Non c’è pace per Johnny Depp. Dopo i guai economici legati al divorzio da Amber Heard e alla frode milionaria della sua ex agenzia, The Management Group, adesso l’attore è stato denunciato da due ex guardie del corpo, che lo accusano di mancati pagamenti, lavori extra e ambiente di lavoro “tossico”. I due, Eugene Arreola e Miguel Sanchez, bodyguard fino al 2016, dovevano spesso fare i babysitter, gli autisti per tutta la famiglia e proteggere la star da se stesso e dai suoi vizi…
Nella denuncia, Arreola e Sanchez hanno dichiarato che Depp chiedeva loro di “guidare veicoli che contenevano sostanze illegali” e di fare da babysitter al figlio sedicenne, del quale erano “costretti a cedere ad ogni capriccio per il timore di perdere il lavoro”.
Le due bodyguard erano state assunte personalmente da Depp, dopo che erano sorti i problemi con The Management Group, di cui facevano parte e l’attore si era ritrovato in gravi difficoltà economiche. Nel cambio di gestione però, stando alla denuncia, le condizioni di lavoro erano peggiorate. Negli stipendi mancavano gli straordinari, i pasti e i riposi dovuti per legge.
Ma non è tutto. Le due ex guardie del corpo riferiscono di essere stati costretti a “proteggere Depp da se stesso e dai suoi vizi”, come quando, come testimoniano, hanno dovuto “pulirgli il volto dagli evidenti segni della droga all’interno di un nightclub”. Depp avrebbe sottoposto inoltre il suo personale a “condizioni e situazioni non sicure” e “a causa dell’ambiente di lavoro tossico e pericoloso e delle costanti violazioni del codice del lavoro” sia Sanchez sia Arreola sono stati costretti a lasciare il loro impiego nonostante “non nutrissero nessuna cattiva volontà nei confronti di Johnny Depp”. Ora i due chiedono risarcimenti per la somma di ore di lavoro straordinario non retribuite, per le molte mensilità non pagate, i pasti e le indennità di riposo, oltre alle spese legali.
In agosto Depp sarà chiamato in Tribunale per testimoniare nella causa contro The Management Group, citata in giudizio dall’attore per una frode ai suoi danni di oltre 25 milioni di dollari, perpetratata negli anni nascondendo lo stato delle sue finanze, non pagando le tasse, effettuando prestiti non autorizzati e pagando in eccesso altri servizi.