Oltre il pensiero...

Oggi 20 maggio è la giornata delle Api. Ricordiamole con affetto e gratitudine-


  “Ode all’ape” Moltitudine di api! Entra ed esce dal carminio, dall’azzurro, dal giallo, dalla più tenera morbidezza del mondo: entra in una corolla precipitosamente, per affari, esce con un vestito d’oro e gli stivali gialli. Perfetta dalla cintura, con l’addome rigato da sbarre scure, la testolina sempre pensierosa e le ali bagnate: entra in tutte le finestre odorose, apre le porte della seta, penetra nei talami dell’amore più fragrante, inciampa in una goccia di rugiada come in un diamante e da tutte le case che visita estrae il miele misterioso, ricco e pesante miele, spesso aroma, liquida luce che cade a goccioloni, finché al suo palazzo collettivo ritorna e nelle gotiche merlature deposita il prodotto del fiore e del volo, il sole nuziale serafico e segreto! Moltitudine d’api! Elevazione sacra dell’unità, collegio palpitante! Ronzano sonori numeri che lavorano il nettare, passano veloci gocce d’ambrosia: è la siesta dell’estate nelle verdi solitudini di Osorno. Sopra il sole inchioda le sue lance nella neve, risplendono i vulcani, ampia come i mari è la terra, azzurro è lo spazio, ma c’è qualcosa che rema, è il bruciante cuore dell’estate, il cuore di miele moltiplicato, la rumorosa ape, il crepitante favo di volo e oro! Api, lavoratrici pure, ogivali operaie, fine, scintillanti proletarie, perfette, temerarie milizie che nel combattimento attaccano con pungiglione suicida, ronzate, ronzate sopra i doni della terra, famiglia d’oro, moltitudine del vento, scuotete l’incendio dei fiori, la sete degli stami, l’acuto filo di odore che raccoglie i giorni, e propagate il miele oltrepassando i continenti umidi, le isole più remote del cielo dell’ovest. Sì: la cera innalzi statue verdi, il miele sparga lingue infinite, e l’oceano sia un alveare, la terra torre e tunica di fiori, e il mondo una cascata, chioma, crescita inesauribile di favi!  Pablo Neruda