Gli scienziati tedeschi del Max von Pettenkofer Institute of Public Health hanno scoperto batteri che proteggono l’intestino dalla salmonella, il batterio che causa la gastroenterite.

Gli scienziati hanno confrontato la composizione del microbioma (comunità batterica) di diversi topi, alcuni dei quali erano resistenti all’infezione da Salmonella e altri erano suscettibili e facilmente infettabili da Salmonella. Si è scoperto che nel microbioma dei topi del primo gruppo sono presenti i batteri Mucispirillum schaedleri, che non sono presenti nel microbioma degli animali vulnerabili alle infezioni.

In generale, Mucispirillum schaedleri fa parte di un ampio gruppo di microrganismi che si trovano più spesso nel fango e nei sedimenti di fondo, ma vivono anche nel tratto gastrointestinale degli animali a sangue caldo, sia nei topi che negli esseri umani. Questi batteri si trovano raramente nei campioni di feci, poiché di solito colonizzano la mucosa intestinale. Ma quando si esegue una biopsia della mucosa, M. schaedleri può essere trovato in una persona su due.

Per verificare se la presenza di M. schaedleri fornisca effettivamente protezione contro la salmonella, gli scienziati hanno osservato topi gnotobioti, cioè animali privi di microflora, cresciuti in condizioni sterili. Il loro intestino può essere seminato con batteri predeterminati e il risultato osservato. Pertanto, gli scienziati avevano due gruppi di topi: con e senza M. schaedleri. Dopo l’infezione da salmonella di animali di entrambi i gruppi, si è scoperto che la presenza di questi microbi protegge effettivamente dalle infezioni da salmonella.

Questo notevole effetto si basa sulla competizione tra M. schaedleri e Salmonella per i nitrati. Senza questo composto, le salmonelle non possono attivare la loro arma principale, il sistema di secrezione di tipo III, che le rende così pericolose per l’organismo infetto. E in presenza di M. schaedleri, questo meccanismo con cui la Salmonella introduce proteine ​​tossiche nell’epitelio intestinale non funziona. Di conseguenza, l’infiammazione che porta alla gastroenterite non si sviluppa.

Gli scienziati ritengono che i dati che hanno ottenuto possano costituire la base di metodi fondamentalmente nuovi di trattamento e prevenzione di malattie infettive come la gastroenterite.