Gita col bebè: prove di viaggio con un neonato

Jimi ha compiuto 3 mesi e per celebrare il traguardo abbiamo deciso di buttarci nella prima “gita di famiglia”! Volevamo che fosse, oltre che un piacere, una prova su campo per futuri viaggi più lunghi (prossimamente: un ben più impegnativo viaggio in Sicilia).

Abbiamo cercato di pianificare al meglio, cercando di immaginare come sarebbe stato trasferire la nostra vita di tutti i giorni, più o meno abitudinaria, in un altro mondo.

Il primo elemento definito è stato il mezzo di trasporto: automobile. Il marito ha romanticamente proposto il treno, ma l’ipotesi è durata circa un minuto (motivazioni ineluttabili: inverno, neonato, prima esperienza). Poi si è decisa la destinazione: meta possibilmente nuova anche per i grandi, non in pianura padana per evitare smog e umidità eccessivi, distanza ragionevole (meno di 3 ore da casa). Risultato: Bergamo City (va detto che amiamo i viaggi storico-culturali).

Ottimo, ora scegliamo la durata: si è partiti con l’idea di 4 giorni, un bel weekend lungo in cui il papà spendesse 2 giorni di ferie. Ma la mamma, a cui spetta il gratificante compito delle poppate notturne (ah sì certo anche quelle mattutine, diurne e serali), ha pensato che forse 3 notti fuori potessero risultare troppo pesanti, se le cose non fossero andate per il verso giusto: Jimi è un bimbo di mondo e di giri ne fa parecchi, ma la sera è sempre tornato al suo nido e alla sua culla. Quindi: 3 giorni e 2 notti possono bastare. Abbiamo depennato dall’itinerario il giro nelle valli bergamasche (tanto in febbraio non ci si sollazza più di tanto all’aperto…  sarà per la prossima volta!). Si parte il giovedì e si torna il sabato, la domenica la teniamo come cuscinetto, che male non fa.

Alloggio: per la prima esperienza la prospettiva che mi faceva stare più tranquilla era una bella camera d’albergo, con reception attiva 24h e quindi la possibilità di chiedere qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Purtroppo a Bergamo nessun albergo ci ha convinti (o meglio, quelli che mi convincevano avevano certi prezzi…) oppure erano troppo distanti per raggiungere il centro a piedi. Abbiamo quindi esteso la ricerca ai bed and breakfast (tramite il sempre affidabile booking.com) e abbiamo alla fine trovato una buona soluzione, che comprendesse: parcheggio garantito, posizione centrale in città bassa, prezzo ragionevole e buone valutazioni. La scelta è caduta su un appartamento con cucinino: rinunciamo alle grandi colazioni continentali a buffet che tanto abbiamo amato come coppia, a favore della possibilità di usufruire di microonde, frigorifero e tè caldi a qualunque ora. Pensandoci adesso, devo dire che questa è stata l’unica significativa rinuncia che abbiamo fatto rispetto alle gite pre-bebè.

Bilancio delle scelte di cui sopra: tutto positivo! Riconfermerei tutto. Unico elemento negativo, ma che non dipendeva da noi, il meteo: abbiamo beccato i tre giorni di freddo siberiano, di non so quale depressione artica che ha portato pioggia, nebbia e pure una spolverata di neve il venerdì mattina. Vabbè, diciamo che la cosa ci ha consentito di sperimentare il viaggio anche in condizioni meteo avverse… che consolazione! Il panorama della città alta non era proprio così mozzafiato: visibilità massima con nebbia di circa dieci metri.

Bilancio della squadra famiglia: positivo! Composizione classica con papà pilota, mamma navigatore e bimbo che dorme nei sedili posteriori (noi preferiamo usare la navicella per i viaggi in macchina, piuttosto che l’ovetto). Equilibrata divisione dei compiti di gestione bebè tra mamma e papà, ottimo adattamento del pupo alla vita “on the road”, alla casa provvisoria e alle attività culturali-ricreative.

Ed ora una carrellata di consigli pratici che vorrei condividere con chiunque intenda viaggiare, suddivisi secondo le fasi della giornata di un neonato:

  • Pappa: ho allattato in macchina, al ristorante, al museo, ecc… insomma ovunque scattasse la fame. Non bisogna farsi problemi a riguardo, se lo fate con discrezione ma senza vergogna, nessuno vi darà fastidio. Un trucchetto utilissimo: usare una coppetta raccogli-latte in plastica e silicone: tenetene una sul lato che avete appena usato per allattare, così per la prossima poppata il seno giusto sarà libero e pronto all’uso in qualsiasi momento. Basterà solo sbottonare la camicetta o abbassare la maglietta. Appena finito, lavate la coppetta (se è uscito del latte) e piazzatela sull’altro lato: così saprete già da che lato attaccare il piccolo la prossima volta (io mi confondo sempre!)
  • Cambio: abbiamo scoperto che il fasciatoio è raro da trovare nei locali… anche perché soprattutto nei centri storici lo spazio per le toilette è sempre piuttosto risicato. In quel caso bisogna un po’ ingegnarsi. Trovare un angolo riparato (attenti alle correnti d’aria) o chiedere aiuto. Durante il viaggio: non abbiamo provato gli autogrill, quindi non vi so dire, ma abbiamo trovato ben di meglio: il centro commerciale di Brescia con annessa IKEA. Si sa che i nordici sono molto avanti in questo, infatti i bagni IKEA dispongono di una stanza dedicata ai piccoli, con fasciatoio, lavabo e poltrona per allattamento. E così, nella pausa pranzo abbiamo mangiato tutti comodamente, con ottimi servizi puliti e gratuiti.  In generale conviene portare 2 set per il cambio: uno da lasciare stabilmente in stanza e uno da portare sempre con sé nella borsa del bebè.
  • Nanna: per i sonnellini durante il giorno nessun problema: sia la macchina che il passeggino hanno su Jimi un irresistibile effetto soporifero. Anzi, semmai siamo incorsi nel problema contrario: la seconda notte si è addormentato più tardi del solito, perché aveva dormito molte ore di giorno. Per la notte abbiamo usato la navicella montata sulla base a ruote, in modo da farlo stare in un posto che conosce già. Inoltre ho portato la copertina con cui aveva dormito nella culla le notti precedenti, in modo che riconoscesse l’odore di casa. Le ruote hanno aiutato a cullarlo nella stanza, per addormentarlo più facilmente.
  • Attività all’aperto: avendo il trio, abbiamo portato sia navicella che ovetto. In base all’occorrenza e al momento della giornata abbiamo valutato volta per volta quale dei due usare. Nella navicella abbiamo sempre il sacco, in modo che il bimbo possa dormire comodamente. Nell’ovetto invece lo mettiamo vestito col tutone invernale. In questo modo quando si sveglia può essere preso in braccio anche all’aperto senza rischiare che prenda freddo. È stato fondamentale il telo impermeabile antipioggia! Era la prima volta che lo utilizzavamo, a lui è piaciuto e abbiamo potuto passeggiare anche quando ha iniziato a diluviare (finché non abbiamo trovato un bar che ci ospitasse!).
  • Attività al coperto: visto il brutto tempo abbiamo passato molte ore nei musei. Finché Jimi dormiva no problem… e quando era sveglio lo abbiamo semplicemente tenuto in braccio. Credo che per lui i dipinti e i reperti storici fossero degli enormi giocattoli, perché era concentrato e attento e gli è scappato anche qualche sorriso.

Consigli per la pappa dei grandi: se siete stanchi, un’ottima soluzione per la cena è ordinare cibo a domicilio. Abbiamo mangiato kebab spendendo poco e senza dover uscire nuovamente anche la sera (nessuno dei tre ne aveva voglia). Se andate al ristorante, fate una telefonata per prenotare e specificate che avete un passeggino, così vi riserveranno un tavolo in disparte con spazio adeguato.

Commento sulla città di Bergamo: bella, pulita, ordinata e tranquilla. Ci sono piaciuti molto l’architettura ed i musei (pinacoteca e museo di scienze naturali). Purtroppo Bergamo di sopra sta appunto su un’altura, il che non la rende per nulla adatta al passeggino: scalette, salite, e tutte le vie lastricate con acciottolato o sanpietrini (povero Jimi ha dormito con continui sobbalzi!). In generale, prevedete di incontrare pochi ascensori e tante scale.

Concluderei dicendo che: si può fare! Con tranquillità e pazienza, senza troppe pretese ma con fiducia e le giuste precauzioni, è possibile fare una gita fuori casa anche dopo essere diventati genitori. Rispetto a prima si è meno “liberi” e anche più stanchi… ma come sempre succede con un bimbo, tutto assume il sapore di un’avventura.