Oltre il pensiero...

Nato con la camicia. A lui l'augurio che per lui si avveri tutto quanto dice il famoso detto popolare...


  (ANSA) - VICENZA, 25 SET - Un caso raro, che secondo le statistiche accade in un parto ogni 80mila, al punto che in antichità veniva considerato un evento magico, di buon auspicio per il futuro del bambino o della bambina venuti al mondo in questo modo. E' quanto avvenuto nelle ultime ore all'ospedale di Bassano del Grappa (Vicenza) dove Alexander, primogenito di mamma Nutchana e papà Gianni, è nato "con la camicia", il gergo medico che si usa per i neonati che vengono alla luce ancora completamente avvolti dal sacco amniotico, intatto con tutto il suo liquido all'interno. "Generalmente quando il bambino comincia a scendere - spiega Roberto Rulli, direttore dell'ostetricia e ginecologia del nosocomio San Bassiano - le membrane tengono a rompersi spontaneamente, la cosiddetta 'rottura delle acque', ma a volte questo non accade per una loro particolare elasticità. Non è qualcosa di cui abbiamo avvisaglie dunque quando accade è una grande sorpresa per noi in sala parto. Dal punto di vista medico comunque non rappresenta un rischio o una complicazione, perché il bambino è ancora attaccato al cordone ombelicale, da cui trae anche l'ossigeno. Per il bambino - aggiunge - è un passaggio meno traumatico, perché inizia a vedere la luce quando è ancora immerso nel liquido amniotico, che è alla temperatura del corpo. "Dal punto di vista medico - precisa Davide Meneghesso, direttore della pediatria di Bassano - rappresenta un fatto curioso, bello e un po' magico. Questo fenomeno fin dall'antichità ha suscitato alcune credenze, secondo le quali questi piccoli verrebbero al mondo più protetti o potendo disporre di svariate 'grazie', come quella di essere fortunati e predisposti a fare del bene. Ciò che maggiormente affascina è la calma del bambino all'interno del sacco amniotico".

. Parlare ai più piccoli di sesso e amore è un importante compito, ma eludere l'argomento è la maniera peggiore di (non) affrontarlo: c'è di mezzo lo sviluppo psichico e sentimentale del bambino.La «Filastrocca della nascita» di Mimmo Mòllica risponde giocosamente alla fatidica domanda «come nascono i bambini?»

Filastrocca della nascita Da un minuscolo semino viene al mondo ogni bambino, come piante ed uccellini, come il panda ed i gattini. Nella pancia di mammina c'è un ovetto e una casina, col favore di Cupido nel pancione fa il suo nido. La bimba: In quel pancione era la casa da dove un giorno io sono evasa, di star là dentro mi ero stancata: «Voglio conoscere chi mi ha creata». Avevo fatto già nove mesi, come fan tutti i bambini attesi, e avevo voglia di gattonare, di far la pappa e di giocare. Il bimbo: Mi han consegnato un certificato su cui c'è scritto quando son nato, il giorno, l'anno, nome bebè, scopo, motivo, come e perché. Dalla mia culla vedevo il sole, le prime stelle, le prime viole, le prime rondini, cieli turchini, oh, quante cose sanno i bambini! Quando un bambino sarà cresciuto capirà meglio cos'è accaduto tra la sua mamma e il suo papà e a fare i figli come si fa. Mimmo Mòllica "Come nascono i bambini?". Parlare ai più piccoli di sesso e amore è un importante compito che richiede cautela e attenzione. L'educazione sessuale può creare disagio nei genitori e spiegare ai più piccoli come nascono i bambini non è semplice, ma eludere l'argomento è la maniera peggiore di (non) affrontarlo. Il concepimento o il sesso sono argomenti naturali. È perciò importante per i bambini parlarne con chiarezza e competenza: c'è di mezzo lo sviluppo psichico e sentimentale del bambino, una sessualità sana e corretta sono alla base della fatidica domanda. Legittime scoperte La curiosità è l'elemento ineludibile, i piccoli per crescere devono fare le loro legittime scoperte e capire a fondo la realtà che li circonda, il corpo, la sessualità, la differenza tra i sessi. Niente tabù, sebbene l'argomento possa apparire scomodo, niente pudore superfluo, né vergogna. Il bambino è in grado di accogliere con normalità ogni informazione veritiera. Né cavoli, né cicogne, perciò, ma un linguaggio sincero e naturale, magari mediato da un racconto: "C'era una volta un uovo nella pancia della mamma. Un giorno incontrò il semino del papà e pian piano si formò un bambino…" Quando il bambino sarà più grande, sarà più facile tornare sull'argomento con altre spiegazioni sulla gravidanza, sul concepimento e la nascita.