Gli scienziati dell’Università di Bristol e del King’s College di Londra ritengono che un numero significativo di persone creda in una teoria del complotto sulla pandemia.
I ricercatori sono giunti a queste conclusioni conducendo un sondaggio su 4.860 adulti britannici dai 18 ai 75 anni durante il mese dal 21 novembre al 22 dicembre 2020.
Il sondaggio ha mostrato che in media il 15% delle persone nel Regno Unito crede che ci sia una cospirazione per nascondere informazioni importanti su SARS-CoV-2 e che giornalisti, scienziati e funzionari siano coinvolti in questa cospirazione. Ma tra coloro che non cercano di essere vaccinati, c’è già il 42% di queste persone.
È interessante notare che le persone di quest’ultima categoria ricevono principalmente informazioni sulla pandemia dalle reti di ricerca e dai social network DuckDuckGo (50%), Instagram (43%), WhatsApp (40%), YouTube (37%), Bing (34%), Facebook (31%) e Twitter (29%). L’uso di tali fonti come fonti primarie riduce il livello di fiducia nei vaccini. Coloro che hanno preferito DuckDuckGo (63%), WhatsApp (55%), Instagram (54%) e YouTube (49%) avevano più del doppio delle probabilità rispetto alla popolazione generale e ai consumatori di media tradizionali di essere disposti a rinunciare alla vaccinazione perché di paura che possa colpire il loro sistema immunitario.
Nella dichiarazione “La verità sul coronavirus viene nascosta al pubblico!” crede in media il 27% della popolazione. Ma tra coloro che difficilmente verranno vaccinati o sicuramente non lo faranno, la quota di coloro che sono d’accordo con questa affermazione sale al 64%.
Il fatto che “Un’indagine imparziale e indipendente su tutti gli eventi della pandemia dimostrerà che ci hanno mentito su scala globale” è creduto dal 21% della popolazione e dal 51% di coloro che non sono desiderosi di farsi vaccinare .
Un britannico su cinque (almeno il 20%) ritiene che “le autorità vogliono farci pensare che il coronavirus sia molto più pericoloso di quanto non sia in realtà”. Quasi altrettanti (19%) ritengono che “il governo abbia deliberatamente permesso la morte di persone appartenenti a gruppi ad alto rischio”.