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SALA5 OPERA DOMUS IL FILO


 

Achille Pace | Claudio Marini

Con gli autori presenti al piano superiore dopo il transito sulla Scala, cardine della casa, volume e posa, si rivela la continuità della Arti imbastite al Primo piano. Imbastitura che spiega il senso di costruzione del percorso, della sua trama e  il suo sviluppo in capitoli d’arte. Quello della Sala 5, titolata ad Achille Pace, presenta il tema del filo e del cordame (Achille Pace, Claudio Marini) che dialogano tra loro, come tra luce e materia in continuo rimando.

Achille Pace,  classe 1923, uno degli artisti dello storico Gruppo1 – 1962 Roma è considerato un maestro dell'informale e post- informale italiano del dopoguerra. Il motivo di fondo, il segno della sua arte informale è il filo di cotone. In una pittura di gesto che l'Artista stesso definisce “vita in atto, totalizzante”.

E  filo, per uscire fuori dall'irrazionale groviglio dell'arte informale stessa. In questa e in altre riflessioni di Achille Pace, la scoperta del pensiero filosofico sottostante l'espressionismo astratto,  l'informale gestuale (action painting di Jackson Pollock), si modula, e si dipana lentamente tra materia e segno nel fenomeno del Segno che decanta, che si rende chiaro  con pazienza.

Non decorativo, ornamentale o barocco. Ma segno espressivo e gesto spontaneo. Arte fenomenologica, esistenziale. "Sto nel quadro solo se sto per terra. Perpendicolare - chiosa Achille Pace".

Claudio Marini, piuttosto, non abbandona il groviglio dei cordami che usa nelle sue opere da sempre. La sua urgenza comunicativa utilizza i materiali più disparati con forte carica materica, stilizza i colori a colpi di spatola, crea segni e parole, Coinvolge abiti e tessuti come involucri del figurativo assente per far tornare l'uomo, col suo nuovo linguaggio, al centro della ricerca dell'Arte.

 

       
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