La guerra in Ucraina e i combattimenti intorno alla centrale nucleare nello stesso Paese hanno risvegliato i timori dell’esperienza di Chernobyl, i cui abitanti circa 37 anni fa, vennero investiti da una grande quantità di materiale radioattivo. A pagare un prezzo altissimo furono soprattutto i bimbi, sotto forma di una elevata incidenza di tumori alla tiroide. Ad oggi, in Italia, affermano gli esperti, ad un anno dallo scoppio della guerra, in base all’osservazione clinica, non si registra un incremento di noduli tiroidei nella popolazione pediatrica. Tuttavia, resta cruciale lo screening dei bambini a rischio, come raccomandato dalle linee guida che per la prima volta descrivono la gestione dei noduli e dei carcinomi differenziati della tiroide nei più piccoli.
“L’esperienza di Chernobyl ci ha insegnato che i tumori alla tiroide indotti da radiazioni compaiono più di frequente nei bambini e negli adolescenti, talvolta anche a distanza di anni dall’esposizione – afferma Mariacarolina Salerno, presidente della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica SIEDP -. Le persone più a rischio sono i bimbi con meno di 10 anni per la notevole sensibilità della tiroide infantile alle radiazioni, i giovani al di sotto dei 18 anni e le donne in gravidanza”. In Italia, chiarisce però l’esperta, “i noduli tiroidei infantili sono rari e i nostri ambulatori non hanno finora registrato un incremento dell’incidenza, per cui la corsa alle pillole di iodio resta inutile e dannosa”. In occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare, il 28 febbraio, la SIEDP ricorda anche che le terapie e le soluzioni chirurgiche devono essere ponderate in considerazione dell’età dei pazienti.
A fornire agli specialisti uno strumento innovativo per una migliore conoscenza e inquadramento della malattia, finalmente ‘a misura di bambino’, è inoltre la recente pubblicazione delle linee guida da parte dell’European Thyroid Association, che per la prima volta descrivono per l’età pediatrica la gestione dei noduli e dei carcinomi differenziati della tiroide. La SIEDP rilancia quindi l’invito a rafforzare gli sforzi per una diagnosi precoce. L’assistenza per questa malattia rara, come raccomandano le nuove linee guida europee, conclude la Società, deve essere demandata ai team di esperti multidisciplinari che in Italia sono presenti nei 30 Centri di riferimento di endocrinologia pediatrica.