Woody Allen vira? Un suo racconto su un magazine conservatore

Woody Allen ha pubblicato un nuovo racconto: stavolta però ad ospitare la short story ambientata nei soliti isolati di Manhattan dove bazzica l’88enne regista non sono le tradizionali riviste come il New Yorker sulle cui pagine fino a qualche anno fa Woody era di casa.
    Breakfast Special è uscito su New Criterion, una rivista di intellettuali conservatori il cui direttore e editore, Roger Kimball, è un sostenitore di Donald Trump.
    Il racconto è la prima opera di fiction nei 44 anni di storia del magazine fondato nel 1982 dall’ex critico del New York Times Hilton Kramer come antidoto alle “disgustose e deleterie dottrine” che inquinavano le pagine culturali del quotidiano. È anche il primo racconto di Allen uscito su un periodico in un decennio: l’ultimo era stato pubblicato nel 2013 proprio dal New Yorker. Un anno e mezzo fa il regista ne aveva raccolti altri, alcuni inediti, nel volume Zero Gravity pubblicato in Italia con La Nave di Teseo: ignorato in patria al pari del memoir A Proposito di Niente e del cinquantesimo e ultimo film, Colpo di Fortuna, presentato fuori concorso a Venezia e introvabile negli Usa.
    Gli ultimi anni sono stati difficili per Woody. Lo scandalo delle molestie sessuali di Harvey Weinstein ha avuto ripercussioni sul regista facendo tornare a galla le accuse della ex compagna Mia Farrow di aver abusato della figlia adottiva Dylan quando era questa era bambina. Ronan Farrow, l’unico figlio biologico di Woody e Mia da anni ai ferri corti con il padre, scrive regolarmente per il New Yorker ed è stato uno degli artefici dello scoop sulle molestie: inevitabile che, per la rivista, il controverso regista sia diventato persona non grata.
    Il nuovo racconto ricalca gli ingredienti di Colpo di Fortuna: omicidio, adulterio e il caso. Nevrosi, umorismo, amore e goffaggine sociale sono parte della consueta ricetta collaudata dagli anni Sessanta in cui coesistono pizzichi di contemporaneità come le macchine Uber e gli smartphone. Il protagonista, seduto a un caffè di Madison Avenue non lontano dalla casa su Fifth Avenue dove Woody abitava al tempo della relazione con la Farrow, è uno scrittore “magro e occhialuto sui 30 anni” che nei giorni buoni “poteva somigliare a uno scienziato o un intellettuale, ma quando l’umidità gli rovinava la capigliatura “sembrava piuttosto un meshuggener”, la parola yiddish per un pazzo. Che Allen sia stato costretto a pubblicare su un giornale di destra è l’ultimo segnale dell’isolamento in cui il mondo della cultura negli Usa ha confinato il regista. Woody ha trovato spazio in testate che un tempo disprezzava: come nel film Io e Annie quando aveva scherzato sulle riviste di destra Dissent e Commentary che si erano fuse, “ed era nata Dysentery”.
   

Woody Allen vira? Un suo racconto su un magazine conservatoreultima modifica: 2024-03-06T19:27:14+01:00da newsconulana

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