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Insomma, è importante avere bene in mente quelli che sono gli obiettivi del doppiaggio. E tenere in considerazione anche la quantità di titoli che in questi ultimi anni hanno invaso, rischiando talvolta di sommergerlo, il nostro mercato. I doppiatori, gli adattatori e i direttori del doppiaggio sono un numero limitato, più o meno stabile. La stessa cosa non si può dire delle serie e dei film che, ogni mese, arrivano in Italia: continuano a crescere, non diminuiscono, e se da una parte questo assicura alla categoria che lavora nell’industria del doppiaggio un’occupazione praticamente costante dall’altra mette a dura prova la qualità delle singole interpretazioni, delle traduzioni e delle sessioni di registrazione. Ciò che inevitabilmente diminuisce è il tempo. E le distribuzioni che sono pronte ad aspettare, a posticipare l’uscita a un’altra finestra, sono veramente poche. Così come sono veramente pochi quei professionisti che, pur di mantenere un certo standard, sono disposti a rifiutare un’offerta (attenzione: non è una cosa né scontata né tantomeno dovuta; è chiaro che si parla di lavoro e, quindi, di rispondere a necessità quotidiane). Non è un caso se ultimamente, sulle piattaforme streaming, alcuni titoli sono stati pubblicati prima in lingua originale e solo in un secondo momento hanno ricevuto un doppiaggio italiano. È indubbio che questa è la direzione verso cui si sta muovendo il mondo intero. Anni fa, durante la cerimonia degli Oscar, lo disse anche il regista Bong Joon-ho: una volta superato l’ostacolo dei sottotitoli, avrete accesso ad altri mondi e ad altre storie.

Axelle/Bauer-Griffin//Getty Images

La decisione di Universal Pictures di distribuire Drive-Away Dolls, il nuovo film di Ethan Coen con Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan, esclusivamente in lingua originale si inserisce nel solco di questi eventi. Dall’inizio dell’anno, al cinema sono arrivati diversi titoli in – diciamo così – doppia versione, e molte delle proiezioni originali sono sempre andate esaurite. Quindi una base numerica da cui partire, benché minima e ridotta all’eccezionalità di una distribuzione più centellinata, c’è. C’è, poi, la voglia di sperimentare, di provare a distribuire titoli come questo, firmati da un grande autore e con una loro specificità, in un certo modo. Ovviamente, così facendo, si riducono i costi: non ci sarà più un cast di doppiatori da dover pagare. E allo stesso modo sarà più facile – ma non per forza immediato – distribuire un film in contemporanea con gli Stati Uniti (che viste le differenze di comunicazione e di marketing può essere decisamente utile per non dover organizzare un’altra campagna pre-release). Le controindicazioni di un’operazione del genere sono abbastanza palesi: il pubblico a cui poter puntare sarà chiaramente di meno. Drive-Away Dolls arriverà in sala il 7 marzo. E sarà sicuramente interessante vedere come risponderà il pubblico e soprattutto come si piazzerà al botteghino, se riuscirà o meno a competere con gli altri titoli, molti dei quali doppiati o girati direttamente in italiano, programmati nei cinema.

Gianmaria Tammaro