Mano nella mano con la sorella maggiore, Yasha, 8 anni, qualche giorno fa è sceso in strada in Austria per manifestare a sostegno dell’Ucraina. Solo pochi mesi prima, lottava per sopravvivere nella rianimazione dell’ospedale di Leopoli. Yasha abitava con la famiglia nella regione di Odessa. La sua casa è stata bombardata dai russi e i genitori sono morti. La sorella più grande è sopravvissuta, mentre il piccolo è stato trasportato all’Ospedale First Medical Union di Lviv in condizioni gravissime. Ci sono volute varie operazioni e quattro mesi di riabilitazione, ma Yasha ce l’ha fatta. Ora è volato dall’Ucraina all’Austria, dove si è stabilito con la sorella per iniziare una nuova vita.
“Purtroppo – racconta Serhii Khuda, fisioterapista alla Clinica pediatrica dell’ospedale – quello di Yasha non è l’unico caso. Dall’inizio della guerra, sono oltre 300 i bambini feriti gravemente e giunti qui a Leopoli da tutta l’Ucraina”. Ogni settimana, nuovi piccoli pazienti continuano ad essere trasferiti in città dalle zone più calde del conflitto e l’esigenza ora è quella di avere una maggiore disponibilità di posti letto ospedalieri e servizi di riabilitazione. Per questo, racconta il medico, “stiamo costruendo un nuovo grande centro di riabilitazione pediatrica”. Leopoli “al momento è più sicura di molte altre città ed il continuo arrivo di pazienti da altre zone, anche con patologie gravi non collegate alla guerra, sta creando molta difficoltà. Abbiamo bisogno del supporto della comunità internazionale – conclude Khuda -. Ora più che mai”.