissate a una volta di cristallo, in modo che non possano cadere. Ma adesso abbiamo preso coraggio e lasciamo che si librino da sole, senza aggancio; e son tutte impegnate in lunghi percorsi, come le nostre navi: disancorate e in viaggio. E la terra allegramente ruota intorno al sole, e insieme a lei ruotano pescivendole, mercanti, principi e cardinali e perfino il Papa. Ma l’universo nel giro di una notte ha perduto il suo centro, e la mattina dopo ne aveva un’infinità. Da un momento all’altro, guarda quanto posto c’è. Le nostre navi vanno lontano, le nostre costellazioni girano lontano nello spazio, perfino negli scacchi è un po’ di tempo che le torri si muovono liberamente per tutta la scacchiera. Come dice il poeta?
« O alba del mondo… »
ANDREA O prima alba del mondo! O soffio di vento che vieni da lidi ancora ignoti… E ora bevete il vostro latte, che poi viene un subisso di gente! GALILEO Tu, intanto, hai capito quello che t’ho detto ieri?
ANDREA Cosa? Quella faccenda di Chippernico e della sua rotazione? GALILEO Già.
ANDREA No. Ma perché vi ostinate a farlo capire a me? È difficile. Non ho ancora undici anni, li compirò in ottobre.
GALILEO Proprio questo voglio: che anche tu lo capisca. Proprio perché lo si capisca io sto lavorando tanto, e mi compro quei libri che costano un occhio, invece di pagare il lattaio.
ANDREA Ma io lo vedo che il sole, la sera, sta in un punto diverso che al mattino. Dunque non sta fermo! Mai e poi mai!
GALILEO Tu lo vedi! Ma che vedi, tu? Un bel niente. Guardi come un allocco: è molto diverso che vedere. (Spinge il portacatino di ferro al centro della stanza)

https://it.wikipedia.org/wiki/Vita_di_Galileo

http://www.treccani.it/enciclopedia/galileo-galilei_(Dizionario-Biografico)/

Dopo le correzioni di Keplero, Isaac Newton e la moderna astronomia, ora sappiamo che in realtà nemmeno il sole, il sistema solare e la Via Lattea sono immobili, ma che l’intero Universo si sta espandendo, e sembra in accelerazione.
In effetti, l’attuale visione dell’Universo potrebbe coincidere con quella teorizzata da Giordano Bruno nel De l’infinito, universo e mondi, pubblicato nel 1584.

 

 

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https://it.wikipedia.org/wiki/Claudio_Tolomeo

 

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https://it.wikipedia.org/wiki/Niccol%C3%B2_Copernico

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gal_im1La Terra e le sfere celesti,
da Les échecs amoureux, codice miniato degli inizi del XVI secolo

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NGC 7293 o Nebulosa Elica, detta “Occhio di Dio”.
A soli 650 anni luce dalla Terra, nella costellazione dell’Acquario,
si sta spegnendo una stella simile al Sole.
Le sue ultime migliaia di anni
hanno prodotto la meravigliosa Nebulosa Elica.

 

4. il sogno di disegnare il mondo

“Il mondo continua a restare enigmatico
come il giorno in cui ho tentato di far mia la sua diversità”

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mappa del mondo attribuita a fra’ Mauro, 1450 circa
Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia
https://it.wikipedia.org/wiki/Mappamondo_di_Fra_Mauro
http://www.treccani.it/enciclopedia/fra-mauro/
http://www.treccani.it/enciclopedia/fra-mauro_(Dizionario-Biografico)/
https://marciana.venezia.sbn.it/la-biblioteca/il-patrimonio/patrimonio-librario/il-mappamondo-di-fra-mauro

James Cowan, Il sogno di disegnare il mondo.
Le meditazioni di fra Mauro cartografo alla corte di Venezia,
Rizzoli 1998 (romanzo)

“Da qualche tempo avevo intenzione di riferire una circostanza accadutami negli ultimi anni. Non è che desideri che le mie parole scricchiolino come la pergamena o emanino l’aroma delle antiche mappe, ma piuttosto vorrei, questo sì, che riflettessero il mio profondo interesse per queste cose. Voglio narrare un viaggio che ho fatto, un viaggio al di là di tutte le frontiere conosciute, un viaggio che parla del  possibile e non di una cosa tanto prosaica come ciò che ci è già noto.
[…]
Dacché mi ricordi, infatti, ho sempre voluto viaggiare. Mi chiamo fra Mauro. Sono monaco, in età matura e piuttosto in carne. A certuni posso persino apparire -be’, ammettiamolo- un po’ pigro. Il mio problema è che ho sempre avuto paura di affrontare un tale viaggio probabilmente perché le mie ossa mi avrebbero rivelato come un impostore! E’ come se, ogni volta che il caso mi porta da quelle parti, l’orizzonte che contemplo in mare al largo del Lido e di Sottomarina fosse una muraglia inespugnabile, una barriera. Talvolta mi prende un forte desiderio di scalarla, ma mi resta ancora la paura di ciò che vi è al di là. Ed ecco che di conseguenza faccio vivere altri al mio  posto, alla scoperta di genti e regni che io posso solo sognare.
[…]
Il mondo continua a restare enigmatico come il giorno in cui ho tentato di far mia la sua diversità.
Da tempo, ovviamente, tali considerazioni alimentano il mio ascetismo. Ma sono anche consapevole che certi percorsi di ricerca possono essere pericolosi. Spesso ciò che sta al di là del margine del mondo ci alletta con la voce di una sirena, come per attrarci fra le sue braccia. Noi la ascoltiamo, ne siamo affascinati; e infine ne veniamo sedotti. I margini pesantemente marcati delle carte che vado osservando da anni testimoniano questa predilezione da parte di tanti viaggiatori dei mari.”
(brani tratti da pagina 23 a pagina 28)

Su un’isola della laguna veneta, un inquieto, sedentario monaco del Cinquecento, esperto cartografo, si è accinto a disegnare una propria mappa definitiva del mondo. Senza mai lasciare l’angusta cella del suo monastero, timoroso del mondo al di fuori, ascolta i racconti dei viaggiatori in terre lontane che, avuto sentore di ciò che sta compiendo, accorrono presso di lui per dare un contributo alla sua impresa.
Pellegrini, mercanti, esploratori, studiosi, missionari, ambasciatori si alternano dunque alla sua soglia riferendo di avventure  mirabolanti, reami incantati, personaggi fantastici: cannibali e seguaci di Satana, orientali con il turbante, sirene e femmine ricoperte di capelli, selvaggi del Borneo, Africa, India, Mesopotamia, Catai. E discutono di Tolomeo, Salomone e Colombo; Gengis Khan e San Tommaso; tartari, crociati, persiani. Avido di conoscenza, curioso – come si addice a un uomo dell’epoca nuova, il Rinascimento- fra Mauro intraprende uno straordinario viaggio con l’immaginazione e registra ogni cosa su pergamena tentando di abbracciare la varietà infinta del mondo. Ma a poco a poco si rende conto dell’impossibilità di una rappresentazione ideale, perfetta dell’universo: giacché ha compreso che esso non è solo un’entità fisica di coste, continenti, mari, baie, scogliere ma è soprattutto il prodotto del pensiero e dell’immaginazione, paesaggio interiore e soggettivo di credenze , aspirazioni, sogni. Tutto può essere messo in dubbio, non esiste verità assoluta. E’ possibile conciliare le opposte raffigurazioni della realtà, coglierne la tumultuosa diversità, rifletterne la ricchezza soltanto esplorando il livello trascendente, spirituale, forse persino affrontando un itinerario all’interno dell’anima, della coscienza. Pian piano la mappa mundi del cartografo veneziano assume così una dimensione magica, metafisica, ultraterrena che schiude inattesi interrogativi e varca i confini di tutte le conoscenze acquisite.
[…] Il sogno di disegnare il mondo è un racconto denso di spunti filosofici per l’uomo contemporaneo, un piccolo stimolante breviario per noi che stiamo per affrontare il nuovo millennio. Celebra l’ingegno umano, la capacità d’incantarsi, la felicità che offre l’incontro con il fantastico, il meraviglioso di cui ancora abbonda il pianeta. […]
(dalle alette anteriore e posteriore della sovraccoperta)

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A criação de Deus

 

 

 

3. non c’è mai fine al raccontare

Perché questo mondo che ci pare una cosa fatta di pietra, vegetazione e sangue non è affatto una cosa ma è semplicemente una storia. E tutto ciò che esso contiene è una storia e ciascuna storia è la somma di tutte le storie minori, eppure queste sono la medesima storia e contengono in esse tutto il resto. Quindi tutto è necessario. Ogni minimo particolare. E questa in fondo è la lezione. Non si può fare a meno di nulla. Nulla può venire disprezzato. Perché, vedi, non sappiamo ove stanno i fili, i collegamenti. Il modo in cui è fatto il mondo. Non abbiamo modo di sapere quali sono le cose di cui possiamo fare a meno. Ciò che può venire omesso. Non abbiamo modo di sapere cosa può stare in piedi e che cosa può cadere. E quei fili che ci sono ignoti fanno naturalmente anch’essi parte della storia e la storia non ha dimora né luogo d’essere se non nel racconto, è lì che vive e quindi non possiamo mai aver finito di raccontare. Non c’è mai fine al raccontare.

Cormac McCarthy, Oltre il confine, 1994

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muro messicano o di Tijuana,
berriera tra Stati uniti d’America e Messico
– scritta di Accion Poetica –
Acción Poética (Azione Poetica) è un  movimento letterario urbano, fondato da Armando Alanís Pulido a Monterrey (Messico) nel 1996.

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recinzione sul confine tra Melilla e il  Marocco

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la creazione del mondo, Giusto de' menabuoi, c. 1376, Battistero del Duomo, PadovaCreazione del mondo, Giusto dei Menabuoi c. 1376,
Battistero del Duomo di Padova

2. mondo e mondi

Da cinquemila anni esistono le carte geografiche, e da tremila anni queste carte hanno contribuito a formare l’immagine che l’uomo ha del mondo. Scienziati, storici, papi, ricercatori, navigatori hanno disegnato delle carte, ma solo da 400 anni esiste il mestiere di cartografo. Come storico con interessi geografici ho studiato la storia della cartografia con particolare interesse. Mi resi conto della inadeguatezza delle carte terrestri esistenti che non favorivano, tra l’altro, la migliore soluzione che sempre sorge quando si trasporta la superficie terrestre su un foglio piano. La nuova carta, la mia carta, rappresenta in modo egualitario tutti i paesi della Terra…” (A. Peters)

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mappa pubblicata da Arno Peters nel 1973
https://it.wikipedia.org/wiki/Arno_Peters
https://it.wikipedia.org/wiki/Proiezione_di_Gall-Peters

Arno Peters
Storia del mondo otticamente sincronica, 1952
La periodizzazione della storia e l’immagine del mondo storico dell’uomo
La nuova cartografia, 1986
La nuova cartografia. Dalla prima carta geografica alla proiezione Peters, 1995

 

Salvatore Frigerio e Arno Peters
Dalle carte di fra’ Mauro alla carta di Peters, 1993

arnopetersArno Peters

 

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CosmoC. Flammarion, Universum, Paris, 1888

1. narrazioni

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Ecumene secondo Anassimandro (610-546 a. C.)

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Ecumense secondo Erodoto (484-430 a. C.)

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Il cosmo secondo i Navajo

authagraph.630x360Hajime Narukaw, AutaGraph World Map, 2016 Good Design Grand Award

Carta fisica del Mondo

carta fisica del mondo

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