L'astronave Tutti abbiamo un mondo dentro e tutti sopportiamo la solitudine dire che dentro di me ci sono solo molle e legno è come dire che dentro di voi ci sono solo cuore fegato o polmoni. Assisto non impassibile a vite complesse o frantumate assorbo discorsi irascibili o promettenti ma in questa casa insonne io sono l’astronave. Tra le mie strutture a piume reggo una bambina la nascondo la porto in alto mare e in cielo profondo è un’esperta di derive di cunicoli scavati nella sostanza della notte, la conservo tra i cuscini come un’improvvisa sobrietà. In questo viaggio di allontanamento lo so lei sogna qualcuno che oltrepassi la distanza senza nulla da offrire una faccia che tramonti e si lasci guardare, una protezione terrestre. Di forte la bambina ha solo le spalle e pensieri che danno alla notte sonagli di sapienza. In questa marcia di avvicinamento stupisco di una confidente intimità senza pentimenti e saggio la mia flessibilità non sotto il peso di una bambina ma di un dolore pari a quello di un adulto ma senza mondo. Io sono un sofà che conduce a una visione aperta su voi bestemmiatori degli oggetti ospitando una ferita di notte polare in completa nudità. Chandra Livia Candiani
L'astronave...o il mondo dentro.
L'astronave Tutti abbiamo un mondo dentro e tutti sopportiamo la solitudine dire che dentro di me ci sono solo molle e legno è come dire che dentro di voi ci sono solo cuore fegato o polmoni. Assisto non impassibile a vite complesse o frantumate assorbo discorsi irascibili o promettenti ma in questa casa insonne io sono l’astronave. Tra le mie strutture a piume reggo una bambina la nascondo la porto in alto mare e in cielo profondo è un’esperta di derive di cunicoli scavati nella sostanza della notte, la conservo tra i cuscini come un’improvvisa sobrietà. In questo viaggio di allontanamento lo so lei sogna qualcuno che oltrepassi la distanza senza nulla da offrire una faccia che tramonti e si lasci guardare, una protezione terrestre. Di forte la bambina ha solo le spalle e pensieri che danno alla notte sonagli di sapienza. In questa marcia di avvicinamento stupisco di una confidente intimità senza pentimenti e saggio la mia flessibilità non sotto il peso di una bambina ma di un dolore pari a quello di un adulto ma senza mondo. Io sono un sofà che conduce a una visione aperta su voi bestemmiatori degli oggetti ospitando una ferita di notte polare in completa nudità. Chandra Livia Candiani