Nel Vangelo di oggi, Gesù usando la parabola, rappresenta un po' l'idea comune che si ha del regno di Dio: dove alcuni vi fanno parte, altri rifiutano l'invito e tutte quelle altre idee "colorite" per descrivere un Dio punitivo, che come padrone punisce chi rifiuta.
C'è però una cosa importante a fare la differenza, essa si presenta come sottile, ma è la chiave per comprendere cosa Gesù ci vuole dire, il brano termina: "Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti". In questa frase non vi sono negazioni o indicazioni per chi sia il regno di Dio, in quanto non c'è nessuno di escluso, tutti facciamo parte di questo regno e ciascuno con il proprio compito, dove vi sono molti chiamati e pochi eletti.
Gesù utilizza le idee e le aspettative già presenti ai suoi interlocutori, per far emergere la novità: il regno di Dio è per tutti, è questa la differenza! Per crederlo realmente, abbiamo bisogno di attraversare tutte quelle immagini che spesso ci costruiamo, così da cogliere nella quotidianità, quanto è straordinario l'amore di Dio per ognuno di noi.
Ci troviamo in un momento dove la discussione tra scribi e farisei con Gesù, diventa nostra, e il Signore ci accompagna a far chiarezza, a fidarci di Lui, del Suo amore e del Suo desiderio di bene.
Il regno di Dio è già qui fa parte di ciascuno, è intessuto all'interno della nostra esistenza e cresce, affinché ci rendiamo conto che il più grande tesoro, la vera bellezza, è nelle nostre mani da tempo e ci accompagnerà per tutta l'eternità.
"Signore,
aiutami a riconoscere il Tuo amore,
affinché io ne trovi consolazione ogni giorno.
Nel pericolo, difendimi,
nell'angoscia, consolami,
nel peccato, amami.
E soprattutto, fammi credere che non mi abbandonerai mai,