Ha fatto il suo ingresso nel mondo del porno come la “protetta” di Rocco Siffredi, che l’ha scoperta. Era il 2011, e in 10 anni Valentina Nappi ne ha fatta di strada. Come attrice hard, ma anche come “pensatrice controcorrente”. Le polemiche più recenti, quelle con il critico d’arte Vittorio Sgarbi e con il vicepremier Matteo Salvini, dopo un post provocatorio sul profilo instagram dell’attrice, che recitava: «Sono stata stuprata da Salvini». E nel giorno di San Valentino si mette a nudo per Leggo, in esclusiva.
Valentina Nappi, cosa direbbe oggi a Salvini?
«Gli direi di leggere Kant».
Un politico che le piace?
«Purtroppo nessuno».
Anche se commenta spesso l’attualità italiana, lei vive a Los Angeles parecchi mesi all’anno. Come si svolge la sua vita lì?
«Dal 2017 ho deciso di passare meno tempo negli USA perché preferisco la vita in Italia».
Cioè?
«Negli Stati Uniti è come se si percepisse nell’aria uno spirito di competizione, una sorta di mors tua vita mea. Preferisco di gran lunga la mentalità europea: più incline alla solidarietà, al riconoscimento dell’importanza della cultura in opposizione al puro profitto, e di ciò che è pubblico in opposizione a ciò che è privato».
Ma in Italia non è ancora difficile parlare apertamente di sessualità?
«Non più che negli Stati Uniti. La differenza è che negli Stati Uniti vige il puro relativismo, mentre in Italia sia pur con grande fatica si riesce a parlare di morale. L’americano medio è un animale antifilosofico: non gliene frega niente del bene e del male, spesso non gliene frega niente del bello e del brutto. In Italia anche un operaio sa chi è stato Dante Alighieri e generalmente ne riconosce l’importanza, mentre negli Stati Uniti la working class è spesso disinteressata alla cultura e alle questioni “filosofiche”. In Italia posso provare a spiegare perché secondo me la promiscuità è una cosa moralmente giusta, mentre negli Stati Uniti alla gente non importa nulla di cosa è giusto o meno e quindi vige l'”ognuno faccia come vuole”».
Tra l’altro lei è in una relazione aperta con il suo compagno. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo tipo di rapporto?
«La coppia aperta è l’unica possibile».
In che senso?
«L’amore non può dipendere dagli sbalzi ormonali, quindi è qualcosa di diverso da quella superficiale passione che ora viene e dopo tre mesi passa. Io e il mio fidanzato stiamo insieme da nove anni e mezzo, mentre ci sono coppie che col divorzio breve nel giro di due anni si “innamorano”, si sposano, divorziano e si risposano con altri. Il problema è che tali coppie confondono l’amore con la passione del momento, quindi non possono che essere condannate a matrimoni a ripetizione. Invece in realtà l’amore non c’entra nulla con quelle effimere passioni, ed è fondato sulla condivisione di ideali, su un’idea condivisa di razionalità. Se le effimere passioni sono come le musichette romanticoidi dei cantautori neomelodici, l’amore è invece paragonabile alla musica di Bach: qualcosa di granitico, profondamente razionale, sublime nel suo rigore, immune alle perturbazioni effimere dell’animo pulsionale. Proprio per questo, sebbene implichi le cure sessuali (al pari di qualsiasi altra forma di cura dell’altro), esso non necessità affatto dell’esclusività sessuale, e anzi porta a vedere il piacere sessuale dell’altro con altre persone come qualcosa di positivo».
Chi è per lei un sex simbol?
«Mi fa proprio schifo il concetto».
Un politico e un uomo dello spettacolo italiano con cui andrebbe a letto?
«Nessuno. Non mi piacciono i potenti, voglio fare sesso con i muratori».