Gli scienziati australiani dell’Australian National University (ANU) riferiscono che non ci sono prove della diffusione dell’infezione da coronavirus per via aerea nei bagni pubblici.

Gli esperti hanno analizzato i risultati di 38 studi provenienti da 13 paesi, di cui 14 condotti in istituzioni mediche, 10 in laboratori, 14 nella ristorazione, luoghi di lavoro, istituzioni commerciali e di altro tipo. Trentatré studi hanno coinvolto il campionamento della superficie, 15 il campionamento dell’aria e 8 il campionamento dell’acqua. È stato condotto uno studio sulla diffusione del coronavirus SARS-CoV-2 valutando la contaminazione dei servizi igienici nelle strutture sanitarie.

Nei bagni pubblici è stata identificata un’ampia gamma di batteri enterici, cutanei e del suolo, nonché virus enterici e respiratori, potenzialmente a rischio di trasmissione. Ma stiamo parlando di superfici, e diversi studi hanno dimostrato che i rischi di infezione da coronavirus dalle superfici tendono a zero. La principale via di infezione è l’aerosol.

È stato dimostrato che esiste un piccolo rischio di generazione di aerosol microbici durante lo sciacquone del WC e i sistemi di asciugatura delle mani. Ma, sottolineano gli scienziati, gli aerosol che una persona potrebbe teoricamente inalare quando si tira lo sciacquone provengono dai propri prodotti di scarto. E il rischio di contaminazione incrociata è incredibilmente basso se le persone seguono da sole le regole igieniche.

Pertanto, nei bagni pubblici non è stata trovata alcuna prova di trasmissione aerea di agenti patogeni enterici e respiratori, compreso il coronavirus.

Gli scienziati sottolineano che la regolare pulizia e disinfezione delle superfici nei bagni pubblici è sufficiente per ridurre al minimo il rischio di diffusione dell’infezione. Per evitare il COVID-19, i visitatori devono lavarsi le mani con sapone e asciugarle, non bere o mangiare in un bagno pubblico e non utilizzare un telefono cellulare.