I ricercatori britannici di Glasgow riferiscono che i 4 gruppi più popolari di farmaci per abbassare la pressione sanguigna aumentano il rischio di depressione e disturbo affettivo bipolare.

Gli scienziati hanno analizzato i dati su 525.046 pazienti di età compresa tra 40 e 80 anni che sono stati curati negli ospedali scozzesi. Di questi, hanno selezionato 144.066 persone trattate per ipertensione con farmaci dei seguenti gruppi:

• antagonisti del recettore dell’angiotensina (ARA);
• beta-bloccanti;
• bloccanti dei canali del calcio;
• diuretici tiazidici.

Il gruppo di controllo comprendeva 111.936 pazienti che non avevano mai assunto nessuno di questi farmaci. Nei successivi 5 anni, i ricercatori hanno seguito i pazienti, monitorando i casi del loro ricovero con vari disturbi mentali.

Tra coloro che hanno assunto farmaci antipertensivi per più di 90 giorni, sono stati registrati 299 ricoveri. Si trattava principalmente di casi di depressione, che si sviluppava in media 2,3 anni dopo l’inizio del trattamento, e di disturbo affettivo bipolare (precedentemente chiamato anche psicosi maniaco-depressiva). Il rischio di sviluppare disturbi mentali che richiedono un trattamento ospedaliero è aumentato di 2 volte con beta-bloccanti e calcio-antagonisti, rispetto ad altri farmaci. I rischi più bassi di ricovero sono stati osservati durante l’assunzione di farmaci del gruppo ARA. Infine, l’assunzione di diuretici tiazidici in termini di effetto sulla psiche non era diversa dal rifiuto di assumere farmaci antipertensivi.

Gli scienziati ritengono che i medici dovrebbero tenere conto della probabilità di sviluppare un tale effetto collaterale nella selezione del trattamento dei pazienti per l’ipertensione.