Risposta

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01 GIUGNO 2024

SAN GIUSTINO, MARTIRE – MEMORIA

La non risposta degli scribi e degli anziani, genera la non risposta da parte di Gesù. Essi si dimostrano dei “calcolatori”, mettono Gesù su degli schemi mentali loro: “se diciamo… Egli dirà”.

La non risposta di Gesù non è il silenzio, bensì un’affermazione: “neanche io ve lo dico”. Non è ripicca, ma semplicemente la scelta di uscire fuori da uno schema che loro avevano pensato. Gesù ci fa uscire fuori dal nostro schema, da tutte quelle difese che anziché dare vita, ci raggiungono fino a toglierci le energie.  Egli è venuto per tirarci fuori da quel “si è sempre fatto così”, per una novità di vita che rinnova; come per il battesimo di Giovanni, esso è l’esempio di un nuovo mattino che ha in Dio il Suo inizio e compimento.

Oggi lasciamoci stupire dalla sua incredibile saggezza, facciamo entrare il nostro mondo nel suo per sanarlo. Solo così tutto avrà un senso tutto sarà vita.

“Signore,

sostieni la mia fragile fede,

che si nasconde dietro a schemi

senza vita.

Tu sei la vita vera.

Solleva la mie braccia stanche,

che invocano solo quanto di faticoso hanno fatto,

per incontrare le tue sorreggermi,

ancora una volta e per sempre. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Visitazione di Maria

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31 MAGGIO 2024

VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – FESTA

Oggi è la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, ed il Vangelo ci narra proprio questo episodio. È la visita di Maria a sua cugina, ma è anche la prima visita di Gesù, che dal grembo di Maria fa sussultare quello di Elisabetta. Anche noi oggi tramite Maria, possiamo accogliere la visita di Suo figlio che viene per sanarci nel profondo.

Maria da subito si fa portatrice di una salvezza che sussulta dal grembo e le fa esclamare le parole del Magnificat. Quel bambino dal di dentro, Le mette in bocca una promessa di salvezza per ciascun uomo o donna, così che ogni cuore trovi pace in Lui.

Oggi lasciamo a Maria il compito di parlarci di Gesù, preghiamola con devozione, con affetto e diciamole grazie per essere entrata nelle nostre case. Elisabetta a nome nostro accoglie Maria, e Maria ci dona Gesù.

Chiediamole di rendere il nostro cuore accogliente, come un grembo capace di contenere e maturare la sua Parola, così che alla nostra visita, chi ci incontra, sussulti di gioia per Dio, non per noi.

“Maria,

portami a Gesù.

Ho tanto nel mio cuore da dire,

possa la tua gioia

contagiare anche me,

così che quel vuoto,

senta il Suo amore.

Ti prego Maria, sussurrami cosa dire, perché temo di sbagliare,

eppure Tuo figlio è semplice,

ama e basta;

possa sussultare il mio cuore

alla vostra presenza nella mia vita,

così che comprenda

che non sono più sola”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Gesù e il cieco

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30 MAGGIO 2024

GIOVEDÌ DELLA VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

“Figlio di Davide, Gesù, abbi  pietà di me!”. È questo il grido di Bartimeo ripetuto piu volte, nonostante venisse rimproverato da chi gli stava intorno. Costui era cieco, mendicava per strada; è un povero, ma possiede la ricchezza della fede che bussa al cuore di Dio. “Questo povero grida e il Signore lo ascolta” (Sl 33, 7). Gesù si ferma e incontra Bartineo nella profondità del suo desiderio di riavere la vista. La fede di Bartimeo è audace, concreta: “Rabbunì che io veda di nuovo”. Crede che Lui è il Figlio di Davide, ovvero, il Messia che porta salvezza: la luce della vita.

Come Bartineo, anche noi facciamoci mendicanti di luce, mendicanti di salvezza. Riconosciamo che la nostra vita e i nostri occhi, hanno bisogno di essere restituiti alla contemplazione del suo Volto. Egli stesso porterà  ai nostri occhi un raggio ardente della sua bellezza.

“Figlio di Davide, Gesù, abbi  pietà di me!”. È la preghiera che ci porta a contemplare quel volto di Gesù, che ricompone tutta la nostra umanità ferita, e come scrive San Colombano, diciamogli anche noi: “Tu sei tutto per noi: la nostra vita, la nostra luce, la nostra salvezza, il nostro cibo, la nostra bevanda, il nostro Dio”.

“Signore

abbi pietà di me:

è il grido del mio cuore.

Possa il Tuo cuore

toccare il mio con il perdono.

Fammi vedere di cosa è capace l’amore:

ridare la vista a chi l’ha perduta.

Io non ho più le forze,

ma se Tu sei con me

vedrò con i tuoi occhi.

Perdona i miei errori

e sana il mio cuore,

così che veda

a partire da quell’amore sanato.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Cammina davanti a me

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29 MAGGIO 2024

MERCOLEDÌ DELLA VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Gesù cammina verso Gerusalemme, il luogo dove consegnerà la sua vita; cammina davanti ai suoi discepoli, perché Lui è il primo che insegna come dare la vita, come servire la vita, con il restituirci quella dignità piena di figli di Dio, che avevamo perso con il peccato.

Noi ora abbiamo il compito di vivere da figli salvati dall’amore. Non c’è più nulla da chiedere, perché tutto ci è già stato dato. Ci è stato dato un amore che fa la differenza, non per cercare i primi posti, gli onori, il dominio, ma per camminare accanto ai fratelli, per guardare a chi è povero, chi è affranto, chi ha il cuore ferito, chi è solo, chi pensa di non essere amato nemmeno da Dio.

Questo Dio onnipotente, in realtà si fa servo, Gesù è venuto a servirmi l’amore, per dirmi: sono venuto per amare proprio te, la mia vita in cambio della tua, cosi com’è.

La nostra grandezza sta nell’amore che serve, che come Gesù si cinge col grembiule, si abbassa ai piedi di ogni persona umana per aiutarla a camminare, passo dopo passo. Scrive il Profeta Michea: «Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio» (Mi 6,8).

“Signore,

cammina davanti a me

così che possa seguirti.

Aiutami a non cercare il primo posto, ma l’ultimo,

quello che non vuole nessuno,

così da vedere tanti correrti incontro,

così da incrociare

il Tuo sguardo con il mio,

quando ti girerai a cercarmi.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Centuplo

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28 MAGGIO 2024

MARTEDÌ DELLA VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Quel lasciare tutto di cui parla il Vangelo di oggi, ci porta a riflettere sulle scelte della nostra vita, circa l’essenzialità, la povertà che Gesù insegna e chiede, come elemento fondamentale per mettersi alla sua sequela.

La povertà diventa una scommessa importante per il cristiano di oggi, che seppur usando necessariamente delle cose, deve imparare a tenere il cuore e la mente rivolti alla ricchezza più grande, che è Cristo Signore.

“Alla ricchezza, anche se abbonda,

non attaccate il cuore” (Sl 61,11), perché quando il nostro cuore e la nostra mente sono presi dai beni materiali, non possono lasciarsi coinvolgere da l’unica realtà, che può veramente saziare il desiderio di felicità, che alberga nel cuore di ogni persona umana.

Allora mettersi alla sequela di Gesù, non significa rinunciare a quanto serve per vivere, bensi a rinunciare alla zavorra che ci impedisce di moltiplicare e dividere, di vivere una vera vita libera. A seguire Gesù non si perde nulla, Lui è esperto nel moltiplicare.

La logica del regno ci insegna la donazione di noi stessi, mentre quella del “mondo”, ci porta a ricercare solo l’interesse, cosi il mondo ci scarta, ci rifiuta: se non rendi non vali. Il vero valore non sta nel possedere cose, persone, ne tanto meno Dio, ma nel donare ciò che si può e ciò che si è.

“Signore,

aiutami a essere parte

del centuplo di qualcun altro;

spesso si pretende amore,

Tu insegnami a donarlo.

Libera il mio cuore

affinché Tu sia il mio tutto,

perché ritrovando Te,

io ritrovi me stesso

e sappia riconoscere la Tua presenza in ogni prova della vita,

perché solo Tu sei la mia forza. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Sguardo

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LUNEDÌ DELLA VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

“Tutto è possibile a Dio”, perché Dio non toglie nulla. Seguire Lui è entrare sempre in una nuova possibilità di vita. Cosi la vita di ciascuno si “perde” e si “ritrova” in quello sguardo di Gesù, che dona la ricchezza più grande. Afferma S. Paolo: “Ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo” (Fil 3.8). La nostra ricchezza non dipende dal possesso, ma dal dono.

Dio ci ha fatto dono del suo amore a partire da uno sguardo: siamo nella profondità di un amore eterno e infinito, che tocca le radici dell’essere e chi se ne lascia afferrare, è spinto ad abbandonare tutto per seguirlo.

C’è un espressione molto bella nella poesia “Orly” di Jacques Brel, che racconta dell’addio di due innamorati, che in aereoporto si guardano da lontano: “Ils se tiennent par les yeux”, si tengono con gli occhi.

In quell’intensità di sguardi, passa tutto l’amore di cui il cuore è capace. Gesù passa dai nostri occhi per arrivare al nostro cuore e al cuore degli altri. E anche quando i meandri del nostro cuore risultano essere tortuosi e difficili, non dobbiamo smarrirci, né perderci di coraggio, perché lo sguardo di Dio ci colma di una nuova possibilità; una luce nuova di vita amata e perdonata: “tutto è possibile a Dio”.

Con il suo amore non ci manca nulla, allora fissiamo in Lui il nostro sguardo, non perdiamolo di vista, lasciamoci “tenere per gli occhi” e guidare dal suo amore.

“Signore,

guardami sempre,

perché è il Tuo sguardo che mi guarisce

ed è il Tuo amore

che mi permette di vedere

che Tu sei la mia unica strada da seguire.

Occhi che perdonano,

che non fanno la differenza,

che accolgono ogni oltre misura:

mio Dio questo sei Tu

ed io ti guardo e vedo

che sei vita per me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Io sono con voi tutti i giorni

 

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DOMENICA 26 MAGGIO 2024

SANTISSIMA TRINITÀ – SOLENNITÀ – ANNO B

“Io sono con voi tutti i giorni”, questa è la promessa di Gesù, che ci fa entrare nella solennità di oggi con il cuore pieno di gioia. La solennità della Santissima Trinità è proprio questo: percepire che Dio è con noi sempre e per farlo sceglie tre “persone”: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Padre: perché cosa c’è più forte di questo legame? Da esso comincia tutto, quel giorno in cui Dio vide che eri cosa buona, il suo sorriso si è posato su di te.

Figlio: dove, in quello sguardo che fissando ama, ritroviamo la vita.

Spirito Santo: come si può spiegare l’amore se non con l’amore stesso? Lo Spirito ci viene in aiuto per aprire il cuore all’amore, in particolare quello di Dio. Un amore che trasforma, come il pane e il vino, l’acqua del battesimo, l’olio; per mezzo dello Spirito essi sono fonte dell’amore di Dio e mezzi per viverlo intensamente. Ecco “tre persone” per dirti “ti amo”, perché tu ti renda conto che nel cuore della Trinità hai un posto che non ti sarà mai tolto.

Non c’è peccato che ti tolga da questo, purtroppo siamo noi che ci spostiamo da Lui per timore di non essere amati, eppure Lui rimane sempre lì, fino alla fine seduto accanto, in piedi per rialzarci; Egli c’è sempre e mentre tu cerchi da un altro uno sguardo di approvazione o conforto, Lui ti dona il Suo, di cui tu non ti accorgerai. Un giorno quando penserai alla tua storia e vedrai chiaramente le tue giornate, ti verrà alla mente che l’unico a esserci sempre, era proprio Dio. Beato quel giorno in cui finalmente saprai, che non è una storia o una santa dottrina, ma realmente nel cuore di Dio c’è un posto anche per te.

“Santissima Trinità,

mi siedo qui con voi,

ma non starò fermo;

contemplo voi e aspetto,

imparo cos’è la vita,

che parte dall’amore del Padre,

dall’offerta del Figlio

e dalla consolazione e forza dello Spirito.

Mi siedo e aspetto,

di sentirmi finalmente a casa

qui con voi, nel vostro cuore,

perché la mia realtà,

è stare con voi.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Lasciate che i bambini vengano a me

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25 MAGGIO 2024

SABATO DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù indignato, perché i discepoli non capiscono, ciascuno, persino un bambino può accostarsi a Lui. L’indignazione di Gesù, sta nel dire che Lui è per tutti non per pochi. Ognuno di noi può accostarsi dinanzi al Suo cuore e parlargli, chiedergli pietà, stargli vicino.

L’amore di Dio è proprio un abbraccio intenso in cui ci si sente amati. Nessuno deve mai sentirsi fuori luogo, lontano dal cuore di Dio.

L’indignazione di Gesù, ci testimonia che siamo eredi di uno spazio grande nel Suo cuore, così che quando siamo piccoli, poveri, lontani, Lui non vuole prendere una distanza, anzi l’invito è a stare nel Suo amore.

“Signore,

nonostante il mio peccato,

il mio errore,

Tu mi inviti a restare

nell’unico posto in cui nessuno

mi manderà mai via.

Aiutami sentirmi parte di quello spazio,

per non scappare lontano,

ma in fondo so,

che ovunque io fugga

Tu ci sarai sempre,

e mi riporterai a casa,

perché Tu sei parte di me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Amore

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24 MAGGIO 2024

VENERDÌ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Il Vangelo di oggi è un testo da comprendere bene, perché a volte il bene va scavato, interpretato e meditato, per cogliere tutta la pienezza della sua bontà.

Ci troviamo dinanzi a una domanda fatta dai farisei a Gesù, per metterlo alla prova, basata sulla liceità per un marito, di ripudiare la propria moglie.

Ripudiare, significa rifiutare la persona con cui si è legati, come se tutto quello che c’era stato prima, ora non esistesse più.

Ripudiare è un atto che non esprime amore, e i farisei “usano” l’atto di ripudio che Mosè ha scritto per mette alla prova Gesù. Egli risponde che è proprio per la durezza del cuore, che Mosè ha scritto quell’atto di ripudio. “Ma dall’inizio della creazione […] l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”. Il Signore ci ha creati per l’unità, per l’amore in grado di vivere quel legame indissolubile, e creare famiglie buone, sane, dove l’ultima parola sia sempre e solo: amore.

L’amore dev’essere la componente che emerge dalle nostre case, non si tratta solo di un abbraccio, una carezza, ma è quell’amore che nel silenzio si prende cura di chi ci è accanto, che è capace di perdonare e sa accogliere nonostante tutto. Dio ha fatto l’uomo e la donna diversi, unici, e tutti siamo così. Il vero atto di ripudio da oggi dev’essere quello dell’odio, per scegliere l’amore.

Diamo senso a quelle parole di Gesù, facciamo entrare nelle nostre case quell’amore che ci ha consegnato, ed assume molteplici forme in base al nostro ruolo. La comunione con Dio che tanto ci è promessa, possa aiutarci a costruire famiglie leali, vere e libere, capaci di testimoniare al mondo che non è la norma a fare la differenza, ma l’amore.

“Signore,

desidero fare del Tuo amore

la mia unica norma,

capace di formarmi

e sostenermi

quando il mio cuore grida: rifiuto.

Fammi comprendere che nelle mani ho un dono ed una scelta.

Entrambi hanno un nome: amore.

Apri la mia mano, così che possa donarlo al mondo

ed il mondo riconosca Te

in quell’unico dono.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Sale, sapore

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23 MAGGIO 2024

GIOVEDÌ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Il Vangelo di oggi, pone la nostra attenzione su un rischio: perdere il sapore delle cose. “Ma se il sale diventa insipido, – dice Gesù – con che cosa gli darete sapore?”. Se la nostra vita è generata in una vocazione di amore, ed essa perde quel gusto, come tornerà “salata”? Dall’amore e dal perdono di Dio.

Oggi facciamo un esame di coscienza e chiediamoci: dove sto perdendo forze, sapore, motivazioni? E poi diciamolo a Colui che fissando il nostro cuore, già ci sta amando. Egli ci aiuterà a non disperderci, ma per questo dobbiamo fidarci ed affidarci.

La perdita di sapore è faticosa e dolorosa, non si hanno più forze per le azioni quotidiane, si perde vigore nelle relazioni e in alcuni casi persino il sorriso. Ora, non dobbiamo spaventarci, ma metterci di fronte a noi stessi, nella consapevolezza che la perdita di sapore è una condizione che dimostra l’esistenza del sapore stesso. Quindi se c’era tornerà quel vigore, quella forza e sarà forse meglio di prima.

Il nostro cammino non è mai da soli e ci sono tanti doni che il Signore ci ha dato per trovare sapore: l’ Eucarestia, il sacramento della riconciliazione, gesti di pace e di dono con altri; tutto questo nello scorrere del tempo, ci ridona quel gusto che potremmo aver perso.

Il Signore della vita ci custodisca sempre, così che la sua Chiesa cresca di persone semplici, in cui misericordia e miseria si incontrano, non di eroi,  ma di persone che mettono la loro vita nelle mani di Dio e ne vivono il gusto.

“Signore,

mi affido a Te,

aiutami a non perdere il sapore di cercarti,

e che non mi disperda dinanzi alle fatiche del tempo.

Dammi il gusto delle cose semplici, che fanno bene al cuore

e profumano di casa.

Signore,

Tu sei nel mio cuore sempre,

fa che sappia gustarti in ogni momento”.

(Shekinaheart eremo del cuore)