I ricercatori hanno analizzato l’incidenza dei coronavirus umani HKU1, 229E, NL63 e OC43, che sono la causa del 10-30% della SARS stagionale. Hanno studiato i dati del progetto, che è stato realizzato dall’autunno del 2016 alla primavera del 2018. Il numero totale di partecipanti al progetto è stato di oltre 190 persone. Tutti loro sono stati sottoposti a una procedura settimanale per la raccolta dei tamponi dal naso e dal rinofaringe e hanno riferito sintomi di SARS, se ne avevano. Durante lo studio, 86 persone tra i partecipanti al progetto hanno scoperto di avere coronavirus stagionali.

Durante lo studio, 12 di quelle 86 persone sono risultate nuovamente positive allo stesso coronavirus da cui erano state infettate in precedenza. L’analisi dei dati di questi pazienti non ha rivelato un’associazione tra reinfezione e gravità della malattia. Ma va notato che stiamo parlando, in generale, di SARS che si verifica abbastanza facilmente. Ma allo stesso tempo è stata trovata una relazione tra la gravità dei sintomi e l’appartenenza dei pazienti alla stessa famiglia.

Gli scienziati concludono che la reinfezione da coronavirus da raffreddore stagionale non è una situazione atipica per un anno o più. La memoria immunitaria acquisita a seguito dell’infezione, quindi, è un fattore significativamente meno significativo che influenza la gravità del decorso della malattia rispetto alla capacità insita nei geni di formare una risposta immunitaria innata.