No, non siamo tutti amici.
No, non basta aver passato una serata insieme per chiamarmi amico.
No, amico non è un modo di dire.
È una parola che porta con sé un mondo di emozioni, promesse e intimità.
Non puoi chiamarmi amico e non guardarmi negli occhi.
Non puoi chiamarmi amico e non dirmi la verità.
Non puoi chiamarmi amico e celare, evadere, passare oltre.
Non puoi chiamarmi amico se conosci le cose importanti per me e scegli di ignorarle perché ti fa fatica.
Non puoi chiamarmi amico se ti ricordi di me solo quando ti conviene.
Non siamo tutti amici.
Non sono tuo amico se ci facciamo una foto insieme.
Non sono tuo amico se ti sorrido.
Non sono tuo amico se ci prendiamo un caffè.
Sono tuo amico se mi confido.
Se ti ascolto, se non mi distraggo, io che mi distraggo sempre.
Sono tuo amico se evito i consigli stupidi.
Le frasi fatte. Le soluzioni a portata di mano.
Se so ascoltarti e semplicemente stare.
Anche in silenzio, che a volte serve.
Sono tuo amico se conosco le parti più remote e assurde di te e le amo, le amo quanto amo le parti più remote e assurde di me.
Sono tuo amico se insieme sappiamo ridere fino alle lacrime.
Sono tuo amico se so chiederti scusa guardandoti negli occhi.
Se so dirti sinceramente che mi dispiace, che ho sbagliato. E che insieme possiamo ricominciare. Non una, ma mille volte.
Perché non sei amico se non sbagli mai, ma se hai voglia di ripartire sempre.
E infine sono tuo amico se per te riesco a fare una chiamata, perché io odio chiamare le persone.
Mi sembra sempre di disturbarle.
Un amico invece non si disturba, mai.
Sei mio amico se posso dirti che ti voglio bene. Conoscendo il significato più puro del termine e credendoci.
E se tu puoi fare lo stesso con me.